Trovare qualcuno che ti ascolti nei momenti peggiori risolve il 50% del problema...
Se Enrique la chiamava per pranzare insieme il prima possibile Ester da brava sorella sapeva bene che il suo amato fratellone aveva bisogno di lei, ma questa volta doveva essere qualcosa di molto serio se le l'aveva chiamata e richiamata fino ad ottenere di vederla il giorno stesso.
Si incontrarono sotto l'ufficio di Enrique per andare a pranzo in un ristorante poco lontano, El Fogon de Trifon un tipico ristorante spagnolo piccolo ed accogliente dove lui era di casa, l'aria famigliare era l'ideale per parlare e sfogarsi con l'unica persona al mondo che era certo l'avrebbe capito.
Nonostante la posizione centrale proprio su Calle de Alcala non c'erano le orde di turisti che si potevano trovare in altri ristoranti in quel periodo dell'anno e per questo era da sempre uno dei suoi preferiti.- Allora Kike cosa c'è di così urgente da farmi rimandare l'estetista? -
Enrique le sorrise scuotendo la testa, Ester aveva 48 anni ed era una bellissima donna sul 1.70 capelli lunghi castani occhi verdi, curata e sempre elegante. Era dolce e comprensiva e nonostante fosse più piccola di lui ogni qual volta c'era qualcosa che lo turbava l'unica persona con cui voleva confrontarsi era sua sorella
- Tu sei sempre bella -
- E tu sei sempre mio fratello, su dimmi cosa succede -
- Prima ordiniamo o hai fretta di andartene? -
- Quanto sei scemo... Non ho fretta...Sono curiosa -
- Ordiniamo dai -
- Come vuoi... -Subito il cameriere fu da loro per raccogliere le ordinazioni, Enrique prese un insalata con carne, peperoni e scaglie di grana, ed Ester del pesce accompagnato da un insalata di pomodori, dell'acqua e inaspettatamente lui ordinò una birra, non che non bevesse anzi Ester sapeva bene quanto gli piacesse la birra ma a pranzo non beveva mai.
-Birra? -
- Non posso? -
- Ma certo che puoi però tu a pranzo non bevi mai, e poi è ancora caldo -
- Penso di riuscire a reggere una birra -
- Non lo metto in dubbio -
- Allora mi dici che hai? -
- Guardami -
- OK... -
- Come mi vedi? -La domanda lasciò perplessa Ester, non capiva, lo osservò con attenzione, aveva un taglio di capelli diverso, una bella camicia con i gemelli in tinta con la cravatta, e non poté fare a meno di pensare che era un bel colpo di stile, al polso aveva l'elegante Cartier e sull'altro polso notò un braccialetto strano
- E quello? -
- Cosa? -Istintivamente Enrique provò goffamente a coprire il braccialetto di argento e caucciù che aveva al polso destro.
- Come cosa? Il bracciale che vuoi coprire -
- Ah niente...non hai risposto alla mia domanda -
- Giusto, allora come ti vedo...beh ti vedo bene, ti stanno bene i capelli così, sei elegante come sempre, in ottima forma. Insomma a parte i capelli sei sempre il solito -
- Il solito vecchio...-La risposta di Enrique la lasciò a bocca aperta
- Ma sei impazzito? Non ho detto questo e neanche lo penso! -
- Non lo penserai ma è così che sono...vecchio -
- Oddio ma che hai la crisi di mezza età??? Ma come ti viene in mente di dire che sei vecchio??? Hai 53 anni non 80!!! -
- Non ti parlò di anagrafe, ma di com sembrò -
- Enrique non sembri vecchio, anzi oggi stai proprio bene -Enrique fece una mezza risata, amara troppo amara portando il suo sguardo su un tavolo poco distante dove era seduta una famiglia, madre e padre entrambi sui 30 anni con una bambina di 5-6 anni che mangiavano e ridevano felici...dentro di lui pensò che aveva sbagliato a voler parlare con Ester cosa poteva dirle? Come poteva dirle, spiegarle cosa gli stava succedendo, cosa sentiva, come si sentiva.
Dentro di lui aveva un oceano di sentimenti contrastanti, di paure ed insicurezze che non aveva mai provato prima, un uomo come lui sempre calmo e controllato tutto d'un tratto era diventato un uomo che vacillava ad ogni passo, non sul lavoro ovviamente, li era una macchina da guerra ma per il resto vedeva la sua vita come un completo ed enorme disastro.- Kike -
La voce di sua sorella e la sua mano sulla sua lo riportarono al presente e a quel pranzo, non disse nulla abbozzò solo un mezzo sorriso.
- Cosa ti succede Enrique? Sono tua sorella chi può mai capirti meglio di me? -
- Ester...è una cosa così difficile da dire, da accettare e anche da comprendere per me...non so da dove cominciare...-I loro discorsi furono interrotti dall'arrivo delle loro ordinazioni, Enrique non mangiò quasi nulla, Ester dopo gli ultimi minuti era davvero preoccupata per suo fratello, tuttavia lasciò cadere il discorso non era quello il luogo adatto per parlare di cose delicate, ed ormai era chiaro che le sarebbe servito tutto il tatto e la dolcezza del mondo per tirare fuori qualcosa da Enrique.
Per il resto del pranzo parlarono del più e del meno, delle altre sorelle e di amici comuni e nulla più.
Enrique pagò in fretta il conto non vedeva l'ora di uscire da lì.- Scusami Ester è stato un pranzo pessimo perché io sono stato una pessima compagnia -
- Smettila Kike è chiaro che c'è qualcosa che ti preoccupa molto, a cui non sai trovare soluzione ma non preoccuparti ti aiutero io di qualunque cosa si tratti -
- Ester come farei senza di te? -Dicendo così la strinse a se vedendo per la prima volta un barlume di luce dopo mesi durissimi passati a crogiolarsi in mille domande senza risposta
- Ma vai in palestra Kike? -
- No, e quando potrei andarci non ho mai tempo! Quando posso vado a correre e poi come sai ho degli attrezzi in casa -
- Beh allora hai cominciato ad usarli...e si sente... -
- È un complimento?
- Secondo te? -Enrique le sorrise e cominciarono a camminare verso l'ufficio, passeggiavano fianco a fianco, Ester lo prese sotto braccio appoggiando la testa sulla sua spalla
- Qualunque cosa sia che ti turba in questo modo io ti capirò, sono tua sorella ricordalo sempre, io sono dalla tua parte -
- Grazie -
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Buttati In Un Sogno
RomanceNon bisogna mai perdere la capacità di sognare anche quando la notte ha il cielo nero ricordate sempre che dietro le nuvole ci sono miliardi di stelle e in quel mare sterminato di piccole luci c'è ne è una tutta nostra che ci indica la strada . Enri...