Chapter 21.

789 50 45
                                    


*Smut warning*

"Ohh eccoti caro, Alessio ci ha detto che sarebbe arrivato qualcuno a fargli visita! - Mi accoglie la signora anziana che mi ritrovo davanti quando suono il campanello - non ti preoccupare, si è già sistemato lui con il costo della matrimoniale n. 2." Mi avvisa.

E mi chiedo perché Alex abbia voluto, prima per se stesso e poi per noi, una situazione simile.

La casa è accogliente, il piano di sotto adibito per la colazione, quello di sopra, secondo il cenno a salire che mi fa la donna, alle stanze.

Quando salgo gli ultimi scalini lei ha già chiuso la porta.

La maniglia della camera 2 è serrata e lucida, oserei dire nuova.

La porta in legno bianco.

Prendo un lungo respiro e busso piano, perché non voglio fare casino e mi chiedo dove gli sia venuta l'idea di farlo in un posto così silenzioso.

Quando apre la porta la sua espressione passa da inespressiva ad eccessivamente felice, con quelle piccole rughe vicino alle tempie che, stando ad un documentario, si formano solo quando un sorriso è genuino.

Il suo per me lo è, come lo è quello che lo segue da parte mia.

E Genn Butch non sorride quasi mai, anche se è l'unico modo per rendere quei canotti meno pieni, sorridere è quasi un rito che viene solo con la risata, ma farlo di per sé non ha senso, rende vulnerabili.

Ed io, Genn, sono vulnerabile solo ad Alex.

Mi chiude la porta alle spalle e già è dolcemente a me.

Le mie mani al suo bacino, le nocche piegate perché il tocco è fragile, che si ferma alla maglietta nera che fa le grinze.

Quasi lo sfioro soltanto quando parte a baciarmi.

E la sua lingua ad inumidire le mie labbra è quello che cercavo, quello che sapevo per certo mi sarebbe tanto piaciuto di questa notte così importante.

Ed Alex sorride sul mio bacio quando tremo.

Forse lo sa, perché tremo.

E le sue dita passano e ripassano tra i miei capelli e sono fredde, ma subito si scaldano.

I nostri cuori già rimbombano ed il mio è talmente tanto forte pompa così tanto sangue che potrebbe esplodere o fermarsi così, in un secondo.

Perché Alessio è troppo per me, sempre stato troppo.

Troppo bello, troppo giusto, troppo timido, troppo forte ma troppo fragile.

E a me basta, che forse neanche lo merito uno così.

"Ti amo." Mormora prendendo spazio e fiato.

Io di risposta mi stringo ancora di più a lui, il tocco è saldo e stabile, i nostri bacini ad unirsi.

E lui ne approfitta per spostarsi sulla parete ad angolo alla porta, che fa da muro al, presumo, piccolo bagno che deforma il quadrato che in realtà la stanza dovrebbe essere.

Il suo corpo continua e la mia giacca scorre sul ruvido della parete.

Le nostre bocche continuano imperterrite a scavarsi, a scoprirsi, poco turbate dai piccoli movimenti del moro.

E poi quando percepisco il vuoto dietro alla spalla che continua sulla superficie mi aggrappo di più a lui perché il muro cambia direzione ma non penso voglia seguirla.

E così fa, senza stupirmi.

Poggia le mani sulle mie, al suo bacino e le salda a sé quando cado sotto il suo peso sul materasso rosso scuro.

L'impatto è forte ma il materasso sufficientemente morbido.

Alex va a scatti, prima è una furia e sbuffa rumorosamente sulla mia pelle, poi mi tratta come un principe ed il bacio rallenta, così come il suo tocco.

Ricomincia successivamente e poggia le labbra, già eccessivamente rosse e deboli, al mio collo.

Il pomo d'adamo che s'alza e s'abbassa continuamente, le mie labbra schiuse a chiedere fiato.

E gemo ad alta voce quando l'aria tra le sue guancie viene risucchiata in dentro e i suoi denti fanno pressione.

Mi irrigidisco del poco che riesco maledicendomi interiormente perché dovrei starmene zitto e perché lui poteva trovare un'alternativa valida a questo.

"Tranquillo - comincia baciandomi la mascella definita - ci siamo solo io e te."

E la sua voce è così rauca e sensuale che mi ci perderei dentro.

"E la proprietaria?" Chiedo in un sussurro.

"Al cottage con il marito. Credi che non mi sia organizzato? Ti bramavo da così tanto tempo."

E tremo di nuovo, perché sulle labbra di chiunque queste parole sarebbero solo parole, ma sulle sue, che le scandisce a qualche centimetro da me, hanno tutte un altro sapore.

E quando, subito dopo le sue parole a cui non chiedeva risposta ruota i fianchi su di me sento l'aria dissolversi e ansimo.

Lui se la ride ma non è sarcastico, credo semplicemente gli piaccia vedere questa mia espressione scioccata alle cose che riesce a smuovere.

Lo fa di nuovo una, due, quattro volte, e poi perdo il controllo perché i nostri membri si sfiorano e la tensione è snodabile.

"Toccami." Mi ordina roco.

Rabbrividisco di nuovo, perchè la sua voce così mi fa impazzire, perchè non è più così timido come sembra, perchè se vuole una cosa la ottiene.

Il mio tocco raggiunge i suoi pantaloni, le mie labbra piene sono già su di lui, che sospira.

E lo so perché Alex si comporta così, lo so perché i suoi occhi sono tanto scuri.

Forse perché vuole confermarsi, secondo qualche contorto ragionamento del cervello, che essere gay lo fa stare bene, che la mia presenza su di lui è qualcosa che prega di avere, non un aggiunta o un semplice bonus.

E forse lo fa perché per ora non abbiamo passato territori inesplorati, e può ricevere piacere solo così visto che potrebbe poi presentarsi tutto più come un trauma che un atto piacevole.

E forse ci sta, forse mi eccita ancora di più che mi stia usando per stare bene, per raggiungere il culmine, per provare a se stesso che venire per un uomo non è meno appagante di farlo per una donna.

E le sue dita che premono sui miei capelli, le sue imprecazioni e la mia bocca che ne inghiotte il più possibile, la sua voce convinta ed i suoi forti movimenti del bacino mi fanno sentire come al nostro contrario, come se lui qua fosse quello esperto, quello sicuro, mentre alla luce del sole è tutto diverso.

Alex è fatto così, ha sempre tante facce, un po' come la luna, un po' come il sole.

E mi sono così tanto infatuato d'esso.

Provo una fitta di piacere quando la sua schiena spinge su di me e s'inarca, le sue dita ancora strette a me tanto da esser diventate bianche.

Geme e continua a farlo, poi respira forte, a bocca aperta e, quando non ce la fa più, si accascia al materasso caldo.

"Siamo solo agli inizi." Lo schernisco.

*********

Odiatemi pure, lo farei anche io.

Dividere lo smut, solo una pazza lo farebbe, ma non avendo tempo di scrivere domani ed avendo già questo pezzo pronto ho deciso di pubblicarlo e dividere quindi tutto in due capitoli, contando che questo ha già più di 1000 parole e sarebbe diventato noioso scrivere il resto come continuo qua sotto.

Spero il capitolo vi sia piaciuto, non è tantissimo smut perchè anche la parte finale è più descrittiva nel pensiero che nelle azioni ma lo trovo giusto così, non volevo forzare troppo le cose.

Spero il capitolo vi sia comunque piaciuto, fatemi sapere!

Bacinii.

Virgy. xx

The Keeper.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora