capitolo 1

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Mi chiamo Amy e sono una ragazza di 19 anni,appena laureata in arte e spettacolo ma che per vivere lavora nel ristorante del padre sperando di racimolare i soldi necessari per aprire uno studio tutto suo.
Vivo in un paesino vicino Catania dove d inverno ,molto spesso, si rimane a casa perché bloccati dalla neve.
Era il giorno di Natale e ,come ogni giorno,stavo cercando di alzarmi dal letto per andare a lavorare.
Guardai quell' antipatica sveglia che ormai si era ammutolita contemplando l orario,erano appena le sette mezza e non avevo voglia di uscire di casa,specialmente quando,controllando il meteo sul display del mio telefono capivo che fuori c erano appena 2 gradi e il giardino di casa era colmo di neve.
Guardai fuori dalla finestra
"Merda"
Alzai gli occhi verso il soffitto e tirai un sospiro sperando che quella giornata non potesse andare peggio.
Ero ancora in pigiama quando entrò senza bussare nella mia stanza il mio adorato fratellone lanciandomi un cuscino in faccia.
Ogni giorno da quando avevamo tredici anni questa tortura andava avanti.
Si svegliava,entrava in camera mia e mi lanciava un cuscino in faccia.
<<Mi assicuro soltanto che tu sia sveglia,dolce sorellina>> disse uscendo dalla mia stanza.
<<si certo>>risposi cantilenante.
<<sbrigati,oggi abbiano un inferno di tavoli da sistemare al locale e siamo già in ritardo>>
Urlò dalla cucina.
"Uffaaaaa..ed io che volevo stare a casa in panciolle sul divano".
Presi il cuscino da terra e lo sistemai sul letto insieme ai miei.
Aprì il primo cassetto del comò e tirai fuori l intimo e mi diressi in bagno a fare una doccia.
Ero così stanca di quella vita che avrei voluto solamente prendere i soldi e andarmene ai caraibi a fare la ballerina di hola.
Aprì l acqua che per riscaldarsi impiego alcuni secondi che a me sembrarono anni dato che ero nuda in fase di congelamento.
Lo scorrere dell acqua sulla mia pelle fece sciogliere i muscoli tesi e cominciai a rilassarmi.
Quando fini di fare la doccia in bagno c era una nuvola di vapore che appannava tutto e la fase di congelamento sembrava essere finita tanto che cominciai a sentire caldo.
Mi avvolsi nella tovaglia e passando una mano sullo specchio sopra il lavandino osservai il mio riflesso.
Avevo le occhiaie.
" sono un mostro"dissi avvicinandomi al riflesso in cerca di qualche altro difetto mattutino.
<<sei ancora così,papa ci farà la ramanzina, sai quanto ci tiene alla puntualità>>disse mio fratello Roby spalancando la porta.
<<sono pronta OK?!>>risposi sbuffando
Entrai di corsa in camera,tirai fuori dall' armadio i miei jeans preferiti e una camicetta nera.
Mamma aveva già preparato la mia borsa da lavoro mettendo dentro un paio di pantaloni neri,una camicia rossa e un gilet nero.
Asciugai i capelli e con un elastico li legai a coda di cavallo.
Diedi un colpo di correttore alle occhiaie e un pizzico di mascara alle ciglia ed ero pronta.
"Diciamo che può andare" pensai infilando la giacca e dirigendosi in cucina.
C era odore di crostata alla nutella.Mamma adorava fare dolci ed io e mio fratello adoravamo mangiarli.
<<mmhh,mamma e favolosa>>dissi dando un enorme morso alla fetta appena tagliata.
<<sono contenta che ti piaccia bambina mia>> disse lei asciugandosi le mani sul grembiule e dandomi un leggero bacio sulla guancia.
<<Roby sono pronta,dai andiamo!>>urlai andando verso la porta d ingresso.
<<eccomi,andiamo.ciao mamma ci vediamo più tardi al locale.Ti vogliamo bene>>disse Roby prendendo la sua fetta di crostata dal tavolo e dandole un bacio sulla guancia.
Eravamo davanti la macchina quando , controllando nella borsa , Roby si accorse di aver dimenticato le chiavi.
<<le chiavi,ho dimenticato le Chiavi, vado a prenderle>>disse fiondandosi di nuovo dentro casa.
Uscì correndo aprendo velocemente la macchina.
Entrai quasi sfrecciando dato che stavo congelando a causa del suo stupido scherzetto delle chiavi dimenticate.
Accese il motore e partimmo.
Fortunatamente durante la notte aveva smesso di nevicare e, anche se difficile lo stesso, potemmo partire e raggiungere papa al ristorante ugualmente.
La strada non era molta e non impiegammo molto ad arrivare.
Entrò nel parcheggi riservato al personale e spense il motore.
Scesi dalla macchina,faceva un freddo del cavolo,mi strinsi le braccia intorno alla vita e le strofinai per riscaldarmi un po'.
<<Roby andiamo,dai!>>dissi supplicandolo
Roby scese dalla macchina prese le borse dal cofano e abbracciati entrammo al locale.
<<ciao papà>>dissi sbirciando in cucina.
Papa era in preda alla preparazione del menu da almeno due giorni e ancora oggi non era convinto di alcuni piatti.
<<papà e perfetto così com è>>dissi cercando di placare un po il suo stato d ansia senza ottenere alcun risultato.
Gli diedi un bacio sulla guancia e andai a cambiarmi .
Erano le nove e le richieste di prenotazioni cominciavano ad aumentare.
Si Prevedeva una giornata da paura.
Roby si era messo già al lavoro,stava sistemando i tavoli al piano di sopra,io invece mi sarei occupata del piano di sotto.
Anche se non lo davo a vedere il nostro ristorante era importante per me anche se avrei preferito fare tutt'altro.
All'interno il locale era spaziosissimo,con un ingresso che dava sul bar e la pizzeria,dove ad occuparsi delle pizze c era il vecchio Bobby,un tunisino arrivato in Italia per trovare lavoro,dopo aver conosciuto papa diventò uno dei suoi più grandi amici e socio in affari.
La sala al piano terra era splendida,il colore delle pareti era giallo ocra con sfumature dorate,su una delle pareti era raffigurata l Etna in tutto il suo splendore,coperta da un manto di neve bianchissima.
C era spazio per più di trenta tavoli e ovviamente ne sarebbero serviti molti di più.La cucina era sulla sinistra divisa dalla sala solamente da una porta scorrevole con un oblò al centro.
Al piano di sopra c era un altra sala più piccola ma ugualmente spaziosa.
Le pareti erano rosa salmone con scintillanti brillantini e il lampadario era così luccicante che a guardarlo facevano male gli occhi.
Mi misi la divisa e cominciai a sistemare i tavoli.
Tra tovaglie,bicchieri e posate avevo sistemato circa quaranta coperti.
Si fecero le undici e mezza e i primi clienti cominciarono ad arrivare.
<<pregò,ecco il vostro tavolo,accomodatevi mentre io portò i menu.>>dissi allontanandomi.
Piano piano la sala cominciò a riempirsi,ormai i tavoli erano quasi tutti occupati.
Era un via vai di gente,io e mio fratello sembravano delle trottole,correndo qua e la tra i tavoli prendendo le varie ordinazioni.
Stavo portando i primi piatti al tavolo dodici,quando ,uscendo dalla cucina, qualcuno mi venne addosso facendomi rovesciare i piatti per terra.
<<oh mio dio!mi scusi tanto>>dissi mortificata
<<menomale che siamo a natale,e che dovremmo essere più buoni>>rispose sgignazzando una foce maschile.
Quando alzai lo sguardo rimasi incantata da due splendidi occhi color nocciola che mi fissavano divertiti.
<<si beh,mi scusi.Le cerco qualcosa per pulirsi>>
La mia voce tremava.
"Ma che mi succede,sembro una stupida imbranata"
Quando mi voltai per andare la sua mano mi blocco afferrandomi il polso.
<<con chi ho avuto il piacere di scontrarmi?>>chiese curioso
<<Amy...il mio nome e Amy.
La pregò mi segua le mostro il suo tavolo,e per favore lasci che le porti qualcosa per pulirsi>>dissi incamminandomi verso un tavolo per due appartato.
Ovviamente non poteva essere single...
<<piacere Amy io sono Daniele>>disse seguendomi.
"Daniele..."
Scossi la testa leggermente per togliermi dalla testa quel bel fusto davanti a me.
<<le porto il menù>>aggiunsi impacciata
Sul suo volto vidi comparire un leggero sorriso.

BeliveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora