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La maggiore età.

Appena diciotto anni e si diventa maturi, dicono.

Sì, certo.

Guardi il calendario, è il tuo compleanno "oh, oggi faccio diciotto anni, sono maturo e posso fare quel diavolo che voglio", ti credi Dio, invincibile, puoi guidare la macchina, comprare alcolici e sigarette senza problemi, fare i tatuaggi, e tante altre cose. L'importante è solo non far arrabbiare i genitori, oppure quelli ti cacciano fuori di casa. Invece se sei un viziato e tu sei il centro del loro universo, li puoi minacciare durante le litigate, dicendo "me ne vado e non mi vedete più!". La tua vita passa al livello successivo, puoi andare a prendere le ragazze con una bella auto, sigaretta in bocca e offrirle un drink. Alcolico ovviamente. Sei diventato un figo tutto in una volta.

Lui era diventato un figo già da prima, l'idolo delle ragazzine, sempre di più e sempre più piagnucolanti davanti allo schermo. Odioso. Quando noi normali adolescenti cominciavamo a capire qualcosa del mondo, dell'universo femminile, l'inizio della pubertà, e faticavamo durante i primi anni di scuola, lui, con quegli assurdi capelli da deficiente che gli incorniciavano il volto da bambino, stava già esplodendo. In testa aveva uno straccio, uguale a quello che usava mia madre per pulire i pavimenti. Tutti i capelli pettinati in avanti fin davanti agli occhi come per dire "guardate quanto sono bello e importante". Sembrava un parrucchino. Eppure grazie a qualche stupido video su youtube, il signorino era diventato famoso. Bah che schifo!

Oggi è tutto così facile! Crescono tutti alla svelta senza imparare nulla della vita, e hanno tutto subito. Nei bei tempi che furono, un artista doveva farsi strada con fatica, solo grazie al proprio talento, del vero talento, tanta costanza e determinazione. Quanto ammiro gli artisti afroamericani del rock, del soul, del blues degli anni 50 e 60; ne facevano di gavetta e soprattutto erano davvero talentuosi. Si facevano conoscere attraverso tanto lavoro, tanta passione, e in un periodo molto razzista che ai neri non regalava nulla. Imparavano a suonare spesso da soli, umili, dovevano farsi notare durante serate nei locali, incidendo canzoni a proprie spese e mandando copie del disco ovunque, radio ed etichette discografiche.

Ora basta soltanto fare il deficiente su youtube, imitare altri cantanti con una voce imberbe o in falsetto, fare gli occhioni dolci e pettinarsi come un pagliaccio, per farsi visualizzare di più dalle ragazzine disperate. Migliaia di visualizzazioni e di condivisioni significa anche possibilità di farsi notare da un produttore discografico. Magie del web. Sei stato fortunato. Un bambinetto che finito l'asilo nido, per dire, ha presto firmato un contratto discografico addirittura con l'etichetta che ha lanciato Bob Marley. Un altro a cui tu potresti soltanto pulire le scarpe.

Ai bei tempi che furono, quindi, c'era la Motown. Etichetta estremamente importante, e un sogno per tutti quei veri artisti che adoro ,e che hanno fatto davvero la storia. Una casa discografica che era anche di una severità inaudita, che proponeva contratti assai articolati che fruttavano sì fama ai suoi artisti, ma che anche corrispondeva loro pochi centesimi a disco venduto, pochissimo denaro rispetto a quello che guadagnava, usando metodi spesso minacciosi e dannosi per la propria immagine, in fondo pensava solo a vendere più possibile musica commerciale e poco le importava delle varie esigenze-volontà degli artisti. Alcuni ce l'hanno fatta a diventare più importanti della propria etichetta, a essere loro a dover dettar le condizioni.

Stevie Wonder, Smokey Robinson, Marvin Gaye, pace all'anima sua, e tanti altri.

E tu, a vent'anni sei già ricco sfondato. Cosa hai fatto per meritarlo?

Hai poco più di vent'anni, hai già provato la fama. Pensi di durare nel tempo? Pensi di durare nella memoria collettiva più di Otis Redding, morto a 26 anni ormai tantissimi anni fa, senza aver avuto alle spalle una grossa etichetta, senza avere stuole di avvocati e guardie del corpo? Lui tuttora è considerato uno dei più grandi, una leggenda. Una voce unica. La tua fa schifo, è elettronica, finta, immatura. Non canti. Tu tiri fuori aria, scoreggi dalla bocca. Hai produttori che ti creano la musica, ti curano i testi ridicoli che scrivi.

Ti pensi degno di essere chiamato Artista, e finire nella leggenda insieme ai veri musicisti? Credi di meritarti il "paradiso degli artisti"?

Lo sapremo presto se ci arriverai davvero... diccelo poi eh, mi raccomando.

Diciotto anni, maturità, indipendenza, firmare giustificazioni e contratti. Vediamo... dove sei nato si diventa maggiorenni a diciotto anni. Negli USA, in molti Stati invece a sedici.

Ho studiato, caro mio. All'incirca verso i diciassette anni hai perso la testa, hai fatto la media, bravo, almeno hai imparato a contare. Diciotto in Canada, sedici negli USA dove vivi, risultato diciassette. La popolarità ti ha distrutto le cellule celebrali, e non solo. Anche il tuo stile di vita allo sbando totale.

Svariate aggressioni a persone che facevano il proprio lavoro, minacce, comportamenti pericolosi (con la Ferrari bisogna andare piano nei quartieri residenziali, lo sai? Ferrari a diciannove anni, tutto normale), vandalismi, un'infinità di accuse e di arresti per ubriachezza molesta, possesso di droga, guida sotto effetto di alcool e sostanze stupefacenti, molestie sessuali, figli non riconosciuti, nelle camera d'albergo prostitute a valanghe ovunque tu vada a cantare, festini con puttane (minorenni?), droga e alcool e la liberatoria da firmare prima di entrare: il più stretto riserbo su quello che succederà,oppure mi pagherai 5 milioni di dollari. Ok, forse qualcuno ha spifferato questa storia della liberatoria con annessa clausola, ma almeno non ha detto cosa succede alla tua festa, è stato corretto in fondo.

Condanne, processi, condanne, processi, miriadi di ricchi avvocati alle calcagna che ti salvano il culo qualsiasi cosa tu faccia. Fai il buffone pubblicamente, fai il drogato, il violento quanto vuoi, tanto hai gli avvocati. Ti fai fotografare nudo con quegli stupidi tatuaggi e strafatto di sostanze. Quanto odio le persone come te! Le persone normali andrebbero in galera! E tu? Sganci soldi, e fai i servizi sociali. Ma li avrai mai fatti davvero? Mi fai schifo, come persona e come cantante. Ora ti trasmettono alla radio, con quelle porcherie senz'anima che ti fanno cantare, sempre se si può chiamare "cantare" il modo in cui tu butti fuori la voce dalla gola rovinata dalla marijuana. Mi fate pena, voi che a diciotto anni avete tutto, senza aver combinato nulla davvero di veramente importante. La società moderna vi plasma e vi dà tutto, ma può anche togliervi tutto senza pietà.

Tu non sei l'unico, ma sei quello che odio di più, e il primo della mia lista. Non sarai mai leggenda, perché non ci sarà niente di te da ricordare, non lasci nulla in eredità. Ti ricorderanno un certo periodo, poi basta. Creeranno un The Best e un disco postumo, che sarà l'ennesima schifezza, e stop, sarai dimenticato.

Schiere di ragazzine lacrimanti assedieranno la tua lussuosa casa per mesi, ti porteranno fiori, compreranno i tuoi cd, perché scaricarli come fanno sempre è irrispettoso, ci saranno programmi tv per settimane, poi verrai dimenticato. Il figlio che hai concepito quando eri ancora minorenne non ti conoscerà mai. Da lui verrai dimenticato. Almeno hai pagato bene la madre, per farla star zitta, vero?

Da quella ragazzina che hai amato per 5 minuti, verrai dimenticato.

Ma io continuerò a tenere il Mi Piace sulla tua pagina Facebook, a mandarti messaggi amorevoli colmi di tristezza e ad alzare il volume quando sentirò le tue canzoni alla radio. Non vorremo creare sospetti, giusto? Niente al caso.

Sei fottuto, Justin Bieber.

Idols Killer (pausa forzata e presumo lunga)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora