Capitolo 9.

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"Non so se ho bisogno di un abbraccio, un enorme caffé caldo, sei shottini di vodka o un riposino che duri tipo 2 settimane" Dice Louis, dopo dieci minuti di silenzio.

Annuisco, pensando che io ora avrei bisogno solo della vodka.

Guardo fuori dal finestrino, dato che Louis aveva insistito per guidare. La notte è fredda, le stelle risplendono nel cielo e la luna piena illumina la strada.

Louis mi posa la mano sinistra sulla coscia, continuando a guardare la strada. Fisso il punto in cui mi sta toccando.

"Dio, e pensare che quando torneremo non potrò più baciarti." Dice Louis, sospirando.

"C-cosa?" Sussurro.

"Non potrò più baciarti. Harry sarà in giro e non avremo privacy." Spiega con un sorriso.

"Louis, ascoltami. Scusa se prima ti ho baciato. Ma hai un ragazzo, uno che ti ama e non voglio che per causa mia vi separiate. Qualunque cosa stiamo facendo, smettiamola. Non voglio che succedano casini tra voi. Vedo come lo guardi e come lo fa lui con te. Prima è entrato nel mio appartamento, era come perso senza di te. Non voglio che lui soffra, è un bravssimo ragazzo. E tu meriti di stare con qualcuno che ti ama nel modo che fa lui." Sospiro, vedendo il suo sorriso spegnersi.

Riporto lo sguardo sulla strada che sotto le ruote passa via velocemente. Le lacrime minacciano di uscire, ma le trattengo. Ho pianto fin troppo.

Il viaggio rimane silenzioso, finché a circa un isolato da casa mia, Louis ferma la macchina, posteggiandola su un lato della strada.

"Puoi dire quello che vuoi, ma non mi interessa per niente. Non vuoi baciarmi? Bene, non farlo. Non mi vuoi? Perfetto. Ma io lo vorrò sempre fare e ti vorrò sempre. Quando sono con te, è come se tutto il mondo sparisse. Anche se Harry è accanto a me." Sussurra, guardando dritto a sé.

"No, Louis, come ti vengono in mente queste idee? Ti voglio baciare e ti voglio con tutta me stessa. Ma appena vi ho visti, quella sera al locale, ho subito pensato che lui era l'uomo giusto per te. Non voglio che tu rovini la storia d'amore più bella che abbia mai visto solo per me."

Finalmente si gira verso di me e si avvicina, la sua mano mi accarezza la coscia e l'altra si è appena posata sulla mia guancia.

Si avvicina sempre di più, interrompendosi quando sente il mio telefono suonare.

"Non rispondere, ti prego." sussurra contro le mie labbra.

Lo ignoro, sapendo che colui che mi sta chiamando è Jason.

"Che vuoi? Avevo detto ieri a... Zayn che non volevo più lavorare per un paio di giorni." Rispondo seccata, Louis aveva una faccia mista a preoccupazione e rabbia.

"Lo so, ma abbiamo notizie di Derek. La sua carta di credito è stata usata qui, a Doncaster, ma il suo cellulare è ancora rintracciabile a New York. Tu che dici di fare?"

"Non lo so, davvero. Senti, ora è un casino, ti richiamo tra alcune ore. A dopo Jason." Chiudo la chiamata rimettendo il telefono in tasca, Louis che continua a fissarmi, con fare decisamente arrabbiato. "No, non iniziare. Questo lavoro è pericoloso, ti farai del male, morirai. Beh, notizia del giorno: moriremo tutti. Quindi, perché farlo dopo una vita monotona, al posto di vivere la tua vita a pieno? E si, forse è il modo sbagliato di viverla. Ma non mi interessa. Una volta dentro, non ne esci più. Mi dispiace, so di aver deluso te, mamma, la tua famiglia e anche papà. Ho sbagliato e non posso tornare indietro." Finalmente tiro fuori tutto il fiato che non sapevo di trattenere fino a ora.

Sclaccio la cintira di sicurezza ed esco dalla macchina, non ascoltandolo, mentre urla il mio nome, mentre mi urla di tornare indietro. Inizio a correre e sento i suoi passi dietro di me. Ci fermiamo in un bosco, non molto lontano dalla strada.

"Torna da lui. Lui ti ama nel modo in cui vuoi tu. Non nel modo malato in cui..." Mi blocco, rendendomi conto di quello che stavo per dire.

"In cui cosa, Alex?" Urla, ma dato che non rispondo, continua. "Hai ragione. Lui mi ama, continua a dirlo ogni volta che mi bacia, dopo che facciamo sesso. Lo amo anche io. Ma da quando ti ho baciata, no, in realtà da quando ti ho rivista, il mio cuore ha perso un battito. Quando ero lontano da te, ogni secondo lontano da te lo passavo in agonia. Volevo che il tempo tornasse indietro, nei momenti in cui sorridevi perché eravamo insieme, a quando ho dovuto asciugare le lacrime quando quel bambino in terza elementare ti dava fastidio e ho iniziato a proteggerti. Se tornassimo in quei momenti, lo sai che avrei fatto di tutto per far si che io sia stato la tua vita, la tua voce per urlare contro l'oscurità e vorrei essere stato il tuo amore e il tuo cuore. Ma il tempo non torna indietro. Quindi per favore, lasciami che lo sia adesso. Combattiamo insieme l'oscurità, è la cosa che ci viene meglio da fare, quando stiamo insieme. Te lo giuro su qualsiasi cosa, staremo insieme per sempre. Come ti avevo promesso."

Riesco a sentire ogni parola, ogni sillaba, ogni singola lettera che esce dalle sue labbra. Quelle labbra che da sempre amo, che ho sempre voluto baciare. E che ora ho la possibilità di farlo, impedita solo dal suo ragazzo.

"E che cosa accadrà dopo? Anche io vorrei combattere con te, l'ho sempre voluto. Ma abbiamo l'universo contro, non te ne sei reso conto? Hai Harry. Lo so, continuo a ripetertelo, ma tu continui a dimenticarlo. Parli di noi due insieme, come se lui non esistesse, come se la vostra relazione fosse frutto di fantasia. Beh, benvenuto nella vita reale. Non importa quante volte mi dirai che staremo insieme per sempre. Una volta hai spezzato la promessa, quante altre volte succederà? Sii realista. Fallo per me, ma soprattutto fallo per te stesso." Replico tranquillamente.

Un sorriso gli spunta sulle labbra e da una parte vorrei saltargli addosso, baciarlo e farmi scopare finché non riuscirò più a camminare, ma dall'altra vorrei prenderlo a pugni. Come fa a sorridere in questa situazione?

"Vuoi che sia realista? Bene. Alle elementari tutti i bambini della scuola ti volevano perché eri la più bella, non perché eri intelligente, divertente e anche un po' maschiaccio. Quando mi hai raccontanto che David Ketcher ti aveva dato il tuo primo bacio sulle labbra, nello sgabuzzino del bidello Earl, ero su tutte le furie. Continuavo a vedere le sue labbra sulle tue e continuavo a pensare che il tuo primo bacio doveva essere con me. Da uno a cui piaceva la vera Alex, non quella che era la più popolare. In quegli anni ho scoperto che mi attiravano i maschi, ma in qualche modo anche tu mi attiravi, in quel senso. Ero così fottutamente confuso. Quando ti ho lasciata e ho incontrato Harry, mi sono subito innamorato di lui. Ma continavo a pensare a te, a come qualche ragazzo avrebbe potuto spezzarti il cuore e farti piangere. E non posso essere più realista di così." Si avvicina a me, io completamente scossa dalle sue parole.

Le lacrime ormai non smettevano di scendere, talmente forti da farmi dimenticare di dove eravamo, c'eravamo solo io e Louis.

Lui sorride, illuminando gli alberi intorno a noi. Mi prende per la vita, mi bacia ogni lacrima scesa sulle mie guancie arrossate e infine mi lascia un casto bacio sulle labbra.

Prende il mio telefono dalla tasca e ci armeggia qualche secondo.

"Hai detto a Harry che ci siamo fermati in quel motel con l'insegna che ormai cade a pezzi e che torneremo domani." Lo guardo confusa, non capendo il perché non volesse tornare da lui. "Ho così fottutamente bisogno di te."

Mi prende per mano e torniamo nella mia macchina, andando verso quel motel.

Night Changes (l.t.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora