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Sotto di me, un fiume di gente sopra un tappeto rosso sangue. 

Poveracci. 

Nell'animo, non nel portafogli. Perché per venire qui bisogna avere tanti di quegli stramaledetti dollari da non preoccuparsi di alloggiare al Beverly Hilton Hotel di Los Angeles, né la preoccupazione maggiore è quella di cenare o non cenare nel ristorante dell'albergo. La preoccupazione maggiore per chi viene qua, è quella di non riuscire a vedere i propri beniamini dal vivo. Neanche tanto farci una foto insieme, o farsi fare un autografo, questo è impossibile... No

Vengono qua soltanto per vederli da lontano. Che poi "vederli" è un parolone, con tutti i fotografi e le televisioni che hanno davanti, nascondendo la visuale. Spendono centinaia di dollari, e forse vedono i loro idoli per un momento; uno sprazzo di felicità che vale tutto il prezzo. 

Pecore.

I loro idoli hanno vestiti costosissimi creati ad arte dai migliori stilisti, tante volte non sono neanche capaci di indossarli, perché fare l'attore non significa sfilare, essere eleganti. Sono pagati per partecipare e starsene ore sul red carpet a farsi fotografare sorridenti. Donne con vestito scollato, lungo ed elegante; uomini con giacca, cravatta e scarpe lucide. Non tutti sono così, ma sembra sia la regola.

Dietro la selva di fotografi e di guardie della sicurezza, ci sono le mandrie di adolescenti che strillano come suini al macello. Che pena. Strillano per cosa, per che cazzo di motivo? Il loro mito non si girerà sicuramente per fare un saluto e dire "hey Betty, come stai?", "Ciao Mike, come te la passi?". Ridicoli, se aspettano davvero questo trattamento. Il loro mito apprezza i soldi che gli arriveranno sul conto in banca e le copertine in cui verrà messo se avrà il vestito migliore di altri; la pubblicità che gli fornirà l'evento; la possibile vittoria del premio.

Non vi considerano nemmeno di striscio, piccoli ricchi viziati. Voi siete addirittura dietro i cani della polizia, nemmeno dietro i fotografi. Siete un fastidio, un pericolo, per i vostri miti. Contate meno di zero. Ma non sono qui direttamente per voi. 

Osservo dall'alto, dal parcheggio sopraelevato da cui si ha una bella visione d'insieme. Vedo tanti potenziali "idoli" da sterminare, e questo è l'evento perfetto, quasi un raduno di coglioni presuntuosi e fortunati.

I Golden Globe sono premi molto ambiti, che riguardano cinema e televisione. Ci sono una marea di candidati. Col binocolo li osservo tutti, da bravo appassionato di cinema. La grande scritta Beverly Hilton campeggia sopra di me. Il caos è totale, la cerimonia del red carpet è iniziata da poco. Che frastuono terribile, le urla di quegli adolescenti innamorati! Vorrei tanti zittirvi tutti istantaneamente! Succederà, statene certi. Vi zittirò. Piangerete. Bieber e Somerhalder sono solamente l'inizio. 

Il nervoso mi fa digrignare i denti, quanto vi odio.

Devo chiudere gli occhi per respirare e concentrarmi. Dieci secondi. Meglio venti. Ecco. Mi sento già più rilassato. Li riapro e guardo ancora attraverso le lenti. Tanti, tanti, tanti personaggetti che sono lì senza meritarlo davvero, come invece i veri attori delle generazioni precedenti. Per ogni bravo attore, ce ne sono altri cinque che non meritano nulla.

Punto. Ruoto. Metto a fuoco. Penso. 

La mia vittima è là tra di voi. Solo che non lo sapete.

Benedict Cumberbatch: Sherlock, Smaug, Star Trek. Ma sei qui per un altro ruolo, recitato alla perfezione. Le ragazzine strillano quando saluti il pubblico, fanno i salti mortali, ma tu meriti questo e altro. Sei un vero attore. Ti stimo, fratello.

Lì vicino scorgo Meryl Streep in un abito elegante bianco e Mark Ruffalo, Hulk degli Avengers. Gli altri intorno non riesco a riconoscerli. Voi siete molto amati dal pubblico ma non siete il mio tipo. 

Idols Killer (pausa forzata e presumo lunga)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora