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Mi sdraio sul letto, ho appena respinto Lydia martin, mi sento un completo idiota ma so che ho ragione e se voglio veramente piacere a lei deve essere cosciente di quello che fa. Sento la porta sbattere, è arrivato mio padre, sento le borse di plastica posarsi sul tavolo da cucina, probabilmente ha fatto la spesa. Ma non ho fame, non ho sonno e non ho voglia di sentire mio padre che mi dice se va tutto bene o no. I passi si avvicinano e io mi metto sotto le coperte e chiudo gli occhi, solo mia madre sapeva riconoscere quando mentivo, la porta si apre ma si richiude subito, non ha nemmeno provato a guardare se sto davvero dormendo.

É mattina, non ho dormito per niente stanotte e adesso o un sonno terribile, mi vesto in fretta ed esco senza dire una parola. Mi trovo davanti all'ingresso e non sono sicuro di voler entrare a scuola oggi, rimango impalato finché non arriva scott.
-ehi, che ci fai qui immobile vieni.-
Rimango fermo.
-non so se voglio entrare oggi.- rispondo.
-stiles, dimmi che cosa è successo,-
-ieri é venuta Lydia a casa mia, mi ha baciato e io la ho respinta, ti giuro scoot non riuscivo a continuare. Credo, credo di.-
-credi cosa?-
-credo di odiare Lydia martin.-
Scoot mi guarda e l'unica cosa che riesce a dire è...
-andiamo in classe.-
Entro insieme a lui in classe e preparò i libri e i Quaderni. Vedo Lydia entrare e sedersi vicino a me.
-se tu provi a dire solo una parola di quello che è successo ieri, ti giuro che me ne vado e no nn riuscirai mai più a trovarmi, ai capito, scomparire per sempre dalla vita di tutti.-
Lei si gira verso il professore e annuisce.
Per tutta l'ora è rimasta zitta e non ha nemmeno partecipato alla lezione. Almeno da quando è iniziata questa storia non ho pensato nemmeno una volta a mia madre. Esco dall'aula come tutti e mi fermo al mio armadietto. Poso i libri e ne prendo altri, voglio solo ricominciare una vita normale, nonostante tutti i licantropi che conosco.

5 lunghissimi giorni dopo

Sono in classe e in questi 5 giorni Lydia non mi ha mai parlato, è stata proprio brava e spero che continua così, vado in classe con scoot e ci sediamo vicini.
-allora come va con Lydia, hai risolto?- mi chiede.
-si, le ho detto di non parlarmi più.-
-sei sicuro?-
-scoot, voglio andare avanti e questo è il miglior modo per farlo.-
-come vuoi, basta che stai bene. -
Vedo Lydia che mi si avvicina.
-dobbiamo parlare noi, non ce la faccio a tenermi tutto dentro come te, se vuoi dopo scappa e non parlarmi più ma io ho bisogno di parlare con te immediatamente.- mi dice.
-vai.-mi dice scott.
-ok.-
Vado con Lydia in corridoio.
-mi dispiace per tua madre, mi dispiace che sia morta, mi dispiace di ieri, mi dispiace i tutto. Per favore, possiamo essere amici? Possiamo parlarci come persone normali? Potrai mai perdonami? Per favore perdonami.-
-sai Lydia, va bene, ok, ti perdono ma non saremo mai amici amici.-
-ok, anche se non c'entro nulla con tua madre.-
-che cosa hai detto?- dico.
Scendo gli scalini di scuola e me ne vado, pensavo che avesse capito ma mi sbagliavo.
Vado nel bosco, il mio odore si sente di meno qui e nessuno mi troverà, cammino, mia madre non c'è più e nessuno può prenderla in giro, soprattutto una ragazza come Lydia. Piango, qualche lacrima esce dai miei occhi ma non ci faccio molto caso. Mi siedo su una roccia e poso lo zaino. Sono sicuro che nessuno mi abbia seguito.

È notte e vedo un bagliore che proviene da sotto le foglie. Mi dirigo verso quel bagliore e spostò le foglie. Vedo un contenitore di legno con sopra un disegno che mi ricorda il simbolo che ha derek dietro la schiena, lo apro e vedo una lucciola che vola intorno a me. Vola sempre più veloce e non riesco a vederla, si ferma e rimane sospesa davanti a me, apro la bocca per soffiata via ma prima che potessi fare qualcosa quella lucciola mi entra in bocca. Ma non soffoco credo di averla ingoiata subito. Metto il contenitore in tasca e ritorno alla roccia. Mi addormento.
È mattina e mi sente la schiena, ho fame e prendo la merenda che mi ero portato da casa e che non ho mai mangiato. È proprio buona. Sento dei passi, pochi passi, quasi come se stessero camminando molto piano. I passi si sono fatti molto veloci, chiunque sia sta correndo, corro e mi arrampico su un albero. Ho paura e non vedo niente, non c'è nessuno, solo rumore. Silenzio. Qualcuno mi prende la gamba e mi tira giù.
-ehi scott, che fai? Mi vuoi rompere una gamba? Come hai fatto a trovarmi?-
-ho seguito il tuo odore. Perché sei venuto qui? Ti rendi conto che sono 12 km dalla scuola?-
-no, saranno al massimo 2 km.-
-dai vieni.-
-no, voglio solo stare solo, quando ritorni a casa per favore di a mio padre che sto bene.-
Mi sento svenire ma mi trattengo, ci manca veramente poco allo svenimento. Mi alzo e cammino verso la roccia.
-ma ti senti bene?- mi chiede scott.
-si, barcolla di continuo, è normale, non ti preoccupare.-
Perdo i sensi per un attimo, ma cado e batto la testa contro la roccia. Svengo.

~ Stydia~ Amo Lydia Ma Sono Un MostroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora