Se la montagna non va da Maometto...
Valeria stava sistemendo il salone e non poteva non pensare al comportamento di Enrique, a cosa fosse successo, stavano scherzando, avevano passato una bella serata e le sue lacrime l'avevano colpita...era un uomo così dolce, così tenero, doveva capire cosa fosse successo, il perché del suo comportamento...
Finì di sistemare il salone e andò decisa verso la camera da letto di Enrique e busso'-Avanti-
-Ciao-
-Che succede? Tutto bene?-
-Si Si però voglio parlare con te-
-Ah e di cosa?-
-Cosa ti è preso? Perché te ne sei andato al letto?-
-Domani mi devo alzare presto-
-Si certo come no, ti alzi sempre presto e vai al letto molto più tardi-
-Si ma stasera sono stanco-
-Ah per quello hai acceso il pc...-Enrique si sentiva come un bambino beccato a fare qualcosa che non doveva
-Dovevo controllare una cosa-
-Ah certo-
-Non devo rendere conto a te-
-No assolutamente, io volevo solo parlare con te ma visto che sei simpatico come un ascesso il sabato sera buonanotte-Senza dargli il tempo di rispondere andò via sbattendo la porta e rimuginando tra sé e sé
"ma guarda questo, 'non devo rendere conto a te' ma come si permette, volevo essere solo gentile, ma evidentemente non è serata, beh poteva dirlo subito ed evitare il sushi.
Ma che è bipolare? Un momento un angelo, e il momento dopo il re degli yogurt scaduti! Beato chi lo capisce..."Si infilò nel letto ed accese subito la tv continuando però ad essere persa nei suoi pensieri che andavano dall'idea di prendere una casa in affitto per lei è Giulia, se cercarsi un altro lavoro, se andare a vivere a Parigi...si va beh lei e il francese erano come cane e gatto, ma in quel momento le stava pensando tutte, meglio andare a prendersi un bicchiere d'acqua...la luce della segreteria telefonica in salone era accesa, e lei pensò che era meglio sentire chi era...
Enrique se ne stava seduto sul letto imbambolato, confuso, si vergognava di sé stesso, della stupida risposta che aveva dato a Valeria
"ma come diavolo mi è venuto in mente di dirle che non devo rendere conto a lei? Era venuta qui per parlare, per capire e io da grandissimo demente che faccio? La faccio arrabbiare...devo andarle a chiedere scusa ma adesso non domani...forza Enrique sei un uomo di quasi 55 anni, sei un professionista rispettato e sei un uomo forza fai l'uomo!"
Prese il coraggio a quattro mani ed andò verso la camera di Valeria, busso'...sentiva la tv ma lei non disse nulla...busso' di nuovo...niente, ok non poteva fare altro che aprire la porta,
Valeria era seduta sul letto, braccia incrociate che lo fissava torva-Posso?-
-Ormai sei entrato-
-Non rispondevi-
-Forse non volevo risponderti-
-Vuoi che me ne vada?-
-Si-Enrique abbassò la testa e stava per uscire dalla stanza
-C'era un messaggio in segreteria di Guillermo...chiedeva come ti senti...se il mal di stomaco va meglio e domani ce la fai a pranzare con lui...-
Queste parole lo trafissero come una coltellata, ora non sapeva veramente che dire, sarebbe voluto sprofondare, sparire, dileguarsi si vergognava come un ladro e si domandava perché a lui andava sempre tutto storto!
Mentre eri lì a lamentarsi silenziosamente di quanto mai nulla andasse per il verso che aveva sperato lui, senti le braccia di Valeria intorno a lui è il suo viso sulla sua schiena, un brivido lo attraversò-Allora cosa ha da dire a sua discolpa avvocato?-
-Mi appello alla clemenza della corte-
-Allora è fortunato questa corte è troppo buona e clemente-
-Grazie-
-Ti giri?-Enrique si voltò sempre con lo sguardo basso
-Perché non mi hai detto che volevi cenare con me?-
-Ceniamo insieme tutte le sere, e questa è la tua serata libera-
-E allora?-
-Allora non volevo tu ti sentissi obbligata a mangiare con me anche stasera-
-Mi piace cenare con te-
-Anche a me, sai prima non mangiavo mai a casa, ora non vedo l'ora che arrivi sera per tornare a casa e cenare con voi-
-È vero, è una cosa davvero bella, vieni dai-Gli prese la mano e lo tirò in salone, Enrique non fece resistenza, la seguì senza dire nulla, si sedereno sul divano e Valeria l'abbraccio lui la strinse forte a se
-Ti voglio bene avvocato-
-Anche io te ne voglio e te ne voglio tanto-Sentiva le mani di Valeria sulla sua schiena che l'accarezzavano, i seni di lei contro il suo petto, mai prima di allora erano stati così vicini, così intimi, sentì la bocca si Valeria sul sul collo che lo baciava un brivido lo scosse e un sospiro uscì dalla sua bocca, non sapeva bene che fare ma la lasciava fare, gli piaceva quella sensazione aveva voglia di baciarla, prese coraggio o adesso o mai più.
Erano faccia a faccia, occhi negli occhi, le labbra di lei sfiorano le sue.
Valeria sapeva bene che doveva essere lei a guidarlo, lo baciò da prima con dolcezza, poi con più passione gli sfiorò le labbra con la lingua e lui la seguiva passo passo fino a che le loro lingue si toccarono e danzarono insieme, lei sentiva le mani forti e grandi di Enrique che la stringevano, la accarezzavano, i loro baci divennero sempre più caldi.
Lei si staccò e lo guardò negli occhi-Sei un uomo meraviglioso Enrique-
-Sei troppo buona con me-
-No, tu sai di buono, di giusto con te mi sento tranquilla, sicura e non mi succedeva da moltissimi anni-
-Non faccio nulla di speciale-
-Smettila di buttarti giù!-
-Non mi butto giù-
-Oh si e non mi piace, per me sei un uomo straordinario hai capito?-
-Posso avere un altro bacio?-
-Scemo non devi chiederlo! E puoi avere tutti i baci che vuoi!-Si ritrovarano a passare la nottata così, accessero la tv ma non la guardarono granché.
Nessuno dei due propose di andare in camera da letto, c'era Giulia in casa e l'ultima cosa che Valeria voleva era traumatizzarla in qualche modo, ed Enrique...beh lui preferiva aspettare...non aveva alcuna esperienza in quel campo, aveva vaghi ricordi ma risalvino più o meno al paleolitico; intanto però si godeva i baci e le coccole sentendosi per la prima volta bene, sereno e sopratutto felice.
Si addormentarono abbracciati sul divano, Valeria crollò per prima ed Enrique rimase immobile a guardarla dormire, ad accarezzarle i capelli, il viso.
Per molti magari non sarà niente di speciale, ma per lui fu come toccare il cielo con un dito.
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Buttati In Un Sogno
RomansaNon bisogna mai perdere la capacità di sognare anche quando la notte ha il cielo nero ricordate sempre che dietro le nuvole ci sono miliardi di stelle e in quel mare sterminato di piccole luci c'è ne è una tutta nostra che ci indica la strada . Enri...