Simone
Entrammo in discoteca, io e Alberico adoravamo le serate passate a fare i cretini nel privè. Ovviamente eravamo letteralmente circondato dalle guardie del corpo. A volte le detestavo, mi davano un senso di oppressione assurdo. Ci sedemmo ai tavoli e cominciammo a dar giù qualche cicchettino di vodka. Mentre parlavamo guardavamo in pista, c'erano davvero tantissime ragazze. Ma io, per ironia della sorte, pensavo a lei. Perché era scappata così da me? Perché allontanarsi così di scatto? Ero davvero così orribile? Mi chiesi. Da un lato però mi sentii sollevato : anche se sapeva chi ero non voleva me soltanto per la fama. Mettiamola che non voleva me, in generale. Mentre pensavo il mio sguardo si legò a quello di una ragazza con un abito rosso poco scollato e lunghi boccoli neri. Il fiato mi si mozzó in gola e il cuore perse un battito : dal punto di vista maschile, era davvero...gnocca. La guardai per non so quanto e finalmente anche lei guardò me. Ed io, per non dare nell'occhio, lasciai che i miei sguardi cadessero anche su altre ragazze. Dopo qualche ora eravamo ancora in discoteca, avevo riso tantissimo e avevo bevuto poco. Odiavo sentirmi sbronzo, non mi controllavo più e dicevo frasi sconnesse e senza senso. Mi alzai dal tavolo, deciso a cercarla, almeno per salutarla. "In realtà vuoi solo rivedere il suo corpo, stronzo" mi ghignó la mia vocina interiore. La misi a tacere, non poteva essere vero. La cercai con gli occhi per un po', la discoteca era quasi del tutto vuota e la trovai facilmente. Era sbronza. Immaginate un po' come si concluse la serata? Lei che mi disse due frasi senza senso e il suo numero scritto con il pennarello nero sul mio polso. Alla fine la sua amica la portò via, scusandosi mille volte con me per la sua sbronza e dicendo che lei non era quel genere di persona. Finalmente, all'alba, tornai a casa. Ero davvero stanco e volevo soltanto dormire. Prima di farlo però, scrissi il suo numero sul cellulare. Lo memorizzai e rimasi a guardarlo per un po'. La tentazione di scriverle era davvero tanta, avrei voluto addirittura chiamarla per sapere se stava bene, ma lei dormiva e sicuramente non mi avrebbe risposto. Mi stesi sul letto, sfilandomi la maglia che mi aveva regalato e guardandola. Ancora una volta risi per quella frase. Quanto poteva essere strana quella ragazza? E quanto potevo essere strano io, a cercarla continuamente?****
Capitolo un po' noioso, lo so. Ma serviva, nei prossimi capitoli avrete tante sorpresine 😏😏 fatemi sapere se vi piace, un beso 😚 e buon week-end ❤❤
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Una Supernova Per Awed
Fanfiction"La voglia strana di seguirla, averla, urlare a tutti che quel raggio di sole era mio e mio soltanto" Quando due anime si legano, nonostante gli errori e le incertezze di due caratteri diversi ma talmente simili da cercarsi continuamente, è inutile...