Riunione (parte 1)

53 5 0
                                    

La notte passò anche se molto lentamente, i secondi parevano minuti, questi sembravano ore e queste ultime giorni. Non esiste peggior modo per passare la propria vita se non sperare, sognare qualcosa che non potrebbe accadere oppure sia molto difficile che succeda. Incrociare le proprie dita e attendere che di punto in bianco sbuchi una soluzione ... rende le persone ancor più ansiose di quanto già non siano. Persone divise che aspettano che giunga una fine, una fine che li porti lontano da quell'isola maledetta sani e salvi.

Anche se la distanza tra i ragazzi è palesemente relativa rispetto al resto del mondo ... è comunque una cosa che potrebbe fare la differenza. Ci sono due modi di pensare che circolano su un'isola come quella, che dipendono da persona a persona, a seconda della personalità, differenti fra di loro, entrambi riguardano la formazione. Una, molto semplice come il detto: l'unione fa la forza, più si è meglio si riesce a sopravvivere, ognuno copre le spalle di un altro. L'altro, semplice pure questo, pensare a se stessi senza occuparsi di quelli che ci sono accanto, fregandosene anche se sono propri famigliari, amici.

Entrambi sono oppinioni giuste o sbagliate? Oppinioni pure queste, c'è chi preferisce la prima e chi la seconda, ma in questo caso sono tutti d'accordo sulla stessa risposta, sullo stesso ragionamento, questo è l'importante.

"Chissà perché mia cugina non è entrata, infondo ci sono già stato lì e non c'era pressoché nulla. A meno che ..." il giovane rimase a fissare quella struttura così imponente e allo stesso tempo inutile. Dopo una settimana è riuscito quasi a scoprire tutto su quel posto, ma a quanto gli pareva, qualcosa gli è sfuggito come se fossero stati in grado di nascondersi nell'oscurità. Se era quella la loro capacità ... non si sorprese se non li aveva ancora visti.

Quello che lo preoccupava è che quei ragazzi sono rinchiusi là chissà dove oppure, cosa da prendere in considerazione, anche se non vorrebbe che non fosse ancora accaduto, che potrebbero essere già finiti all'altro mondo. Gli venne un colpo al cuore quando realizzò quello che aveva appena pensato, doveva sempre pensare in positivo per riuscire a svolgere il suo lavoro, anche se spesso la fine non era mai quella sperata.

Scosse la testa e scese dall'albero deciso a fare un giro di tutta la struttura, sperava di riuscire in qualche modo ad individuare la loro posizione. Certo la poca luce della mattina e il suo stato di sonnolenza non aiutavano più di tanto, soprattutto perché non aveva ancora i sensi in allerta, come se avessero deciso di farsi una piccola (inappropriata) vacanza. Ma come pensato non riuscì a concludere nulla: nelle stanze che possiedono una finestra/buco dove doveva esserci il vetro, non c'era niente se non il caos che, i vari ex lavoratori, avevano lasciato prima di scappare.

I vari rumori che cominciava a udire non annunciavano nulla di buono e, anche se controvoglia, ritornò alla posizione iniziale sperando di riuscire in poco tempo a trovare i ragazzi e un nuovo modo per andarsene dall'isola. La sua vecchia idea può solo finire male, in assoluto non vuole che scappino altri morti.

"Uffa ora devo riuscire a far funzionare il piano B, speriamo in bene" pensò prima di cercare di compiere un secondo giro dall'alto.

Intanto la presunta cugina si ritrova, di nuovo, abbracciata ad un albero per non cadere a terra. Ci mise chissà quanto, ma riuscì ad arrivare al rifugio costruito dal ragazzo, peccato che arrivò nello stesso istante in cui il sole cominciò a spuntare, però ... fino a quanto quei ragazzi non si fossero svegliati, forse un po' di pace può esserci ancora.

Prima di lasciarsi al sonno che l'assillava guardò i ragazzi: uno aveva un piede e mezza gamba fasciata e l'altro dormiva accanto a lui, entrambi erano sdraiati sul pavimento di legno, dormivano, ma non era sicura se era per la stanchezza o per vero sonno. Questo la preoccupava, avrebbe chiesto non appena si fossero svegliati. Smise di pensare e andò in un angolo di quella 'casa' e lì si sedette e cercò di togliersi almeno un po' di quella stanchezza.

Inazuma eleven: L'isola del tempoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora