capitolo trentasette

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Simone
Il mio stomaco si accartocció e l'aria sembrò mancarmi. Mi girava la testa e la mia sbronza si faceva sentire. Come avevo fatto a ridurmi in quello stato? Perché mi ero lasciato andare così? Mi sentivo nauseato, non riuscivo a credere di averlo fatto sul serio, di aver tradito Francesca. Mentre mi guardavo attorno il cellulare cominciò a squillare. Attesi che finisse ma non fu così, dentro di me sapevo chi era e avevo il terrore di dirle tutto. Respirai profondamente e mi massaggiai le tempie. Presi il telefono rimasi a fissarlo come imbambolato. Che avrei dovuto fare? Il timore di confessarle tutto, della sua reazione, di sentire il dolore che e avrei provocato era grandissimo. Presi un gran respiro, e, dopo alcuni istanti, mi decisi e risposi. "Francesca io devo parlare..." Non ebbi il tempo di parlare, la sua voce era esausta e gracchiante come mai lo era stata. Era strana e quasi mi sembrava di non riconoscerla.. "so che non mi perdonerai mai...sono andata a letto con Alberico" il sangue mi si geló nelle vene. Il telefono cadde da le mie mani, fracassandosi al suolo. La mia supernova mi aveva tradito ed io avevo tradito lei. Il mio era stato soltanto un bacio...lei con Alberico ci era andata a letto. La testa mi scoppiava, nel cervello una sola domanda mi martellava..perché il mio miglior amico mi aveva fatto questo? Mi sentivo tradito, ucciso dalle persone che più amavo. Cominciai a sentire sempre più freddo, come se il gelo stesse lentamente ghiacciando il mio cuore. Faticano Faticano respirare, un peso tremendo mi opprimeva, la mia vista si offuscava ed io avevo sempre più freddo. Scivolai giù dal divano quasi come al rallenty e caddi sul pavimento. Con il poco fiato che avevo in gola, urlai. Urlai tutto il dolore che provavo. Tutto il rimorso, il senso di colpa. Urlai per il mio cuore in pezzi e per la tristezza di aver perso tutti. Poi di colpo...Mi svegliai, sudato, nel letto della mia stanza. Controllai subito il mio braccio. Nulla. Sorrisi soddisfatto e mi accasciai sul letto, sfinito. Era mattina, il sole era alto ed illuminava La mia stanza. La finestra era aperta ed il freddo che mi aveva ghiacciato era entrato da lì, aiutato dalle lenzuola che a causa della mia agitazione si erano del tutto sdradicate dal letto. Mentre riposavo il mio corpo dopo il tremendo incubo, il telefono trilló. Il mio cuore accellerò di colpo i battiti ed io guardai lo schermo. Era lei e stavolta la mia risposta le avrebbe arrecato soltanto gioia, nulla altro.

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Lo so che mi odiate più di prima HAHAHAHA perdonate l'attesa, tra la scuola e la mia salute che non ho sono troppo stressata 😭😭
Un bacio a tutte voi, grazie per il supporto e buona nanna❤❤❤

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