capitolo trentasei

828 50 15
                                    

Simone
Il video era completato e per fortuna erano appena le tre del mattino. "Andiamo a farci un giro?" Mi chiese Alberico, i capelli spettinati quasi quanto i miei e gli occhi rossi per la prolungata esposizione alla luce del pc "sembri un drogato" notai ridendo e lui corse in bagno per guardarsi allo specchio. Era un tipo abbastanza strano, spiritoso e molto...puntiglioso, come direbbe mia madre. Mi passai una mano sul viso stanco e feci cenno a Rocco, la mia unica guardia del corpo rimasta "non farmi stare troppo ed evitami una sbronza, ti prego" mormorai mentre Alberico correva come un matto per tutta la casa "e la cintura?...No aspe la maglia...Oddio il cardigan...ste scarpe demmerda" sembrava un epilettico in piena crisi e guardarlo mi faceva morire da le risate. Rocco sorrise e annuì "Ti tengo a bada, la signorina mi ammazza sennò" mi rispose ammiccando. Alludeva a Francesca e al suo carattere peperino, audace, sfrontato. Mi faceva impazzire la sua ribellione, l'autorità con cui teneva sotto controllo se stessa e quello che le stava attorno. Era davvero ammirevole e mi ricordava mia madre, ormai non la vedevo da un po'. Mentre guardavo l'allegro scorrazzare di Alberico mi venne in mente un'idea malsana...far conoscere mia madre a Francesca. Sorrisi tra me e me, le scrissi un messaggio e, quando finalmente Alberico fu pronto, salimmo in auto. Guidava Rocco, attento ad ogni dettaglio, a velocità sostenuta. Mi meravigliavo spesso dell'autocontrollo di Rocco, sapeva sempre cosa fare, quando farlo e perché. Era la mia guida, il mio amico e l'unico che mi guardava non come una banconota che cammina, ma come un ragazzo normale. L'unico, oltre lei. Ci fermammo in un pub poco frequentato, ci andavamo spesso proprio per quello, perché era tranquillo e perché il proprietario era un caro amico. Entrammo e mi trovai accerchiato da alcune ragazze, due more ed una biondina. Avevano abiti molto molto molto molto scollati e tacchi alti, trucco abbastanza forte e modi molto poco consoni. In pratica, tre baldracche. Da subito mi sentii infastidito dalla loro presenza, non mi interessavano per nulla. Ma dopo un paio di drink me le ritrovai vicino, più "a rota" che mai. Rocco era distratto quando bevvi il quarto bicchiere di vodka, andai praticamente di filato in un mondo parallelo in cui non capivo nulla. In poco tempo mi ritrovai la bionda avvinghiata e la baciai. Lei rise, prese una penna e mi scrisse il suo nome ed il suo numero sul braccio poco prima che Rocco mi trascinasse fuori dal locale. Mi ritrovai alcune ore dopo sul mio letto, sudato e con una fortissima emicrania. In un momento mi parve di ricordare tutto è mi sentii un bastardo per quello che avevo fatto. Mi guardai il braccio e capii di averla fatta grossa : la ragazza che avevo baciato si chiamava Isobel ed ero sicuro fosse quella Isobel. Il vuoto nello stomaco si accentuó quando vidi un suo messaggio su Facebook "ciao caro, grazie per la serata di ieri. Sai...ho molte nostre foto...chissà che dirà Francesca quando le vedrà..."

*****

DANDANDANDAAAAAN
Odiatemi su HAHAHA a prestoo❤❤

Una Supernova Per AwedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora