Gemma Potter

Cap.5

La carovana ripartí e, con essa, passavano anche i giorni e, più passavano, più andavamo veloci.
Ad occhio e croce, eravamo in marcia da due settimane e il dolore che avevamo nel petto, proprio all'altezza del cuore, non accennava a diminuire, ma di certo tutto questo marciare ci impediva di autocommiserarci troppo.
"Muovetevi, più veloci. Aumentate il passo rifiuto della società" ci disse un uomo dall'occhio nero, mentre frustava chiunque acennasse a diminuire il passo di marcia.
"Ehi tu...muoviti" disse ad un ragazzo poco dietro di noi.
Stava per calare la frusta, quando mi sono messa davanti al ragazzo, usando il mio corpo come scudo. Non so neanche il perché di questo mio gesto, fatto sta che la frustata l'ho presa io al suo posto. All'inizio non sentii niente, ma tempo trenta secondi che il dolore non tardò ad arrivare.
"Tira su quest'ammasso di carne e torna in riga" mi disse il "mostro".
"Grazie per l'aiuto...mi chiamo Marco e tu?" Mi disse il ragazzo "Gemma" gli risposi forse un po troppo fredda, intanto stavo cercando di mantenere il passo di marcia e sostenere un ragazzo che ormai non ce la faceva più a camminare.
M"vedo che non sei una di molte parole?!" G"vedi giusto" M"i tuoi?" G"morti" M"mi dispiace..." G " anche a me" M"i due ragazzi che sono con te?" G"erano i miei cugini, ma ora sono la mia famiglia " M" e il lupo che vi accompagna?" Ero indecisa sul cosa dirgli così m'inventai G"l'abbiamo salvato ed ora ripone la sua fedeltà in noi"..."ora ...se hai finito il tuo interrogatorio, proporrei di farti camminare da solo perché io non ce la faccio più a trasportarti...sei pesante cazzo"
M"evviva la finezza, comunque hai ragione forse sono stato un po invadente" G"togli il forse mezza calzetta" M"sisi come vuoi...comunque appena arriviamo almeno ti pulisco la schiena, visto che se ti hanno colpita é stato solo per colpa mia" G"va bene, ma basta domande" e riusci finalmente a chiudere la conversazione e Marco, più o meno con il mio aiuto riusci a marciare fino all'arrivo della notte