Infinito

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Eravamo a pochi centimetri di distanza,e lui era in procinto di avvicinarsi ancora di più a me,quando disse:

-La sveglia.

Rimasi un poco interdetta.

-Che?

-La sveglia,alzati o farai tardi!

Il tutto cominciò a dissolversi molto rapidamente e mi ritrovai nel mio letto,attorcigliata nelle lenzuola.

Sollevai la testa,guardai l'orario e mi resi conto di dovermi alzare per andare a scuola.

La finestra era aperta,proprio come nel mio sogno,e pioveva.

Era molto strano.

Mi alzai ed andai verso lo specchio e osservai il mio riflesso:il pigiama che indossavo era di qualche taglia in più della mia e sembravo più pallida del solito.I capelli disordinatissimi erano raccolti in una crocchia e il mio viso pareva sempre più allungato e scavato.

Mi guardai i piccoli polsi:avevano ancora le cicatrici dell'ago dell'anestetico di 4 anni fa.

Osservai la figura che era davanti allo specchio insieme a me:non ero alta,non avevo colore,non avevo gli occhi grandi ed espressivi dellemie compagne e non potevo certamente paragonarmi ad una comune adolescente:io ero malata e lo sono tutt'ora.

Chiusi gli occhi per un secondo che mi parve infinito;la mia vita si stava lentamente prosciugando in quello che era il mio peggior incubo:stavo ritornando ad essere addormentata,come se fossi stata ancora in quel dannato letto d'ospedale.

"Elizabeth,non sperare in una guarigione,non sappiamo se tornerai come prima"

Li riaprì.

Non volevo tornare come prima.

Dopo essermi preparata,uscì di casa e mi incamminai verso la fermata.

Ero abbastanza scossa dal sogno di quella notte:Mason mi sembrava così reale e non mi capacitavo del fatto che fosse così vicino a me.

Insomma,so che tra noi c'è un particolare rapporto,abbastanza delicato e incerto.

Il vento mi sferzava i capelli e mi gelava le mani:mia nonna mi ripeteva sempre che se hai le mani fredde hai un cuore caldo.

Mi sforzavo sempre di crederle,ma mi sono sempre ritenuta una persona gelida e timida,con un animo fragile e debole.

Il cielo era cupo e rispecchiava in pieno le mie emozioni:l'autobus era,come sempre, in ritardo e Mason non arrivava più.

Ero sola ad una fermata.

Non ero triste o depressa,semplicemente non avrei voluto svegliarmi,come se volessi restare in quel sonno eterno.

Finalmente l'autobus arrivò.

Volevo realmente continuare così?

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