Vento in faccia

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I demoni nell'anima di Alessio iniziavano a ribellarsi, si sentivano in pericolo, come se un forte vento li stesse lentamente spegnendo. Le giornate a scuola proseguivano tutte uguali, nei suoi pensieri si cominciava a materializzare la voglia di fuggire dalla sua città, di fuggire lontano, di evadere dal carcere dorato che a soli diciassette anni aveva creato.

Ormai mancavano solo dodici mesi per finire le superiori, tra trecentosessantacinque giorni doveva scegliere cosa fare della sua vita.

La responsabilità di una tale decisione non lo preoccupava, si sentiva immune da ogni possibile pericolo celato dietro l'angolo del suo futuro. Continuava a vivere la vita con arrogante superficialità, le droghe e le cattive compagnie continuavano ad essere sempre presenti nelle sue giornate.

L'unica eccezione era Giada, la guardava da lontano per non farla sentire soffocata dalla sua presenza e per proteggerla da se stesso. A volte la ignorava per interi giorni, come se non la conoscesse.

In realtà voleva solo prepararla alla sua assenza, aveva paura che lei si sentisse in futuro abbandonata e che le cicatrici sul suo piccolo braccio aumentassero.

< Andiamo al cinema dopo la scuola Ale? Ti va?>

<No Lara oggi non posso> rispose mentre si alzava dalla sedia,

Lara rispose cercando di nascondere la delusione per il rifiuto:

< Vediamo se indovino, devi fare da baby sitter a Giada vero?>

Alessio sorrise  < Già, oggi ho voglia di passare un po' di tempo con lei, sono giorni che non la considero, e mi dispiace.>

< Bene!> rispose stizzita < a questo punto potresti presentarla a tutti come la tua ragazza no? Così metti anche fine alle voci che girano su di voi!>

Alessio diventò improvvisamente serio < Se credi di conoscermi sai benissimo che non me ne frega un cazzo delle voci che girano! Non ho mai fatto nulla per piacere gli altri e non mi interessa iniziare adesso e tu smettila! Mi dai fastidio!>

Lara si ammutolì.

Alessio aspettò di scorgere Giada uscire dal portone della scuola, nell'attesa come sua abitudine si preparava una canna. Improvvisamente la vide ''sempre con quei maglioni enormi'' pensò, mentre si avvicinava.

Giada gli sorrise < Ciao Alessio>

<Ciao Felpa!> era il soprannome che gli aveva dato < oggi a casa non torni prima di cena, ti porto via con me ok?>

Gli occhi di Giada si spensero improvvisamente < non ci sta nessuno che mi aspetta a casa, non mi aspetta mai nessuno da nessuna parte.>

Alessio sorrise < Vedo che oggi siamo di buon umore eh!>

Giada accennò un sorriso e si avviò verso la fermata della metropolitana < allora dove mi porti?>

<Ti fidi di me?> rispose mentre la raggiungeva

< Io non mi fido di nessuno, lo sai.>

Alessio gli prese la mano e cominciò a tirarla giù per le scale della metro < oggi non si paga!>

<Dai non fare lo scemo!>

Iniziarono a fare lo slalom tra le persone, superarono di corsa il check biglietti, e ancora più velocemente salirono su un vagone poco prima che il suono decretasse la chiusura delle porte.

Contromano di SpalleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora