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Sono dieci minuti che aspetto Scott Mc Call in classe, ma dove può essere andato? Tra poco cominciano le lezioni ed io sono qui come un cretino che aspetto una persona che forse non verrà. Vedo la porta d'ingresso aprirsi e spero con tutto il cuore che sia Sco tt. Non è Scott ma è qualcosa di meglio, Lidia Martin, la ragazza in assoluto più bella che sia mai venuta in questa scuola. I suoi capelli sono perfetti, lei è perfetta. Le vorrei darle un bacio sulle labbra ma è fidanzata con Aden, un licantropo stronzo che crede di essere tutto, solo perché riesce a diventare un mostro enorme se entra dentro suo fratello Ethan. Prima di Aiden aveva come ragazzo, Jackson, un kanima assassino che si è trasferito a Londra. Spero che anche Aden vada a Londra.
-Ehi Stiles.- mi dice Scott.
-Giorno, ma mi dici dove eri finito?-
-Tranquillo ero con Allison.-
-Quindi io dovrei rimanere qui ad aspettarti mentre tu sei con la tua ragazza?-
-Scusa.-
La campanella suona ed entro in classe insieme a Scott. Sono sempre più convinto che non riuscirò mai a diventare il ragazzo di Lidia. Mi siedo in ultima fila e davanti a me c'è lei, questa è una delle poche ore durante la settimana che non è nella stessa classe di Aiden. Guardo Scott e poi guardo di nuovo Lidia.
-Lidia, stai proprio bene oggi.- dico.
-Vuoi dire che ieri facevo schifo?- mi risponde.
-No, volevo solo farti un complimento.-
-Si? Grazie. Comunque come sta tua madre?-
-Oggi devo andare a trovarla in ospedale.-
-Fammi sapere come sta.-
-Ok.-
Guardo Scott, lui non si gira. So che mia madre non potrà durare per sempre in quelle condizioni. Non voglio perderla, non voglio perdere nessuno. Aspetto la fine dell'ora per parlare con Scott.
-Vuoi venire con me in ospedale oggi?- chiedo.
-Certo che vengo. Ci sono novità?-
-Nessuna, non è cambiato nulla da due settimane.-
Mentre parlo con Scott vedo Lidia dietro che cammina verso Aiden.

Suona l'ultima campanella e mi affretto ad uscire per andare all'ospedale. Entro in macchina e aspetto Scott. Gli mando un messaggio perché non posso aspettare. Parto da solo, lui verrà a piedi. Accendo il motore ma non parte accidenti. Scendo dalla macchina e apro il cofano, tiro qualche colpo ma non parte, continuo a picchiare la macchina e fortunatamente dopo qualche minuto il motore parte. Entro in macchina e trovo Scott seduto sul sedile a destra.
-Dove eri finito?-
-Stavo arrivando.-
Faccio retromarcia e parto verso l'ospedale, vedo più ambulanze del solito. Vado verso la camera di mia madre ma è chiusa. Provo ad aprirla ma non si apre.
-Scott. Provaci tu.-
Prende la rincorsa e la sfonda in un attimo. Entro ma non mia madre non c'è. Melissa, la madre di Scott, entra e mi guarda con compassione. -Stiles, tua madre è....-mi dice.
-No, no.-
Corro fuori dall'ospedale, mando un messaggio a mio padre. Non può succedermi questo, non è possibile che mia madre sia morta davvero. Come faccio ora. Mi scendono innumerevoli lacrime dagli occhi, non riesco a fermarmi, sento dei passi dietro di me. Mi giro e vedo Scott, si siede vicino a me e mi mette una mano attorno al collo, non mi guarda nemmeno per un secondo ma sento che anche lui è triste ma non so se ė triste per me, per mia madre o per entrambi. Voglio stare da solo però, non mi piace piangere di fronte ai miei amici.
-Scott, puoi lasciarmi da solo?-dico.
-Certo, quando vuoi di nuovo la mia compagnia chiamami.-
-Ma certo.-
Vedo Scott andarsene ma io ho bisogno di vederla, di vedere mia madre, nonostante tutto voglio sapere che è vero, non posso rimanere con questo dubbio che mi lacera la pancia. Mi alzo e vado verso l'ospedale, entro e chiedo dove si trova il suo corpo. Non mi dicono nulla, dicono soltanto che devo avere diciotto anni prima di chiedere di vedere un corpo privo di vita. Già questa frase mi fa pensare, penso che possa essere davvero morta, ma non lo accetto, non è possibile, sono a conoscenza di tutte le sue malattie e di tutti i suoi sintomi ma non è possibile che sia successo, dovevo prepararmi per questo. Vedo Scott davanti al portone d'ingresso, gli vado in contro, corro verso di lui ma non so nemmeno cosa dirgli, si gira verso di me.
-Tutto ok?-
-Non vogliono farmi vedere mia madre.-
-Perché vuoi vederla?-
-Voglio essere sicuro.-
-Aspetta.-
Scott prende il telefono e chiama qualcuno ma non so chi.
-Scott, ti prego aiutami a trovarla, io ne ho bisogno.- lo dico con le lacrime agli occhi.
-Certo.-
Seguo scoot fino ad una stanza vuota e insieme a lui aspetto, non so chi ma qualcuno arriverà da quella porta. Entra Melissa, lei mi potrà dire in quale stanza si trova mia madre.
-Allora che cosa c'è?- dice.
-Voglio sapere dove si trova mia madre, per favore puoi aiutarmi?- dico.
-Si per favore ci puoi dire dove si trova?- aggiunge Scott.
Melissa mi guarda ma io abbasso lo sguardo, pensare che qualcuno mi veda piangere non mi piace per niente.
-Certo venite con me.- dice.
Andiamo verso l'ascensore, entriamo e lei preme il pulsante per il quarto piano. Appena l'ascensore si apre non mi trattengo e le chiedo subito il numero della stanza.
-La numero 564.- mi risponde.
Corro verso la porta ed entro. Vedo quelle specie di contenitori grigi che occupano tutta la parete, vedo quello con scritto il suo nome. Lo apro lentamente e nel frattempo Scott e Melissa entrano nella stanza. Levo il telo che ricopre la sua testa e la guardo come se fosse viva. Piango, non riesco a fermarmi, vorrei tanto abbracciarla anche se è morta.
-Vuoi stare solo?-
-No, per favore non ce la faccio a rimanere solo.-
Scott ricopre mia madre con il telo e io lo guardo.
-Tutto ok?- mi chiede Melissa.
-No.-
-Vuoi un po di conforto? Un abbraccio?- mi chiede Scott.
-No, grazie.-
Mi avvicino a Scott completamente convinto che un abbraccio lo vorrei tantissimo, mi avvicino ed è lui che fa la prima mossa per abbracciarmi. Sono contento di avere un amico come lui. Voglio uscire da questo posto, da questo ospedale. Li saluto e me ne vado a casa. Apro la porta e vedo mio padre seduto vicino al tavolo. Lo guardo e lui mi guarda.
-Hai saputo?- dico.
-Oggi, quando ero in servizio.-
Si alza ed io gli vado in contro. Ci abbracciamo e sento le sue lacrime sul mio collo. Dopo una quindicina di minuti ci stacchiamo l'uno dall'altro e io vado in camera mia senza dire una parola. Mi sdraio sul letto e mi addormento.

~ Stydia~ Amo Lydia Ma Sono Un MostroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora