Capitolo 19

91 8 1
                                    

La macchina di Derek profumava di lui e il suo sguardo penetrante era fisso sulla strada. Alla fine pensai di scegliere la strada più facile: andare via con lui e così cercare un po' di sollievo alle continue fitte che attanagliavano il mio stomaco, invece non fecero altro che peggiorare. Quella sensazione orribile andò a farsi sempre peggio quando pensai al povero Adam che girava intorno al ristorante in cerca di un qualcuno non degno di lui. Sì, perché alla fine era chiaro che un angelo come lui non era destinato a frequentare un demone come me.

Un qualcosa vibrò nella mia borsetta, così mi apprestai ad aprirla, quando una mano affusolata e veloce mi precedette rubando ciò che avevo tra le dita e buttandolo nei sedili posteriori.

-"Ma... che...?"

-"Sicuramente sarà quel deficiente di Adam che vorrà spiegazioni e ora tu stai con me bambolina." Disse in tono deciso dedicandomi uno sguardo veloce.

Decisi di non ribattere e di continuare a guardare il paesaggio che scorreva fuori dal finestrino.

-"Non ribatti?" Chiese quasi sorpreso.

-"Perché dovrei? Mi daresti ugualmente torto e dato che sono stanca non mi va di discutere."

Silenzio. Assoluto ed imbarazzante silenzio susseguì la mia risposta.

-"Allora andiamo da te?" Chiesi impaziente.

-"Mmm..." Mormorò semplicemente lui.

-"Che razza di risposta è?"

-"Ma un po' zitta?!"

Ed eccolo qui: Derek scorbutico all'attacco. Certo che è proprio odioso quando fa così!
Dopo un tempo che parve interminabile arrivammo di fronte ad una villetta. La struttura esterna era vagamente simile alla mia, solo un po' più grande.
Parcheggiò, scese dall'auto e poi mi aprì la portiera. Mi aprì la portiera! Lui! Lo stesso uomo che me ne ha fatte passare di tutti i colori!

-"Casa dolce casa." Mormorò una volta entrati nell'abitazione, poggiando le chiavi su un tavolino.

Effettivamente la casa aveva proprio un profumo dolce: vaniglia associata ad un fiore... rose forse...

-"Accomodati." Mi fece spazio per accedere ad un enorme salone e mi indicò un divano di pelle nera. I colori degli arredi e delle pareti erano basati su tinte scure rendendo, in qualche modo, l'aria più pesante.

-"Hai fame?" Chiese ad un tratto.

-"No." Si era formato un nodo allo stomaco.

-"Vuoi bere un po' di vino?" Si stava sbottonando la giacca, per poi sposarla sullo schienale di una sedia, portò sù le maniche della camicia in modo disordinato ed infine scompigliò un po' il ciuffo con la mano: semplicemente perfetto.

-"Sì, grazie..." Sussurrai mettendomi altrettanto comoda sul divano.

Avevo bisogno di alleggerire un po' la testa ed un goccio di vino non poteva far altro che bene.

-"Okay, allora vado a prendere del rosso bambolina." Disse scomparendo dietro la soglia di una porta.

Alla fine mi ero abituata al suo modo di chiamarmi: bambolina. Non era risultato così male come pensavo.

Ne approfittai per guardarmi un po' intorno, così mi alzai e diedi un'occhiata agli oggetti sparsi quà e là.

****

Volevo baciarla, sfiorarla per poi morderla, graffiarla... Provavo così tanti sentimenti contrastanti quando stavo con lei. Quella donna aveva la capacità di portarmi alla follia totale in un nano secondo.
Quel giorno, mentre ero sotto la doccia, la sognai. Mi toccava con una dolcezza che solo un angelo poteva possedere e mi chiedeva di lasciarmi andare, di guardare verso il futuro...
Volevo tanto ascoltare le sue parole ma non ci riuscivo, era più forte di me.

Cold heart || Lana Del Rey [sospeso]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora