2.0 (not) the end.

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Camminai lungo il marciapiede, con le mani infilate nelle tasche dei jeans mentre la casa di Luke si faceva sempre più vicina.
Una volta essere arrivato davanti alla porta, bussai ma mi resi conto che quest'ultima era già aperta.
"Luke? Jack?" Aggrottai le sopracciglia entrando, chiamando anche il fratello.
Chiusi la porta con il piede, la cosa iniziava a farsi piuttosto inquietante.
"Luke? Se mi stai organizzando un cazzo di scherzo sappi che ti rompo le ossa quando ci vediamo. E non scherzo." Mormorai, salendo al piano di sopra, ispezionando ogni angolo del piano, fino ad arrivare in camera di Luke.
Aprii l'armadio, e tutti i suoi vestiti erano spariti, cercai di pensare a qualcosa ma non mi venne niente in mente.
Di certo non capitava tutti i giorni una cosa del genere, entri clandestinamente in casa del tuo ragazzo ad indagare per capire dove si fosse cacciato.
Infilai una mano nella tasca dei jeans neri e presi il telefono, chiamando all'istante Luke, che però, come al suo solito, non rispose.
Calum invece, rispose dopo un paio di squilli.
"Hai sentito Ashton?"
"No, perché?"
"Niente, niente, ci sentiamo dopo." Mormorai, e attaccai, buttandomi a peso morto sul letto del ragazzo biondo e sospirando.
Era andato via senza dirmi niente? Cosa gli era successo? Perché dovevo preoccuparmi così tanto di lui, quando a lui invece, di me sembrava non importargli niente?
Mi sedetti, aprendo tutti i cassetti completamente vuoti, fino all'ultimo, dove trovai una specie di quaderno.
***
"Quindi, sei andato da Luke ed è come se ogni sua traccia non ci sia più?" Chiese Calum, picchiettando il dito sul mento come se stesse riflettendo su ciò che gli avevo raccontato.
"Sì, e la sua camera è stata praticamente ripulita, non so che pensare, in tutta sincerità."
"Forse se ne sono andati."

Luke, perché te ne sei andato? Perché cazzo sei andato via senza dirmi niente?
È ormai da due mesi che sei scomparso, insieme ad Ashton.
Potrei mandarti a quel paese, se mai un giorno dovessi ritornare.
E non provare a darmi torto, sei andato via, nessuna traccia di te o di quell'idiota di Ashton.
Oh dio, Luke, sono così incazzato con te, mi sento ferito, mi sento in qualche modo ingannato e spero di non vederti mai più.
Vedi, Luke, non puoi entrare ed uscire dalle vite delle persone quando vuoi, non puoi piombare improvvisamente e diventare qualcuno per una persona per poi abbandonarla senza farle sapere niente.
E se lo stai pensando, cazzo no, non è affatto una lettera d'amore, non starò qui ad aspettarti.
Mi hai lasciato spiazzato, ho cercato di contattarti in tutti modi e ho perso soltanto tempo.
Non so neanche perché sto scrivendo, io e Calum bruceremo quel che stiamo scrivendo nel camino di casa sua.
Non hai neanche aspettato il diploma, per andare via, non mi hai mai parlato dei tuoi piani per il futuro, o puttanate del genere, forse perché già sapevi che saresti andato via.
Spero che un giorno inventino il teletrasporto, così posso tele trasportarmi da te e darti un calcio in culo, che hai sempre meritato.
Ora io e Calum sembriamo due ragazzine col cuore spezzato in uno di quei film del cazzo, ma se ritornerai l'unica cosa che avrai da me sarà uno sputo in faccia.
Però devo ringraziarti, Luke, in questo grande universo dove mi sentivo un piccolo puntino, tu mi hai fatto sentire importante, ed è una grande cosa.
La nostra "cosa" che non chiamerò mai e poi mai "relazione", mi ha reso felice per un bel po' di tempo, perché sono stato felice con te anche se mi pento amaramente di aver accettato di uscire con te quella sera, ma non avevo altra scelta.
Vaffanculo, Luke Hemmings.
Il (non) tuo per sempre, Michael Clifford.

paper crowns; mukeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora