capitolo quarantotto

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Francesca
Arrivammo al centro commerciale dopo una scarpinata infinita, stanchissime. Odiavo camminare, perché mai bisogna sprecare energie quando poi esisto le auto?? Inoltre faceva anche un caldo tremendo, l'odore delle ascelle commosse nel centro commerciale misto alle perdite di gas di qualcuno che aveva mangiato troppi, ma proprio troppi fagioli non migliorava le cose. Ci facemmo largo tra un nugolo di anime sudate, dando spallate e correndo per uscirne il prima possibile. Quando ci riuscimmo, una ventata di aria fresca mi risollevo il morale, ed anche il naso, che aveva preferito voldemortizzarsi e mi stava abbandonando. Girammo per i negozi, comprando di tutto. L'indomani sarei partita per il CoTr e non stavo nella pelle. Comprai molte maglie, jeans comodi come piacevano a me e poi, miracolo della settimana, finalmente mangiammo da Old Wild West, ovviamente dopo aver scattato mille foto con l'orso che stava all'entrata. Tornai a casa nel tardo pomeriggio, accompagnata dai genitori di Jazz che aveva avuto un attacco convulsivo di flatulenze ad alta gradazione alcolica. Era corsa in bagno mentre io mangiavo, facendomi perdere quel residuo appetito che mi era rimasto dopo quasi tre piatti. Adoravo mangiare, mangiavo sempre e non ingrassavo mai, mi sentivo Dio. Poco dopo mi aveva chiamata ed io ero corsa in suo soccorso, reggendo tutte le buste e correndo come una matta. Mi ero anche persa, non ricordando dove fosse quel cavolo di bagno. Finalmente poi l'avevo raggiunta, aspettandola fuori mentre concludeva. "Checc mi sento una merda" aveva mormorato uscendo, massaggiandosi la pancia. Io l'avevo guardata ed avevo cominciato a ridere, quasi non mi reggevo in piedi. Jazz somigliava ad una donna incinta dopo mesi di nausea e vomito. Troppo divertente. Arrivai a casa non molto tardi, salutai Jazz, ringraziai i genitori ed entrai. Corsi nella mia stanza, tirando fuori dall'armadio di tutto. Buttai sul letto la valigia, infilandoci vestiti e ridendo da sola, ero talmente emozionata da non reggere la tensione. Sarei stata con lui per giorni, forse anche mesi e non stavo nella pelle. Il mio cuore era un misto di emozioni tutte diverse e contrastanti. In fretta mi infilai il pigiama, mettendomi sotto le coperte e cercando di dormire. La mia mente era già al CoTr e a Simone, che sembrava, ora più che mai, vicinissimo.

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Ecco a voi, un capitolo aggiornato prima della partenza per la Sicilia, forse ci scappa anche una foto con me e Checc, un besooo❤❤❤

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