Mas que amigos

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Mi butto se ti butti

Intorno alle 6 Enrique si svegliò e svegliò anche Valeria, decisero di andare a dormire almeno un ora nei loro letti.
Alle 7:15 al suono della sveglia Enrique dovette usare tutte le sue forze per alzarsi dal letto ed andare in bagno a sciacquarsi la faccia, normalmente lui al suono della sveglia era già vestito e pronto a fare colazione, e invece dovette trascinarsi in cucina dove era già tutto pronto per la colazione, Giulia stava mangiando latte cereali già pronta per la scuola e quando lo vide saltò giù dalla sedia e gli corse incontro

-Buongiorno Enrique-
-Buongiorno piccola-
-Hai trovato il mio disegno sul comodino?-
-Si ed è bellissimo! Grazie-
-Lo metti nel tuo ufficio?-
-Ma certo avrà un posto speciale promesso!-

Giulia gli diede un bacio sulla guancia e gli si attaccò al collo

-Ti voglio tantissimo bene!-
-Anche io piccola. La mamma dov'è?-
-A vestirsi per portarmi a scuola-
-Giusto-
-Ma te non vai a lavorare?-
-Si certo, diciamo che sono un pochino in ritardo-
-Eh si diciamo!-

Enrique si mise a ridere, quella gnometta era troppo simpatica e sveglia.
Dopo poco arrivò Valeria, era bella come sempre, forse addirittura di più.
Indossava leggins neri e stivaletti, con una camicetta leggera bianca e sotto un top nero.

-È tardi, è tardi hai finito la colazione?-
-Si mimmi-
-Corri a lavare i denti e a prendere lo zaino-
-Vado!-

Valeria si avvicinò ad Enrique e gli diede un veloce bacio sulle labbra

-Buongiorno-
-Buongiorno...sono in ritardo!-
-Eh lo vedo. Tutto bene?-
-Si-
-Porto Giulia a scuola e torno-
-Va bene-

Gli diede un altro veloce bacio prima che tornasse Giulia, e uscirono di corsa di casa.

Rimase solo davanti alla sua colazione, in realtà era in un ritardo mostruoso ma per la prima volta nella sua vita non gliene importava nulla, si sentiva bene, era rilassato, felice ed innamorato.
Si perse nei suoi pensieri, nei ricordi, non si sentiva così da...nonostante gli sforzi non riusciva a ricordare l'ultima volta in cui si era sentito così, e forse non lo ricordava perché non era mai successo prima.
Pensava a Valeria e a cosa dirle, in realtà sapeva perfettamente cosa dire ma aveva paura di correre troppo, lui l'amava, amava tutto di lei ma lei?
Lei cosa provava per lui?
Perché non riusciva ad essere come Rodrigo...

Già Rodrigo l'essere più viscido che lui conosceva, e dire che un tempo erano amici, avevano fatto tutte le scuole insieme dell'asilo all'università.
Aveva sempre invidiato la sua faccia tosta, il suo buttarsi con le donne. Enrique era più riservato, quello timido e impacciato, Rodrigo quello sveglio con tante ragazze, quello che faceva pazzie e si godeva la vita...diamine a volte sarebbe voluto essere davvero come lui...ed anche se tendeva sempre a prevaricarlo a lui non interessava, gli voleva bene comunque, ma poi quando conobbe Andres al primo anno di università e capì che l' amicizia era un altra cosa e cominciò ad allontanarsi da Rodrigo, lo fece gradualmente.
Quando a 25 anni lasciò lo studio di suo padre subito Rodrigo si insinuò al suo posto fino a riuscire a diventare uno dei soci di suo padre.
Troppe volte Rafael gli aveva detto che avrebbe voluto un figlio come Rodrigo e non un senza palle come lui...

Questi pensieri o meglio ricordi gli facevano male, provava ancora un dolore vivo, come quando una ferita quasi cicatrizzata si riapre, e si riapriva ogni volta che ci pensava o che li vedeva.
Lì aveva incontrati più di una volta in tribunale insieme e non si erano neanche salutati, ognuno per la sua strada ma lo sguardo fiero di suo padre quando guardava Rodrigo era sempre una coltellata in pieno petto.

Buttati In Un SognoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora