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Per me, il destino era una grande puttanata quindi mi affidavo al caso, e il caso quella sera, voleva proprio farmi incontrare Ashton Irwin fuori il locale in cui dovevamo andare.
"Oh, guarda chi si vede, Calum Hood e Michael Clifford, giusto?" Mi strinse la mano amichevolmente e dopo fece la stessa cosa con Calum, che divenne leggermente rosso al contatto.
Iniziarono a parlare ma non li ascoltai, perché ero preso ad osservare le macchine che sfrecciavano lungo la strada.
Dopo essere entrati mi guardai attorno, era un locale davvero carino, la prima cosa che mi colpì quando entrammo fu il barista dietro il bancone, delizioso.
La cosa che invece non mi piacque molto fu quando ci avvicinammo a quello che doveva essere il nostro tavolo e c'erano soltanto ragazze, Calum si sedette e io scossi la testa sedendomi al suo fianco.
Mi aveva trascinato in uno dei locali della città sapendo benissimo che a me non piacevano per le persone che lo frequentavano, ma mi aveva raccontato che c'era questa ragazza molto carina e che voleva chiederle di uscire, non era affatto vero, ma non insistetti, volevo fargli passare una bella serata.
"Cal la devi smettere, accetta quello che sei." Sussurrai a denti stretti al suo orecchio.
"Cosa? Ma che dici? Non ti capisco davvero." Finse lui, senza nemmeno guardarmi in faccia, sorrise a tutte ma lo sapevo che stava male.
Mi girai e guardai il palco, era vuoto, aggrottai le sopracciglia curioso di sapere chi si sarebbe esibito.
"È uno nuovo, non so il suo nome ma credo che abbia circa diciassette anni" una delle ragazze del gruppo iniziò a parlare, solo quando continuò capii che stava parlando con me.
"Non l'ho mai visto prima, il capo del locale non ha mai optato per la musica ma ha detto che voleva provare qualcosa di nuovo" mi girai verso di lei e la guardai.
"Vieni spesso qui?" Chiesi anche se sapevo già la risposta.
"Si, ma credo che si sia capito, tu invece non mi sembri uno da locali di questo tipo, è la prima volta che ci vieni?" Mi chiese e io annuii, guardai le ragazze sedute al tavolo e lei era l'unica che aveva qualcosa addosso che la coprisse abbastanza.
I suoi capelli erano di un rosso fuoco proprio come li avevo io qualche settimana prima, gli occhi verdi truccati forse un po' troppo, le labbra dello stesso colore dei suoi capelli e i lineamenti del viso morbidi.
Non mi sembrava poi così tanto felice a differenza delle sue amiche.
"Oh guardate eccolo qui." Sentii i mormorii delle ragazze al tavolo, il locale era diventato affollato e non me ne ero nemmeno reso conto.
Non credetti a quel che stavo vedendo, Luke Hemmings era in piedi sul palco, davanti al microfono e aveva la sua chitarra, quella azzurra che portava sempre alle prove della banda.
Mi girai e Calum ridacchiò e io capii tutto, mi aveva portato apposta, lui era convinto che fossi interessato a Luke.
Strinsi i pugni e cercai di non fargli cadere i denti che si ritrovava in bocca.
Intanto la mia (di bocca) era spalancata dallo stupore, la ragazza di fronte a me la chiuse con un dito e ridacchiò.
"Lo conosci già?" Chiese e l'unica cosa che riuscii a fare fu annuire lentamente e girare la testa guardando il ragazzo biondo che cantava e contemporaneamente suonava.
Le sue dita si muovevano lungo le corde, i suoi occhi erano chiusi e le labbra erano poggiate al microfono mentre i suoi fianchi ondeggiavano a ritmo della musica.
We'll stagger home after midnight
Sleep arm-in-arm in the stairwell
We'll fall apart on the weekend
These nights go on and on and on
Iniziò a cantare, quella canzone la conoscevo, ma non ricordavo il nome.
Chiusi gli occhi e mi godetti la sua voce, ricevetti da parte di Calum una gomitata e "ti sta guardando, Michael".
Mi ero così perso nell'ascoltare che avevo dimenticato tutto, aprii di botto gli occhi e i nostri sguardi si incrociarono, ma lui non fece nessun sorrisetto sbilenco, mi guardò semplicemente e continuò a cantare le parole della canzone, fino alla fine.

paper crowns; mukeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora