capitolo 3

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Arrivati a casa feci una doccia calda e mi infilai il pigiama di pile con gli orsacchiotti che mi aveva regalato Teresa prima di partire per gli stati uniti.
Teresa era la mia migliore amica,colei che era sempre al mio fianco dopo ogni sbronza o cuore infranto.Studiava danza da quando aveva due anni,ed era la classica ballerina anoressica e altissima,anche se mangiava quanto un esercito delle forze armate.Beata lei io ingrassavo soltanto pensando a tutto quello che ingurgitava.
Ma negli ultimi periodi ci eravamo divise,lei studiava new York ed io lavoravo al ristorante.Ci sentivamo tramite skype ogni volta che potevamo.
Accesi il computer e le mandai un messaggio.
"Ci sei?"
Mi richiamò subito.Cominciai a raccontarle di Daniele.
<<allora ,fammi capire,un tizio a cui macchi la camicia di sugo ,bello e sexy,ti chiede di uscire e ti cosa fai rifiuti?>>disse lei coprendosi la fronte con la mano.
Perché questa risposta sembrava familiare?ah,si. La vocina nella mia testa mi aveva detto la stessa cosa.
<<non lo conosco nemmeno. E poi e venuto al locale con una bionda stratosferica perché mai avrebbe dovuto voler uscire con me!?>>
<<perché magari ti trova carina,anche se non sei ne bionda ne stratosferica!>>sghignazzó lei.
La chiacchierata andò avanti per due ore.
Eravamo così lontane e quando trovavamo il tempo di parlare lo facevamo alla grande.
Mi disse di aver incontrato un tipo,ballerino anche lui,alto, muscoloso e davvero simpatico.
Da come ne parlava doveva interessargli molto,lo si capiva anche da come saltellava sulla sedia battendo le mani sorridendo.
Beata lei...
Io riuscivo ad attirare nerd innamorati della saga di star trek oppure fighi stratosferici che alla fine avevano gusti sessuali inversamente proporzionale ai miei.
Diciamo che la mia favola ancora non era stata scritta dal destino.
<<Terry,ho sonno.ci sentiamo domani.>>supplicai sbadigliando.
Lei fece un finto broncio,che mi fece sorridere perché quando faceva in quel modo sembrava davvero una bambina di cinque anni al quale non avevano comprato la cioccolata.
<<uffaaaaa...beh ti salva soltanto il fatto che li e notte fonda.>>rispose incrociando le braccia.
La salutai mandandole un bacio e mi fiondai sotto le coperte al caldo.
Avrei voluto dormire,davvero,avevo anche cominciato a contare le pecorelle,ed ero arrivata a 145 quando decisi di alzarmi e andare in cucina a preparare una tazza di camomilla triplo filtro.
Entrai in cucina e trovai seduta mamma che piangeva.
<<mamma che succede>>dissi avvolgendole le braccia al collo.
Il mio gesto non sembró calmarla,anzi,il suo pianto silenzioso si trasformò in singhiozzi e lacrime salate.
La tenni così, abbracciata a me, fino a quando non si calmo accettando di raccontarmi cosa l aveva resa così vulnerabile.
<<abbiamo problemi con il locale.non ci sono le entrate che dovrebbero.la banca continua a fare pressione per vendere e sanare il debito>>disse lei asciugandosi le lacrime
<<mah papa,perché non mi ha detto niente.>>chiesi.
<<perché tuo padre e così orgoglioso,così legato a quel ristorante con non riesce ad accettare l idea di venderlo>>
Papà era chef da tanti anni.
Aveva iniziato quando era ragazzo,pelando patate e cipolle nei ristoranti in cui aveva lavorato.
Imparò il mestiere in questo modo,osservando e facendo di ogni sbaglio un motivo in più di miglioramento.
Fino a quando il capo chef del ristorante dove lavorava non decise di insegnargli tutto ciò che poteva imparare per diventate come lui.
Lavorava giorno e notte per mettere da parte i soldi per aprire un giorno un ristorante
tutto suo e ci riuscì ,anche grazie ad amici come Bobby che gli diedero fiducia mettendosi in affari con lui lasciandogli carta bianca su tutto.
<<papà e fatto cosi, mamma.
Non si arrende mai neanche di fronte a problemi grandi come questi.>>dissi rassicurandola.
Non ero a conoscenza della situazione bancaria della mia famiglia e la cosa non mi piaceva affatto.
<<adesso va a letto bambina mia,e tardi>>aggiunse lei accarezzandolo in viso.
Raggiunsi la mia stanza e mi rimisi sotto le coperte.
Volevo aiutare papà, a tutti costi.
Il ristorante era tutta la sua vita,ed egoisticamente parlando era anche un po la mia visto che io e Roby eravamo cresciuti li dentro,ciondolando fra un tavolo e l altro.
Avrei trovato il modo,ma lo avrei trovato fra un paio di ore.
Chiusi gli occhi e mi addormentati.
La mattina seguente mi alzai di buon ora,feci una bella doccia calda;ero già vestita quando robby entrò in camera a lanciare il solito cuscino ma questa volta lo afferrai al volo,avevo impiegato troppo tempo a truccarmi per farmi impiastricciare la faccia da lui.
<<buon giorno sorellina>>disse rimanendo sulla soglia della porta e incrociando le braccia imbronciato.
<<giorno Robby!!>>risposi sorridendo.
Presi la borsa e andai in cucina insieme a lui.
L ' odore del caffè inondava la casa.
Presi la mia tazza e ne verso un po aggiungendovi il latte caldo.
Non avevo ancora finito di bere il caffellatte quando entrò papa in cucina e disse che oggi non sarebbe stato al locale per tutta la mattinata.
<<come mai papa...?>>chiesi poggiando la tazza sul tavolo.
<<scartoffie da firmare per la banca,sta tranquilla.>>rispose lui senza un filo di emozione che potesse tradire il suo vero stato d' animo.
Papà era fatto così.
Dovevo fare qualcosa.Ma cosa?
Presi per il braccio Robby e lo trascinai fuori dalla cucina.
<<ehi,non ho ancora finiti di fare colazione...>>si lamentò lui.
<<dobbiamo parlare>>dissi a bassa voce.
<<che cosa c e di così importante da non poter aspettare che finisca di bere il mio caffellatte e la mia adorata ciambella al cioccolato!?>>.
Feci sedere il mio fratellone sul divano,aspetti qualche secondo prima di cominciare a parlare,perché oggettivamente non sapevo da cove cominciare.
<<papà ha problemi con la banca>>dissi tutto d'un fiato.
Lui rimase immobile,il suo sguardo si fece serio.
Fece un respiro profondo prendendosi le mani e stringendole a se.
<<Amy,si tutto della situazione di papa>>aggiunse rabbuiandosi.
"Cosa,sapeva di tutto questo e non ha pensato di dovermi mettere al corrente della situazione"
Rimasi a guardarli incredula.
<<e non hai pensato che magari avrei dovuto sapere anche io una cosa così importante?>>dissi seccata.
<<papà non voleva che te lo dicessi!>>si alzò portando le braccia in alto
<<perché,perché non dovevo sapere ? >>chiesi avvicinandomi a lui
<<perché se avessi saputo che il ristorante stava chiudendo non avresti più continuato con il progetto dello studio per poterlo aiutare.>>
Robby aveva ragione.
Non avrei lasciato solo papa in un momento così difficile soltanto per aprire il mio studio .
<<dobbiamo trovare una soluzione>>aggiunsi guardandolo negli occhi.
Robby ricambio il mio sguardi e mi abbracciò teneramente,accarezzandomi i capelli.
<<insieme ce la faremo>>concluse lui.
<<adesso puoi tornare al tuo caffellatte e alla ciambella.>>
C era ancora un po di tensione fra noi,ma robby non avrebbe mai tradito papa confessandomi tutto di sua spontanea volontà.
Presi le chiavi della macchina e uscì di casa.
Faceva freddo,la neve non si era ancora sciolta nonostante alcuni raggi di sole cercavano invano di avere la meglio su di lei.
Mi strofinai le mani per riscaldarle e mi avvicinai alla macchina.

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