capitolo 17

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Salgo su in casa il più veloce che posso, sento dietro di me le urla di Stephanie contro Federico. Entro in camera mia prendo il pacchetto di sigarette e vado fuori al balcone. Mi siedo per terra con le ginocchia al petto e la schiena contro il muro. Sono dalla parte della città, vedo i tetti delle altre case. Prendo una sigaretta e inizio a fumare, è uno sfogo,mentre lacrime silenziose mi escono dagli occhi, sono stanca di versare lacrime da 2 giorni. Mi reputavano una persona forte eppure sto crollando ora. Sento dei passi che mi raggiungono

"Mar ti fa male fumare" dice prendendomi la sigaretta e spegnerla sul balcone

"ti prego lasciami stare da sola, sto bene" rispondo fingendo un sorriso e prendendo un'altra sigaretta

"Mar non ti puoi autodistruggere! Ti prego sfogati con me! non ti chiudere a riccio in te stessa! Non lasciare che il caos nella tua mente resti la dentro, fallo uscire! Reagisci sei più forte di così" si siede accanto a me e mi prende le mani

"no, non sono forte, sono fragile! Sono la più fragile di tutti! Se per un secondo lasciassi che tutto quello che provo uscisse fuori, non credo che reggerei. Sto cadendo di nuovo nell'oscurità, questa volta però nessuno mi salverà. Sto toccando il fondo e non riuscirò ad alzarmi. Non sai che vuol dire passare tutto questo da sola"

"non sei sola hai me" ha anche lei le lacrime agli occhi

"scusa Step, ma non voglio altre voci qui dentro" dico indicandomi la testa

"lasciami sola, domani tonerà tutto come prima" le sorrido

"va bene, ma stanotte non dormi da sola" annuisco e la vedo scomparire. Appena va via, il sorriso che avevo per rassicurarla si spegna e si trasforma in un urlo silenzioso. Dovevo nascondermi da lei, ho sempre fatto così mi sono sempre nascosta, ho sempre celato i miei sentimenti. Nessuno sapeva cosa si nascondeva dietro i miei sorrisi. Passa qualche minuto, il cielo inizia a diventare buio e io con lui. Il dolore non è solo emotivo anche fisico, ho i muscoli intorpiditi dal freddo, gli occhi mi bruciano per le troppe lacrime.

Ho gli occhi chiusi per placare il bruciore, sento delle braccia afferrarmi e prendermi di peso. Mi lamento ma ormai ho finito le energie, per liberarmi mi lascio trasportare. Apro debolmente gli occhi e vedo uno sguardo glaciale che mi fissa con aria preoccupata. Sono tra le braccia di Thomas

"lasciami non dovevi essere qui" dico liberandomi dalla sua presa e tonando per terra

" vattene, voglio stare da sola"

"non ti lascio"

"perché? Perché vuoi anche tu giocare con me? A quanto pare sono brava"

"perché nessuno merita di precipitare senza prima chiedere aiuto"

"io non ho chiesto nessun aiuto.. Posso farcela da sola come ho sempre fatto. Poi perché mi dovresti aiutare proprio tu?" ribatto secca, lo sto trattando male, ma deve andarsene, voglio rinchiudermi in me stessa

"perché voglio starti accanto e non me lo impedirai" si inginocchia accanto a me

"vattene, non ho bisogno dell'aiuto di nessuno, domani starò bene. Non mi importa niente di quel coglione" rispondo secca guardando il paesaggio in lontananza sembra triste la città oggi

"a me sembra di sì, Mar sfogati fa uscire tutto" mi scava dentro con quel suo sguardo profondo

"sono 2 giorni che piango sono stanca, non penso che meriti neanche una sola goccia di me" ho il tono deciso , ma gli occhi colmi di lacrime mi tradiscono

I Will Try To Fix YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora