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Per attuare ogni mio piano devo studiare molto.

Studio vita morte  e miracoli, come si suol dire, della persona che devo colpire. Le sue abitudini, il suo rapporto con il lavoro, con gli amici, con i media, le sue passioni. Ogni punto forte, lo trasformo in un punto debole.

Difficile colpirlo durante le riprese di quella schifezza di telefilm che sta girando. Ho avuto anche delle idee interessanti, su come farlo morire sul set: un morso da vampiro al veleno, un dardo di balestra, un'arma reale sostituita a una finta, per esempio. O un semplice buco nel terreno dove girano in esterno che gli faccia da tomba, una trappola mortale con sorpresa. Ma il rischio per me è alto. E io non amo il rischio, dev'essere tutto perfetto. 

Con quella merda di Justin Bieber è andata alla grande. Avevo calcolato tutto e lasciato niente al caso. Ci sono personaggi dei film che dicono "Il rischio è il mio mestiere". 

Per me è il contrario. 

Secondo il mio punto di vista questo non è un lavoro, è soltanto una pia opera di pulizia di questa feccia che impesta il mondo. La società mi dovrebbe ringraziare. E lo farà, ah sì se lo farà.

Eliminando la fonte del problema, si elimina il problema. È naturale.

E il problema sono le miriadi di bambinette che vivono per questi finti idoli di carta e di plastica, a cui non frega proprio nulla dei loro fan. Ragazzine strillanti e farneticanti che infestano i social ripetendo all'infinito quanto amano il loro fighetto di turno e che "scrivono" centinaia storie su di essi togliendo spazio a chi merita davvero.

Ian, come gli altri falsi idoli, è come una piramide di lattine al contrario; è la prima lattina su cui viene costruita la piramide. Togli la prima, elimina il sostegno, e crolla tutto. 

Sacrifica uno per salvarne molti. L'antico dilemma etico del male minore.

Solo che per me non c'è nessun dilemma, la risposta è semplice. Ne voglio salvar molti, sempre e comunque. 

Inoltre non è che sacrifichi chissà che... Bieber? Somerhalder? Gli altri che verranno? Esseri inutili.



Durante le mie ricerche ho scoperto che Ian è un appassionato di baseball. Ok, mi è venuto in mente un bello scherzetto, quel dì.

Con l'aiuto del mio amico hacker, che normalmente lavora, come spesso accade, presso una compagnia di sicurezza informatica, scopro la email personale del "vampiro". Entrando nella casella di posta elettronica della St. Tammany's Humane Society, l'associazione a favore degli animali da lui sostenuta, e usando le sue credenziali, gli scriviamo e lo invitiamo a una partita di baseball di beneficenza, da organizzare in breve tempo. Tutto il ricavato sarebbe andato alle associazioni animaliste più bisognose.

La partita si deve svolgere a Los Angeles, dove vive lei, signor Somerhalder, è il minimo che possiamo fare per ringraziarla e inoltre c'è più possibilità di avere un grande pubblico e una vasta partecipazione. E un vasto profitto, se mi permette, che andrà pienamente ai nostri amici animali in difficoltà.

Viceversa, tramite la casella personale di Ian, inviamo un messaggio alla Humane Society dicendo al presidente di aver avuto una bella idea, una partita di beneficenza di baseball per raccogliere fondi. Lo invito a trovare partecipanti tra sostenitori e vips "amici" e a portare l'evento a LA.

Inserendo un trojan nel computer di Ian via posta elettronica, abbiamo installato una backdoor che intercetta i messaggi di posta. Così da poter ricevere e inviare istantaneamente i messaggi senza che sia lui che la società ne sappiano nulla. Non è stato neanche difficile a dir il vero, sono metodi antichi rispetto al livello della tecnologia attuale; basta poco per aggirare i sistemi di sicurezza di questi account che spiano le mail ventiquattro ore su ventiquattro. Nascono per spiare e sono una porta aperta per ogni bravo hacker che si rispetti.

Così io Ian, e io Humane Society, "ci siamo" organizzati. Abbiamo preparato un evento che verrà anche ripreso dalle TV, ovviamente. L'agenzia di Ian ha preso l'invito della società per buono e si è adoperata per preparare la manifestazione. La società animalista a sua volta pensa che sia stata un'idea del suo maggior sostenitore e ha lasciato fare a lui. 

Ci saranno tantissimi telespettatori e lo stadio sarà pieno, ben trenta dollari a biglietto, tutti pronti per vedere il loro idolo e  dare una mano ai poveri animali. Che generosi.

Mi immagino già le ragazzine strillanti fra il pubblico, con il biglietto pagato da papi; striscioni e messaggi d'amore verso Ian e svenimenti vari. Magari pure un'invasione di una qualche fan delirante.

I partecipanti sono alcuni amici e colleghi di Ian e diversi facoltosi sostenitori della società. 

Inutile dire che ero un sostenitore della causa già tempo prima di questa faccenda, da quando la prima idea mi era balenata in mente. Così ho ricevuto la loro newsletter nella quale chiedevano partecipazione per chi fosse appassionato di baseball e mi sono iscritto al volo. È stato tutto così facile, ma neanche tanto sicuro comunque. Era prevedibile ma non certo. Senza dubbio avrei avuto tempo di pensare a qualcos'altro, ma è andata come speravo. 

Audentes Fortuna iuvat, il destino favorisce chi osa.

Non immagino di prender parte alla gara, non si arriverà a tanto, mi basta partecipare e restare dietro le quinte per "dirigere" il tutto. Con la televisione collegata e i fotografi, meglio non farsi notare troppo. L'identità che gli ho dato è naturalmente falsa, e qualche lavoro di make up sarà necessario. Sopracciglia, occhiali, capigliatura. Sopracciglia soprattutto, cambi la loro forma, e la tua espressione subirà una grande trasformazione. Non rimarrai facilmente nella memoria di chi ti guarda.

Dovrebbe andar tutto secondo i piani. In fondo è baseball, è così facile da capire questo sport. Le meccaniche son prevedibili, e nel poco probabile caso che mi dovessero chiedere di entrare in campo, mi fingerei con una caviglia o una spalla dolorante. Aiuterei gli altri a scaldarsi o farei qualcos'altro.

La partita si svolgerà oggi, ci sto andando proprio adesso.    

Bene, anonimi abiti da giocatore presi, berretto con visiera per coprirmi il volto preso, palle da baseball da me accuratamente preparate e nascoste nello zaino, prese. 

Sto arrivando, Ian.



(vorrei anche un commento sulla foto scelta, ahahaha)

Idols Killer (pausa forzata e presumo lunga)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora