Capitolo 2

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La mattina seguente mi sveglio di soprassalto in seguito ad un incubo. Mi sono appena accorta di non aver sentito la sveglia, suonata un'ora prima, e sono irrimediabilmente in ritardo per la scuola. Non ho avuto molto tempo per rendermi presentabile e se ne sono accorti tutti quando sono entrata. Steven e Violet non sono riusciti a capire che cosa avessi e io ero in piena crisi di nervi mentre Amanda tentava di tirarmi su di morale con della musica.

Mi porto le mani alle tempie e chiudo gli occhi: sto cominciando a sentirmi poco bene. Sento come delle voci nella mia testa e aumentano sempre più di volume, fino a divenire insopportabili. Non ce la faccio più, potrei scoppiare.

«BASTA!»

I miei amici mi guardano sorpresi: non ho mai alzato la voce così.
Quando ho gridato, le voci sono cessate all'improvviso. Dicevano cose incomprensibili tipo: "Torna a dormire", "Lascia che ti aggiusti", "Il tuo tempo è scaduto" e roba così.
L'incubo di stanotte deve avermi messo in testa cose strane. Non ricordo nemmeno di preciso cosa ho sognato, ma non voglio saperlo.

I miei amici corrono da me. Riesco a leggere la paura nei loro occhi quando mi chiedono se sto bene.

«Credo... Voglio andare a casa, ho bisogno di una dormita.»

Detto questo, esco dalla stanza e vado in segreteria a firmare il permesso per l'uscita. Mi dirigo verso casa e per tutto il tragitto non faccio altro che guardarmi intorno. Mi sento osservata, come se ci fosse qualcuno che mi segue e mi spia, ma io non riesco comunque a vederlo.

Sarà la stanchezza.

Quando arrivo, vado a buttarmi sul letto e mi nascondo sotto le mie calde coperte. In genere quando stavo male mia madre mi preparava una bella tazza di thè... Basta pensarci, lei non è qui.

Non riuscendo a prendere sonno, vado in bagno: un bel bagno caldo mi farà bene.
Mi infilo nella vasca colma di acqua bollente e ci rimango sì e no per un'oretta, poi sento un rumore e decido di uscire per andare a controllare.

Potrebbe essere benissimo la mia immaginazione; capita a tutti una giornata no.

Avvolgo un asciugamano intorno al mio corpo raggrinzito e mi dirigo in camera. Sdraiato sul letto, addormentato, trovo un tipo molto buffo con una maschera bianca dai tratti femminili. Nonostante ci sia uno sconosciuto in casa mia, decido di non svegliarlo. Mi sembra innocuo, quindi lo lascio lì dov'è. Per sicurezza mi armo di una padella, non si sa mai.
Mentre dorme mi rivesto, non vorrei mai farmi trovare mezza nuda.
Con la padella in mano mi avvicino, curiosa di vedere la sua faccia, ma la mia testa inizia a girare e sento dei forti fischi nelle orecchie. Mi sono letteralmente piegata in due dal dolore. Chiudo gli occhi e cado a terra. Sento il sangue risalirmi la gola e con un colpo di tosse finire per terra. Non capisco più nulla e alla fine il buio mi circonda.

Una volta che ho aperto gli occhi ci ho messo un po' a vedere che il tizio di prima ora era sparito. Non capisco come abbia fatto. Ho deciso che l'indomani sarei passata dal medico, quello che mi è successo adesso non è per niente normale.

Torno sul mio letto e appena mi sdraio mi arriva un messaggio da parte di Amanda, quindi decido di chiamarla. Sono troppo pigra per scrivere i messaggi...

«Hey America, come stai? Va meglio?»

«Sì.» mento. «Che volevi?»

«Mi serve un consiglio! Oggi sono arrivati dei tipi nuovi a scuola e due di loro sono in classe nostra! Uno è biondo, l'altro ha i capelli castano scuro. Dovresti proprio vederli, sono davvero carini...»

La immagino già mentre mi guarda con una faccia perversa dall'altro capo del telefono.

«A parte i tuoi scleri,» rido «di che consiglio hai bisogno?»

«Il moro mi ha chiesto di uscire con lui e l'amico, sabato sera, e non so che mettere. Ah, cosa più importante, sei invitata anche tu. Il biondo dice di volerti conoscere...»

«Poi vedre-ASPETTA, COSA?! Chiedono di me? Devo venire anch'io?»

Sono davvero confusa. Non credo di conoscere il ragazzo di cui parla e poi perché mai qualcuno si interesserebbe a me?

«Sì, poi domani te li farò conoscere.» cerca di concludere sbrigativa. Ho bisogno di altre informazioni. Di sicuro si sta facendo dei filmini mentali su me e uno di quei due.

«Sì cara, ti sto shippando con il biondo. E sì, ti leggo nel pensiero. A domani!» riattacca il telefono senza darmi il tempo di replicare e scoppio in una sonora risata.
Tutto normale mi dicono.
Vorrei sapere i nomi di quei due, ma vale la pena aspettare domani. Chissà, forse questa è la volta buona che... No, dai. Non voglio rimetterci ancora.

In tutto ciò, poco dopo mi addormento, ripensando al tizio buffo che era sul mio letto qualche ora prima. Le lenzuola ora sanno di menta e, stranamente, questa cosa mi piace.
Ho la strana impressione di aver già visto quella maschera. Mi è fin troppo familiare e non riesco a spiegarmi perché questa cosa mi rassicura, quando invece dovrei chiamare la polizia perché uno sconosciuto è stato nella mia casa.

Memories || Jason The Toy maker [IN SOSPESO] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora