"Mh - boffonchio deglutendo anche l'ultimo biscotto - non credo si possa fare."
Alex mi guarda, senza dire niente, annuisce soltanto, dandomi ragione.
Acacia invece ribatte, di nuovo.
"Ma figurati, non siamo più negli anni novanta, secondo me basta chiedere."
E forse la ragione è sua, forse se andassimo ad avere più informazioni potremmo esserci anche noi.
"E poi dai, è il nostro ultimo anno, non potrei mai andarci da sola."
La mora ha ragione, nell'ultimo periodo questo muro di parole tra lei ed Alex è lentamente crollato, la tensione a sostituirsi con una perfetta armonia.
"Acacia Brinley, Prom Queen 2016!" Acclama Alessio.
Lei ride e così la seguo io, poi la campanella suona e torniamo a sederci in aula.
"Vorrei foste voi re e reginetta del ballo." Sussurra quando la professoressa inizia a spiegare.
Alex alza gli occhi al cielo, io arrossisco.
E' così bello vederlo di nuovo sereno, con i suoi problemi conficcati nel cuore.
Vedere quei sorrisi spontanei, quelle solite battute squallide che non facevano ridere nessuno tornare sporadiche e sempre più frequenti.
Ormai le cose sono cambiate, sembra quasi una nuova vita ora che tutti lo sanno.
E' stato così semplice, una volta tornati a casa, una volta di nuovo a scuola, farlo capire.
Ed è stato così buffo perchè non ci siamo preoccupati, sapevamo che non sarebbe interessato, non su una scala a lungo termine.
La classe è andata avanti, l'istituto si è quasi scordato dei due gay, nessuno si sofferma sulle nostre mani intrecciate, nessuna ragazza è più attorno a me quanto prima.
Solo Acacia, ma con lei è diverso.
E' tornato tutto come prima che i problemi arrivassero, siamo tornati alla spiaggia, abbiamo tanto riso, e quei nostri scritti incorniciati al muro.
Quelle parole su quelle canzoni per quei fogli sporchi.
Quelli che suo padre avrebbe potuto distruggere.
Forse è meglio così, ora che sta tutto nei ricordi, ora che nei nostri cuori vi è la calma, la semplice frenesia di una gioventù rubata.
Stropicciati, bruciati, lesi, ma ancora qua.
Contro tutti quelli che sputavano fuoco, che usavano coltelli.
Ed è così che la mia mano prende distrattamente la sua sotto il banco, lui stringe la presa, mi guarda e sorride.
Lo adoro.
Adoro tutto questo, la nostra vita ora, quello che abbiamo passato, quella volta in cui ci siamo conosciuti, quanto mi sia stato semplice aprirmi a lui come mai era successo.
Quanto tempo è passato?
Troppo, secondo la mia mente, così tanti ricordi andati persi, altri tenuti a fiorire.
Sembra tutto un ripercorrere quei momenti che abbiamo, che pensavamo ci restassero prima di un'imminente fine.
Ma non è successo, il sole ci ha accolti.
Ci ha illuminati, ed abbiamo capito che ci bastavamo l'un l'altro.
Quando era tutto freddo, quando i nostri ricordi bruciavano pareti, quando il nostro amore era diviso da muri di cartone.
STAI LEGGENDO
The Keeper.
Fanfiction"La timidezza è quando distogli lo sguardo da una cosa che vuoi. " - Jonathan Safran Foer. Genn&Alex.