Spirali di Fumo

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Oramai ne esistevano due, due diversi, per modi, immagine e stile.

Alessio faceva attenzione a tener ben separati i due mondi, il mondo del quartiere, la comitiva di zona, dal mondo di scuola, dal Gruppo di classe.

I due mondi avevano le stesse caratteristiche però, erano estremi, assurdi, irreali e tremendamente veri.

I personaggi a loro modo si incastravano bene con queste due realtà, erano complementari agli eventi e alle azioni, sarebbero diventati i denti del suo tarlo.

Così come successe ad Alessio anche i suoi storici amici di quartiere subirono dei cambiamenti, i cambiamenti andavano sempre, costantemente, nella stessa direzione, come la gravità attrae le cose così i cambiamenti attraevano gli errori, e furono errori estremi.

La comitiva di quartiere era enorme, oltre quaranta ragazzi e ragazze che coprivano una fascia di età dai tredici ai venticinque anni.

< Cazzo la sveglia! >

Era il suo buongiorno alla vita, ogni mattina, ogni sacra mattina Alessio si alzava da quel letto già incazzato, incazzato per non poter dormire ancora, incazzato perché doveva andare a scuola, incazzato perché anche stavolta doveva inventare qualche cosa per superare le interrogazioni e i compiti in classe, attenzione, non inventava una scusa o una giustificazione, semplicemente trovava un modo per ottenere il massimo con il minimo sforzo, il massimo era un sei, era un compito copiato.

L'obiettivo che si poneva consisteva semplicemente nell'avere senza meritare, e questo diventò ben presto il suo stile di vita.

I suoi erano già usciti per andare al lavoro, era solo in casa, come ogni mattina, come ogni giorno, e questo gli piaceva, gli piaceva non dover render conto ai suoi appena sveglio.

L'ultima sistemata ai capelli e giù per strada.

< Ciao Ale! > era il saluto di Tony, amico per la vita di Alessio.

< Ciao Tony! Fammi fumare, dai! >

Tony prese l'accendino e con calma, senza nessuna preoccupazione o timore, accese la canna, due forti boccate e via di mano, subito ad Alessio.

< Che facciamo? A piedi o aspettiamo l'autobus? >

< Noo Ale, non ho voglia di camminare, aspettamo dai >

Erano le sei e cinquanta di mattina, e già erano immersi nel loro mondo, un modo assurdo, non reale, un modo di finte sicurezze.

Salivano sempre dalle porte posteriori, e come sempre occupavano i posti in fondo, vicino al finestrino, era il loro spazio, era il loro piccolo mondo di stabilità, circondato dal mondo degli altri.

< Tony apri un po il finestrino >

Altri due tiri a pieni polmoni e poi la passa, con calma, senza nascondersi, non era un suo problema, e nessuno li sopra voleva i loro problemi.

Gli altri passeggerei sopportavano, sapevano che era il male minore, pochi minuti e quei ragazzi sarebbero scesi e tutto il loro mondo tornava con le sue certezze.

Alle sette e quindici erano già alla metro, prima solito passaggio al bar, ad aspettare gli altri, e nell'attesa come abitudine una Du Demon, da bere di corsa, tutto d'un fiato.

Questo era il loro, il suo inizio di giornata, per quasi quattro anni ogni giorno veniva santificato in questo modo, i suoi pensieri guidati dagli effetti dell'alcool e della droga, le sue parole create da una mente arrogante e irritante.

Per Alessio il cambiamento subito in poco più di un anno era una rinascita, aveva iniziato ad apprezzare quello che sempre vedeva da lontano e come sbagliato, del ragazzino che andava in chiesa la domenica, che ambiva a realizzare i suoi sogni e ad inserirsi nel mondo intorno a lui non rimaneva più traccia.

Era svanito, scomparso, apparteneva ad un altro figlio, ad un altro ragazzo, la non appartenenza diventava ogni giorno il suo segno distintivo. La fuga dalla realtà diventava sempre di più una scelta di vita.

Contromano di SpalleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora