Sei politico

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Il terzo anno stava per giungere alla conclusione, a breve sarebbero iniziate le vacanze estive, ormai il sole illuminava le loro giornate per molte ore.

Nulla era cambiato: i giorni scorrevano sempre uguali, monotoni nella loro diversità, Alessio e i suoi compagni di classe affrontavano le cinque ore di lezione come un conto alla rovescia, aspettavano il suono della campanella per fuggire dalla cella e respirare aria fresca.

Ormai non dovevano neanche fingere di seguire o studiare, a parte alcuni compagni,che ancora si ostinavano a dare valore alla scuola, avevano acquisito il diritto alla promozione senza merito.

I professori non avevano nessuna intenzione di prolungare la loro permanenza in quella scuola più del tempo necessario. Già verso la fine del secondo anno non venivano più interrogati, era stato siglato una sorta di patto di non belligeranza.

L'episodio che sancì definitivamente questa tregua si verificò all'inizio del terzo anno.

La nuova professoressa di italiano proveniva da un liceo di Milano, era una signora di mezza età, grassa, con occhiali da letterata repressa, abbinava con attenzione i suoi vestiti, convinta di poter così celare il suo fisico decadente.

Aveva chiesto il trasferimento per poter stare vicina a sua figlia che da poco le aveva dato una nipotina.

Nella sua arrogante convinzione credeva di poter far valere la sua autorità anche in una scuola come la loro.

< In piedi! Subito!> si rivolse a Lara con aggressività.

Lara si alzò immediatamente, non era pronta ad affrontare un tale impeto, non era abituata a professori autoritari.

Rimase in silenzio mentre l'insegnante la osservava in ogni suo piccolo particolare, la sua postura, le scarpe, il taglio dei capelli, l'abbigliamento.

<Bene, parlami dei Sepolcri ,avanti!> disse, fissandola negli occhi.

< Si, i Sepolcri sono stati scritti da Foscolo..>

< Quando?!> la interruppe.

< Se non ricordo male intorno al 1800> rispose titubante.

Si alzò dalla cattedra:

< se non ricordi male ti sembra una risposta che un'insegnante può accettare? Io non accetto una tale superficialità! Casomai se dedicassi più tempo allo studio e meno a mangiare potresti dare una risposta degna, non credi?> accennò un sorriso mentre le sue parole tagliavano la sensibilità di Lara.

<Siediti!>

Lara abbassò gli occhi e si accomodò al suo posto.

Alessio la guardò velocemente e notò i suoi occhi lucidi, segno che stava trattenendo a fatica le lacrime. E questo non lo poteva permettere, si girò verso la cattedra, e osservò con attenzione la professoressa.

< E tu cosa hai da guardare in quel modo?!> esclamò l'insegnante.

<E tu cosa hai da rispondere in questo modo?!> rispose, alzandosi in piedi e continuando a fissarla mentre si avvicinava alla cattedra e aggiunse:

< come insegnante deve  spiegare ai suoi alunni la letteratura italiana,  e non  sfogarsi per la sua vita di merda!>

La professoressa spalancò gli occhi e alzandosi rispose:

< come ti permetti di utilizzare un simile linguaggio con un tuo insegnante! Io ti faccio..>

< Tu non hai nulla da insegnarmi!> la interruppe,

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