Genn's POV.
Il corpo di Alessio è steso al mio fianco, sospira, prende aria dal naso e sospira, di nuovo.
E' inerme a ciò che ci circonda, calmo, così pacifico.
Guardo il suo petto alzarsi e tornare alla normalità periodicamente, le dita posizionate sulle stomaco, strette al tessuto della camicia e poi le gote, non troppo rosse, gli occhi a fissare il soffitto come fosse lo schermo di un televisore.
"Diavolo Alex, ma che ti prende?" Sbuffo, non troppo infastidito, più che altro stanco delle sue labbra schiuse che, però, non parlano poi così spesso.
"Nulla, Genn, pensavo." Chiude per un momento gli occhi e poi li fissa nei miei, nel ventre partono, di nuovo, quei soliti brividi che, diamine, finiranno mai?
Mi prendo un secondo per pensare, se analizzare le sue parole chiedendogli informazioni, o se non indugiare, perché potrebbe essere contrariato al parlarmi di che pensa.
"E se ti chiedessi che hai per la mente?"
"Ti direi che penso a te, a noi." Il mio cuore riprende a batter veloce.
"Anch'io prima facevo lo stesso." Sospiro, posizionandomi rovinosamente più vicino al moro.
Restiamo di nuovo presi dai nostri stessi pensieri, chiusi in ciò che abbiamo in testa.
Penso a lui, penso a quando ancora non lo conoscevo, a quando ero perso, cercando qualcuno che mi assomigliasse.
Ricordo quelle notti in cui non dormivo, chiedendomi se quel ragazzo alto avanti a me di due anni che frequentava la mia stessa scuola era interessato solo alle poche ragazze della sua classe, o se ci fosse una possibilità anche per me.
Non arrivò, e non ne sono per niente furioso.
Mi capitò tanto di meglio, venne Acacia, poi lui.
Non lo negherò mai, che non mi innamorai d'Acacia ma i miei sentimenti per lei, sono ancora oggi così fieri e puri, le voglio così tanto bene che non potrei desiderare un'amica migliore.
Ma Alessio, che dire, prima di lui ero buio, non mi sarei visto a pensare al mio futuro, ad aprirmi a tal punto di tenere ad una persona più di quanto tengo a me stesso.
La mattina aspiro il buon odore dei suoi capelli, mi gusto il colore dei suoi occhi da poco aperti e il sapore delle sua labbra dopo la colazione.
Non avrei mai nemmeno pensato che mi sarei sul serio innamorato, io che già allora provavo emozioni forti, distinte, per la mia prematura età.
Con tutte quelle chiome a seguirmi con lo sguardo, i numeri sconosciuti di, a volte timide e altre meno, ragazze che con qualche frase fatta e qualche vero sentimento si sentivano prese nella mia ragnatela più di quanto io in realtà avessi preso.
Cadevano, forse le rose del vialetto, forse la luna che abbagliava la notte, ma cadevano, e non si capiva il perché.
Io non volevo, non volevo provassero qualcosa per me, perché per loro non andavo, non mi piacevano, omosessuale o meno solo il sorriso di Acacia e quel suo modo di dormire al mio fianco mi colpivano al cuore.
Poi sei arrivato tu, Alex, e c'è davvero qualcosa che non lo colpisce, il mio cuore, ancora oggi?
La musica ha preso un'altra piega, un colore tutto nuovo, quelle parole hanno un senso, ora che finalmente ho te.
Mi stendo di nuovo, ma solo per rialzarmi, perché le sue ginocchia sono alte e i piedi al materasso, poggio la schiena sui suoi fianchi, seduto sul suo bacino.
Lascio un delicato bacio, quanto una piuma, sulla sua fronte.
Le sue mani percorrono dalle mie braccia alla schiena, ormai ricurva su di lui.
Sfioro con le dita le sue guance, rosee e piene, la pelle così leggiadra che passerei le ore a baciarla.
Mi chiedo che farei se non fossi qui, tra le braccia di chi, a chi farei cullare il mio cuore quando più ne sentirebbe il bisogno?
È così strano, che ci siamo trovati.
Non esiste parola più unica e rara, per noi giovani, stregati dall'amore, che per Dio, ci siamo trovati ed abbiam deciso di amarci.
Deciso, perché no, non capita mica a caso che qualcuno ti baci e senti proprio che non potresti desiderare altro.
Alex è ciò che non ho in me, ma che vorrei negli altri.
Un concentrato di dolcezza, così intelligente da deliziarmi ore con nomi e quadri che non sapevo esistessero, così bravo, in cucina, a fare le torte, a guidare, quando è notte e i finestrini sono abbassati.
Bravo a farmi pensare che infondo una via d'uscita c'è e ci sarà sempre, anche quando non ti sembra si possa voltare pagina.
Forse non ho mai avuto bisogno di voltare pagina da quando lui è qui con me, forse non era questo ciò che mi serviva.
Necessitavo d'amore, anche se a esso cercavo di star lontano, perché si sa dei peccati che si commettono quando ci si prostra all'amore.
Non pensavo ne avessi bisogno, neppure mi serviva quando entrai dalla porta vetrata e mi misi a cantare.
Ma poi Alessio arrivò, e bruciai dentro a vederlo lì, intimorito, da ciò che nascondevo dietro me.
Bruciavo quando, seduti fuori, sul marmo, a quella festa, lui mi baciò.
Non dimenticherò mai la paura nel suo tono, quanto i suoi muscoli erano tesi e poi rilassati una volta che l'accolsi, senza respingerlo.
Fu così bello poi, crescere vicini, guardarsi negli occhi con quella malizia di chi sa, di chi sa dannatamente bene ciò che succede ma compensa standosene zitto, godendosi la pace nascosta nella pioggia.
Devi sopportare il vento nei capelli per vedere un aquilone alzarsi, e così feci, strinsi i denti perché era dura ma ora quel mio aquilone domina il cielo.
Un cielo di tempesta che man mano si fa un po' più blu.
***
Buonasera, azzarderei anche un buonanotte visto che è mezzanotte passata.
Sono tornata, non mi aspetto che il capitolo riceva tanti commenti o visualizzazioni, ma non mi importa.
Sono legata a questa storia, e rimpiango il non averla finita mesi e mesi fa.
Perché qualsiasi fine le darò non sarà valida come l'inizio, perché ero ben motivata ed ora, come ormai penso saprete, sono legata alla storia ma trovo molto difficile scrivere di due personaggi che, ahimè, non seguo praticamente più.
Uno dei principali motivi per cui ho tardato l'aggiornamento fino ad oggi erano le aspettative, so che dopo una pausa tutti si sarebbero aspettati un vero capolavoro ma ho deciso di scrivere lo stesso ciò che volevo, nel modo che più mi soddisfava, tralasciando i mesi che sono trascorsi da quando pubblicavo regolarmente.
Non ho riletto il capitolo e non ho aggiunto la foto di copertina, cosa che farò appena potrò dato che mi trovo scomoda essendo al cellulare.
Volevo aggiornarvi, visto che è passato tanto tempo da quando l'ho ultimamente fatto.
Ho pubblicato due os, Suicide Season e Roses, vado molto fiera di entrambe, la prima riguarda un argomento molto delicato su cui tutti dovrebbero riflettere un po' di più, il suicidio, e la seconda è una storia su Zayn Malik.
Poi sto continuando Twelve, una fanfiction Troyler di cui sono davvero ma davvero fiera.
E niente, se vi manco (?) potete trovarmi nelle altre opere recentemente aggiornate.
Vi voglio bene, non dimenticatelo,
Virgy. X
STAI LEGGENDO
The Keeper.
Fanfiction"La timidezza è quando distogli lo sguardo da una cosa che vuoi. " - Jonathan Safran Foer. Genn&Alex.