Francesca
Dopo due ore passate ad osservare le balenottere che davano libero sfogo al loro "amore", la pizza era d'obbligo. O almeno così mi disse Simone ed il mio stomaco concordava pienamente. "Allora, conosci anche le varie pizzerie che ci sono qui, Tomtom?" Chiesi incrociando le braccia e guardandolo, sarcastica. "Si e fanno pena, ti porto a Napoli a mangiare la vera pizza napoletana" disse con aria da seccente. "Ma tu sentilo! Le pizze sono ottime qui" difesi il mio paese anche se, in parte Simone aveva ragione. Certo, non erano come la pizza che si fa a Napoli, quella margherita che solo a guardarla da lontano ti commuovi, ma erano davvero buone. L'idea di andare a Napoli, sola, con lui mi rendeva davvero entusiasta, mi metteva addosso una felicità che non ricordavo di aver avuto da quando il mio Marco era andato via. Deglutii e scacciai il ricordo dalla mia mente, sentendomi subito in colpa. Potevo mai dimenticarlo e andare avanti senza di lui? Dimenticare tutto quello che avevamo passato insieme? Non potevo...eppure Simone rappresentava un punto di svolta, un modo per ricominciare ad essere felice. Alzai gli occhi su di lui, intento a telefonare non so chi. Era alto, aveva occhi scuri davvero strani ed un viso marcato. Aveva un sorriso splendido, denti perfetti. Il fisico era bello quanto quello di un lampione, e che lampione, signori miei. Indossava abiti semplici : jeans, scarpe binche di cui non conoscevo la marca, una maglia blu e cardigan grigio. E fortunatamente, non aveva i risvoltini. Mentalmente mi partì una hola fantastica, odiavo quella moda assurda. Ogni volta che vedevo jeans con i risvoltini davo di matto, sembrava che tutto il mondo avesse la casa allagata e non potesse permettersi un'idraulico. Simone finí di dialogare accanitamente con il suo interlocutore, ma io non me ne accorsi e continuai a fissarlo, lasciando la mente vagare. "Hey, bella addormentata?" Mi chiamò lui, scuotendomi dai miei pensieri "eh..Si eccomi" dissi ridendo e scuotendo la testa. "A che pensavi?" Mi chiese sedendosi su di una panchina e facendo sedere anche me "pensavo che non hai i risvoltini, quindi la tua casa si è salvata dall'inondazione del fiume della moda di merda" dissi annuendo con aria quasi seria. Lui mi guardò interdetto per un attimo e poi rise "va bene; non te lo chiedo più di dirmi cosa pensi" rispose alzando le mani. Lo guardai con aria esasperata ed alzai gli occhi al cielo : chi me l'avrebbe data tutta a pazienza necessaria a sopportarlo ancora?****
Nuovo capitoloooooos
Un bacio a chi continua ancora a seguire la storia, siete davvero fantastici ❤❤
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Una Supernova Per Awed
Fanfiction"La voglia strana di seguirla, averla, urlare a tutti che quel raggio di sole era mio e mio soltanto" Quando due anime si legano, nonostante gli errori e le incertezze di due caratteri diversi ma talmente simili da cercarsi continuamente, è inutile...