10 giorni dopo, 10 giorni dopo aver scoperto la soluzione, io non sono riuscito a parlare con Lydia e lo farò al più presto.
È mattina, in questi giorni ho dormito malissimo, il demone che è dentro di me non vuole andarsene, devo parlare con Lydia prima che questa cosa degeneri e non possa più vedere nessuno. Domani proveremo a far uscire il demone da di entro di me e spero con tutto il cuore che esca.
Cammino verso la casa di Lydia martin, suono il campanello e mi apre la mamma di Lydia.
-Salve signora martin, Lydia è in casa?- le chiedo.
-si, è al piano di sopra che si sta preparando. Vai pure credo che ti farà entrare.-
-grazie mille signora.-
Entro e salgo le scale, busso alla porta ed entro.
-Lydia?- dico.
-che vuoi? Non volevi più vedermi, che ci fai qui?-
-vedi, questa volta sono io che devo parlarti.-
-io non voglio ascoltare.-
-ok, ma se non mi vuoi ascoltare ora, credo che non potrai più farlo.-
Esco dalla camera e mi dirigo verso le scale quando sento la mano di Lydia afferrare la mia.
-che cosa vuoi dirmi?- mi chiede.
-ci sono delle cose che devi sapere.-
-vieni, mi spiegerai tutto a scuola ormai è tardi, andiamo in biblioteca che alla prima ora non c'è mai nessuno.-
Andiamo a scuola, non ho ancora mai visto scott, entriamo in biblioteca e ci sediamo dietro una libreria.
-tu ormai le sai tutte le cose soprannaturali che ci accadono e sai benissimo i rischi che corriamo ogni giorno ad essere quello che siamo.- comincio a parlare.
-stiles, ti hanno morso? Tu sei un umano come puoi avere problemi soprannaturali?- mi chiede.
-ascolta, vedi quando tu mi hai detto quelle cose più di una settimana fa io sono andato nel bosco e da lì in poi sono successe delle cose talmente strane che non ti sto a raccontare, voglio solo dirti che ti amo, ti ho sempre amata e continuerò a farlo, ma non possiamo più parlarci come prima, non possiamo più stare vicini, non ci possiamo nemmeno toccare. Quindi se non lo avessi capito questo è un addio.- le dico guardando i libri.
-ma possiamo ancora stare insieme, dimmi perché. Ti prego ho bisogno di saperlo ora.-
-ok, sarò breve prima che mi accada di nuovo, un demone maligno che non mi ricordo mai come si chiama si è impossessato di me e io non so ancora come fermarlo. Faccio cose che non vorrei fare, ho gli incubi notturni e quindi non voglio stare con te per non farti del male.-
Mi alzo e vado verso la porta ma prima di uscire mi fermo e dico.
-Lydia martin io ti amo.- ed esco.
Corro verso la clinica del veterinario perché non voglio che Lydia mi veda e mi rincorre, ostinata come è.
Entro nella clinica e vedo deaton che mette un gesso alla gamba di un cane.
-che stai facendo?- gli chiedo.
-il mio lavoro.-
-no, non è questo il tuo lavoro è aiutarmi.-
-si, credo di aver trovato qualcosa, appena finisco te la faccio vedere.-
-no, tu me la fai vedere ora.- sto perdendo il controllo di me.
-aspetta solo 5 minuti e sarò tutto tuo.-
-muoviti. Non posso aspettare.-
-puoi aspettare 5 minuti?-
-ho detto di farmi vedere che cosa hai scoperto immediatamente.- e mentre lo dico sbatto la mano sul tavolo.
-stiles, tutto bene?-
-si, va tutto benissimo.- mi siedo sulla sedia in sala d'attesa.
Mi sono calmato, vado in bagno, forse ho capito come fermare il mostro almeno per un po.
-vado in bagno.- dico.
Entro e aspetto, aspetto quella vocina che mi dice di uccidere qualcuno. La sento.
-stiles, vai a prendere ciò che volevi.- mi dice.
-fermati.-
Colpisco forte il lavandino ferendomi molto, la voce è sparita. Del sangue mi esce dalla mano e sporca tutto il lavandino. Anche il pavimento adesso è tutto sporco di sangue.
-stiles, tutto bene?- mi chiede deaton.
-si tutto apposto, sono solo scivolato.-
Mi siedo nuovamente su gabinetto e metto una canzone. La mano mi fa malissimo.
-che fai?Ti metti anche ad ascoltare la musica pur di evitarmi?- la voce continua a parlare.
-ti prego fermati, basta, smettila.-
-ora mi implori anche, ma che bravo.-
Vado verso il lavandino e tiro un pugno con l'altra mano al lavandino, che dolore non resisto. Mi metto in un angolo del bagno, mi metto a sedere e stringo le mani tra la pancia e le gambe. Mi fanno molto male.
-lo sai vero che non mi fermerai in questo modo?- la vocina continua a parlare.
-no, basta ti prego.-
-dai, possiamo governare questo mondo.-
-no, voglio solo che te ne vai da me, spero che soffrì, spero che prima di morire mi guarderai negli occhi così potrò vedere la tua sofferenza.-
-bella risposta stiles, ma non riuscirai mai a sconfiggermi , io, io sono eterno.-
-d-davvero? A-allora perché hai ba-balbettato?-
-quindi? Anche tu stai balbettando.-
-forse è perché ho entrambe le mani rotte! Tu non sei eterno, sei solo un vigliacco che si nasconde nei corpi degli altri perché in veritàtu non sei abbastanza forte per averne uno tuo. Sei un parassita.- dico pieno di rabbia.
-posso farti soffrire molto più di quanto soffri ora.-
Mi stendo per terra sempre con le mani protette, aspetto in silenzio che arrivi qualcuno.