Christin era andata ad aprire la porta a Rayan. Scesi le scale lentamente, controvoglia per dirla tutto, andare a salutarlo. Ero ancora triste, pensierosa. Mi fermai a osservarli nascosta dietro la porta, del corridoio. E anche Rayan guardava un po' in giro come se cercasse qualcuno o qualcosa. Sentivo Christin e Rayan che stavano parlando, ma li sentivo vagamente perché ero lontano da loro.
(Ciao Rayan hai portato tutte le attrezzature?) domandò Christin con presunzione. Lei era così volevo il controllo su quello che faceva a lavoro perché lo amava. Pensai.
(Si sono a Vancouver nello studio fotografico, dove sto lavorando per il momento) rispose Rayan.
(Perfetto)
(Christin ma Mari dov'è?) domandò guardandosi attorno, per vedere dove fossi.
(E di sopra, aspetta la vado a chiamare) disse ironicamente. Perché sicuramente mi aveva già intravisto nascosta dietro la porta del corridoio e prima che veniase a rompermi le scatole, per far si che Rayan non capisse che li stavo osservando, comparvi alle loro spalle.
(Accidenti finalmente ci voleva tanto per prepararti) rispose Christian rimproverandomi senza far capire nulla a Rayan
(Sono pronta. Adesso possiamo andare) mormorai con tono inebetito.
Presi le mie cose e alla fine, Christin chiuse la porta alle sue spalle, io andai avanti con Rayan, entrando in macchina, nella "Mini Coope D Countryman."
Rayan mi guardava preoccuparto cercando di capire cosa c'era che non andasse. Ma cercai di fare finta di nulla.Il viaggio fu lungo per arrivare a Vancouver, mi sentivo tranquilla non più triste, un po' felice, perché lo avrei rivisto ancora una volta.
Ad un tratto il cellulare, l'ipone, mi vibrava tra le tasche del giubbotto nero in pelle.
Lo presi. Era arrivato un messaggio, era di Mr Green.Ci vediamo a Vancouver. Aspetto il luogo per l'appuntamento. Ma dopo le foto mi piacerebbe che venissi a bere qualcosa. Cosa te ne pare?
Con molto piacere Mr Green. A più tardi...
Io e Rayan eravamo andati allo studio per prendere la Nikon. Christin era andata all'hotel affianco allo studio fotografico.
Finito di prendere l'occorrente per la Nikon.
Andammo da Christin con l'attrezzatura più importante, l'altra era già in hotel.
Christin era riuscita a ottenere l'utilizzo gratuito di una stanza, dell'hotel.
In cambio però una piccola citazione dell'albero nell'articolo. Mi raccontò che alla reception, spiegò che eravamo li per fotografare l'amministrazione delegato Micheal Green.
Venimmo condotti in una suite. Era una di quelle appartate, di normali dimensioni.
A quanto pare sentii dire Christin che Mr Green, alloggiava li. In una delle suite più spaziosa dell'albero. Un impetuosa, gigantesca stanza, mi raccontò.
Ad un tratto un giovane uomo, molto entusiasta, felice, ma molto nervoso. Sembrava intimidito da qualcosa, o qualcuno, pensai.
Sospettai che fosse stata Christin, tra la sua bellezza e maniere autorevoli sul fatto del volere la perfezione, lo abbia intimidito.
Fece strada, verso un altra suite.
Le stanze erano eleganti, abbastanza sontuose, gli arredamenti, dettagliate.
Erano le quattro: avevamo solo mezz'ora per montare tutta l'attrezzatura. Apparte quella che era già stata montata.
Christin era in piena agitazione per le attrezzature non ancora montate, pronte.
C'erano due uomini a disposizione per montare tutto, mentre io e Rayan davamo le istruzioni per montare tutto, loro eseguvano, li aiutavamo naturalmente.
Christin non smetteva di fare avanti e in dietro per tutta la suite. Mi avvicinai cercando di calmarla.
(Christin stai calma stiamo facendo il più presto possibile) dissi monitorando sempre la situazione.
(Rayan cosa te ne pare di metterla vicino a quella parete, vicino la finestra...) commentai.
(Ottima intuizione sarà più forte la luce nei lati della scena. Ragazzi spostate verso questa parte) ordinò ai due aiutanti.
(Christin calmati stiamo facendo in fretta. In tanto chiama il cameriere e digli di portare da bere. E chiama Mr Green per digli dove deve venire. Cosi possiamo cominciare. Al suo arrivo)
(Va bene. Ai perfettamente ragione. Vado) disse, con poi il cellulare fra le mani.