Capitolo II

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Le sirene della polizia erano sempre più vicine a me. Corsi più velocemente che potessi. Un uomo stava per salire in macchina così gli diedi una testata e poi lo colpì con la mazza da baseball. Salì in macchia e schiacciai l'acceleratore. La polizia era alle mie calcagna. Spararono una, due, tre volte. Non mi avevano colpito. C'era una curva cercai di frenare ma i freni non funzionavano, allora cercai di girare ma per la troppa velocità caddi nel precipizio. Cominciai ad avere molto freddo e ad un tratto diventò tutto nero intorno a me. Ma a un certo punto il freddo non c'era più. C'era solo l'oscurità, dopo un po' però una luce rossa e calda mi travolse .

Aprì gli occhi. La polizia non c'era più anzi non ero più neanche nella macchia. Faceva molto caldo. Mi guardai intorno. Ero difronte a una cascata di lava incandescente. Mi toccai la fronte e la nuca. Ad un tratto senti due corna attaccate alla testa. Cercai di toglierle ma inutilmente, pensai che le avessero attaccate proprio bene con la colla, ignaro di quello che mi stava per succedere. Doveva essere per forza uno scherzo. Guardai indietro e alla mia schiena erano attaccate due grosse ali nere. Cosa? Che cazzo sta succedendo?. Cominciai a camminare senza meta. Ad un certo punto vidi un grosso cancello nero e una donna dagli occhi rossi e capelli neri dava l'impressione che stesse aspettando proprio me. Anche lei aveva il mio stesso aspetto. Si adesso ho capito doveva essere una festa in maschera.

-Ti stavo aspettando.-

-Io non la conosco. Chi è lei?-

-Che razza di idiota, le domande qui le faccio io! Ti ricordi come sei arrivato qui?-

Era odiosa. Era davvero una stronza.

-Ricordo che avevo la polizia alle calcagna stavo scappando e poi nient'altro.-

-Come ti chiami?-

-Raian.-

-Seguimi ti spiegherò tutto.-

Attraversammo il cancello e si inalzó una città che a prima vista sembrava New York, ma metteva i brividi. Tutti i grattacieli erano neri con i vetri rossi e al posto dei giardini c'era il deserto. Erano accesi molti falò, il cielo era nero. Le persone che vi abitavano erano solo giovani. Prendemmo un taxi che ci portó davanti a un grattacielo. Salimmo al cinquantesimo piano.

-Bene. Questa sarà la tua casa. Appena ti sentirai calmo e a tuo agio chiamami con quel telefono.-

Indicò il telefono sul tavolo e se ne andò. Girai per la casa. Era un appartamento molto grande. La sala era grande quanto la casa dove abitavo. La camera da letto la cucina e il bagno erano perfetti. Passarono un paio di giorni e ancora non avevo chiamato quella donna. Giravo per la città e la persona più vecchia che avevo incontrato aveva l'aspetto di una ventenne. Era davvero troppo strano per essere vero. Com'ero riuscito a scappare dalla polizia? La curiosità e la paura di sapere la verità aumentavano sempre di più. La notte arrivò con i pensieri più tristi. Era una notte molto strana. Piccoli pensieri si accavallano nella mia mente mentre molti attorno a me dormivano sereni, ed in questo silenzio irreale, dove fa rumore solo il mio cuore ed il mio respiro, penso a quanto sia meravigliosa la vita malgrado le delusioni, le sconfitte, i pianti malinconici di chi pensa di aver perso per sempre qualcosa o qualcuno. Dopo ogni notte, anche la più brutta, ci sarà sempre un'alba splendente pronta a riproporsi, ogni giorno. Ma per me il sole è calato per sempre. L'indomani chiamai la signora

-Pronto, sì vorrei parlare con lei.-

La donna arrivò dopo pochi minuti.

-Allora adesso ti dirò tutta la verità è tu mi ascolterà senza fare domande chiaro?-

-Chiaro.-

-Raian sei morto quando sei arrivato qui. Questo è l'Inferno.-

-Cosa?! È impossibile!!-

-TACI. Hai perso tutti i tuoi soldi per le scommesse sportive. Hai rubato i pochi soldi che conservavano i tuoi genitori. Per farti perdonare hai deciso di rubare i soldi in banca, ma la polizia ti ha beccato e sei finito nei guai. Così per scappare hai rubato la macchina ad un uomo. Ma quell'uomo era un meccanico che voleva mettere a posto i freni della sua macchina.-

Certo ora ricordavo. Che stupido che sono stato. Volevo vincere tanti soldi per due motivi: il primo era aiutare economicamente i miei genitori e il secondo era che avevo sempre desiderato una macchia tutta mia. Così cominciai a scommettere. Vincevo sempre ma non ero mai sazio. Avevo iniziato anche a drogarmi e a fumare. Cominciai a vivere spericolatamente. Mi piaceva. Ma quando persi tutti i soldi quella sera decisi il colpo in banca. Così presi la pistola di mio padre e salì sulla mia BMX. Poi quella sera scelsi la macchina sbagliata e quell'errore mi costò la vita. Tutte quelle scelte mi costarono la vita. Avevo deluso i miei genitori, loro che mi davano tutto quando per loro non c'era niente. Non avevamo soldi e quindi la vita di tutti i giorni era molto difficile ma loro mi davano tutto quello che un adolescente potesse desiderare.

-Devo andare dai miei genitori. Devo vederli, devo scusarmi con loro.-

-Non puoi è impossibile. Io faccio parte delle Malebolge e quindi posso solo mostrarti cosa stia succedendo sulla Terra in questo preciso momento. Ma ti avviso che non sarà un bello spettacolo.-

-Voglio vedere.-

La donna si alzò e aprì uno schermo sul muro. La scena che vidi era lacerante. Mamma era da sola sul divano e tra le braccia teneva una mia foto.

-Non ti preoccupare Raian. Ti perdono bambino mio. Ti perdono. Mamma e papà ti vogliono tanto bene.-

Mamma.. mi dispiace davvero tanto.. papà invece era in un bar della periferia.. e stava bevendo tanto.. sembrava molto deluso.. e gli davo perfettamente ragione.. suo figlio aveva tradito la loro fiducia..

-Basta non voglio più vedere.-

-Raian qui vivono persone che hanno un'età massima di vent'anni dopo di che non crescono più. Siamo esseri immortali. Le Malebolge e le bassesfere invece hanno un aspetto più adulto. So che adesso il dolore che provi è lacerante ma c'è una soluzione.-

-Quale soluzione?-

-La rinascita qui in Inferno. Rinascere e crescerai qui. Non ti ricorderai più niente di quello che hai vissuto sulla Terra. Sarà indolore.-

-Voglio dimenticare ogni cosa.-

-Bene. Da ora comincia la tua nuova vita qui all'Inferno.-

Il buoi ritornò. Quello era il buio degli inferi. Ma non avevo paura. Infondevano coraggio. L'oscurità mi travolse.

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