La famiglia fantasma

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Il ritorno a casa diventava ogni giorno più piacevole, quel silenzio,la penombra nelle stanze, davano ad Alessio la sensazione di un equilibrio meno precario della realtà.

I suoi tornavano tardi dal lavoro, sua madre gli lasciava sempre il pranzo pronto, di solito un secondo, solo da scaldare.

Si metteva in cucina, prendeva un piatto e se ne aveva voglia scaldava il cibo, altrimenti lo mangiava freddo.

Difficilmente gli capitava di mangiare con gusto, la viveva come una necessità del suo organismo, come il dormire o il respirare.

Solo il caffè era gustato, con calma e in silenzio, quel sapore gli rimaneva in bocca e diventava l'antipasto della sua mente.

Il rituale si compiva ogni giorno, lanciava nel lavandino le vettovaglie,prendeva il portacenere e tirava fuori una sigaretta, strappava un piccolo quadrato dalla parte interna del pacchetto e preparava il filtro, con cura e attenzione.

Versava sul palmo della mano il tabacco e scaldava, facendo attenzione a non avvicinare troppo la fiamma, il piccolo cubo posizionato sul filtro della sigaretta e poi mischiava tutto insieme con cautela e premurosa attenzione.

Dalla preparazione alla chiusura della cartina non passavano neanche trenta secondi, in meno di cinque minuti il suo vero pasto era pronto. Si metteva comodo sulla sua sedia, poggiava i piedi sul tavolo ed accendeva la sua piccola opera d'arte.

Una prima boccata, lentamente, trattenendo il fumo per un paio di secondi in bocca, gustava il sapore creato dal caffè.

< Cazzo!> il suono improvviso del citofono di casa fece crollare la sua panacea. Si alzò lentamente dalla sedia e uscì dalla cucina, avvicinò la cornetta:

< Si?> rispose,

< Apri Ale, daii!> Tony aspettava per salire.

Aprì il portone e la porta di casa, Tony saliva le scale di corsa, facendo due gradini alla volta, <troppo entusiasmo> pensò mentre chiudeva la porta alle sue spalle.

Tony andò in cucina, prese la canna dal portacenere e la riaccese, poi aprì una finestra e disse:

< ma come è possibile che i tuoi non si accorgano di nulla?>

Alessio lo guardò, sorrise, aprì il frigorifero e tirò fuori la bottiglia di Gin:

< Dai che iniziamo la giornata, basta relax.> Neanche il tempo di finire la frase che Tony era già pronto con il suo bicchiere.

Gli capitava di farsi la stessa domanda, ogni tanto pensava a come fosse possibile, mai nessun accenno, mai nessun dubbio, mai nessun rimprovero. Non capiva se era effettivamente bravo lui a nascondere o bravi loro a nascondersi.

Di certo gli rendeva più semplici le cose, o almeno così credeva.

Invece forse era la consapevolezza del fallimento come genitori, la paura nel dover accettare di aver sbagliato i modi,i tempi e le speranze nel crescere quel figlio.

Era più facile guardarsi indietro.

Contromano di SpalleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora