Arrivai all'appartamento che Christin ha voluto che condividessimo. La vidi stesa sul divano col portatile.
(Mari come è andata la giornata?) domandò tenendo fissi gli occhi sul portatile.
(Bene, anzi Christin ho avuto dei segnali. Il primo: e che ho detto "Per ora" secondo l'albero di mele è terzo al negozio e venuto quel uomo ricco) dissi pensado ripetutamente ha quei segnali.
(Dici Green) disse agiustandosi i capelli con curiosità.
(Si proprio lui. Era venuto al negozio, mentre stavo per venire qui. Be li sono passata davanti per venire qui è mi guardava con quegli occhi celesti che mi penetravano) mormorai soghignando e mordendomi il labbro. Christin aveva gli occhi sbarrati, dalla sorpresa.
(Mari ti rendi conto Green non ha mai guardato una donna negli occhi) sbattendo le mani felice è lasciando il portatile sul tavolo.
(Christin stai esagerando, io non lo conosco e poi penso che fosse fidanzato. È venuto per prendere dei fiori Christin, a chi li avrebbe potuti dare secondo te?!) dissi offesa agiustandomi è togliendomi le scarpe.
(Mari. Green non è mai stato visto con una donna oltre a sua madre) disse per cercare di convicermi. Persuadermi.
(Davvero?) non mi convinceva per niente.
(Si Mari. Io non vedo l'ora che entrerai nel suo ufficio e vedere la sua faccia dopo che ti rivedrà) rispose con molta esitazione. Sapevo che lei lo diceva perché mi voleva bene ma non ci potevo fare niente.
(Christin non farti tutte queste storie. È impossibile siamo diversi e non lo conosco. Pensi che i ricchi abbiano bisogno di ragazze come noi. Loro le donne le usano è le gettano come gli oggetti) detestavo ciò che avevo pensato, non sono tutti ipocrita i ricchi.
(Mari non sono tutti così) aveva ragione lo dissi anch'io, mi pentii infatti ma non lo dissi.
(Lo sò Christin ma per adesso la penso così, io non sono colta o ricca, loro amano solo quelli come loro) lei ci teneva davvero, voleva che trovassi l'amore. Ma l'amore è come un treno che passa è che ti colpisce dandoti un occasione, se non la cogli parte per un altra stazione. Pensai.
(Christin l'amore mi colpirà prima o poi ma deciderà il tempo) è annuì arresa.
Decisi di lasciar stare Christin, e mi dedicarmi, alla cucina.
Decisi di preparare un piatto italiano. Pasta al forno. Cominciai, accesi un pò di musica per non pensare più a quella assurda storia.Era ora di mangiare. Chiamai Christin.
(Christin è pronto) gridai quasi senza fiato. Avevo la gola secca.
(D'accordo arrivo) e arrivò correndo per la fame. Guardò strano il piatto come disgustata.
(Mari cos'è questo?) disse agrottando la fronte.
(Be pasta al forno. È un piatto italiano è buono, provalo) dissi con la prima forchetta in bocca.
(Sapevo che amavi cucinare ma non credevo che eri una cuoca)
(Be da quando mi sono trasferita a Denver. Jhon mi ha pagato i corsi. Ho imparato così tanto, e poi ho passato tre mesi in tutta Italia) dissi con un altra forchettata.
(Mari è davvero buono la dovresti fare più spesso) era soddisfatta di solito è schizzinosa.
(Vabene come vuoi)Avevo finito da un quarto d'ora di mangiare. Mi stesi sul divano, a guardare un pò di tv. Christin era uscita per andare in ufficio, a documetare ciò che avrei detto per l'azienda.
Erano quasi le tre e quaranta, decisi di andare a lavare i piatti.
Sentii il telefono di Christin squillare, è come al suo solito lo aveva dimenticato ha casa. (Pronto) avevo il telefono al contrario per le mani bagnate.
(Mari sono Christin. Questa sera dobbiamo uscire ho una sorpresa. E devo presentarti degli amici) o no non e mai stato un buon segno quando lei diceva "devo presentarti degli amici"
(Vabene come vuoi. Però non stiamo molto fuori, perché domani ha lavoro) la assecondai per non sentirla sbraitare. Però avevo le mie regole.
(Tu non cambi mai sei sempre la stessa) disse ridendo.
(Perché cosa ti aspettavi!)
(Niente fammi andare prima che il capo mi scopre, mi guarda sempre con quell'aria da bulldozer) sibilò.
(Christin sei tutta matta)
(Lo sò ma cosa ci posso fare. Be a più tardi)
(Certo ciao) e rimisi il telefono al suo posto.Finii di lavare i piatti, decisi di andare fuori a coltivare un pò di piante. Presi dei semi che avevo da parte, dei clisantelmo. Presi gli attrezzi per il giardinaggio è andai fuori. Prima decisi di andare al mio albero della felicità. Bagnai la terra e poi ci infilai le mani. Quanto ora fresca, che bella sensazione, quanto mi mancava.
Incominciai a fare dei buchetti dentro dei vasi trovati nel ripostiglio, per fortuna erano pieni di terreno, piantai i primi semi delicatamente e gli annaffiai.