Cap.13

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Vennero a svegliarci urlando, sbraitando ed imprecando in tutte le lingue possibili ed immaginabili
D: "muovetevi, forza....RAZZA DI ANIMALI" disse il capo delle guardie, Damiano.
Tutti si svegliarono, impauriti da tutto quel frastuono. Io invece rimasi comodamente stesa contro il ventre di Ombra. Vederli passare, fermarsi davanti la mia cella e, dopo pochi secondi, vederli riprendere la loro starada più incazzati che mai, mi divertiva...non potete capire quanto, soprattutto quando tentavano di farmi paura urlando e minacciando. Io semplicemente li guardavo e ghignavo. Loro presi dall'esasperazione se ne andavano ogni volta con il volto sempre più rosso.....penso che in quel periodo siano state inventate nuove sfumature di quel colore.
M: "come fai a rimanere così impassibile, non ti fanno nemmeno un po di paura 😱???"
G: "no, tanto cosa possono farmi....la mia famiglia é morta, mi hanno tolto la MIA libertà e l'unica famiglia che mi rimane é qui con me, perciò....."
M: "ho capito, ho capito....hai attivato di nuovo il muro invalicabile....mi sembrava di aver visto l'ombra di un briciolo di sentimento delle ultime ore" disse sarcastico e sbuffando contemporaneamente....ma come ci riusciva?!?!?!
G :"si, in effetti ne ho fatto vedere un po troppo" risposi sorridendo leggermente
M: "che cos'è quello...un sorriso?!?!😀" mi chiese eccitato
G: "non so di cosa tu stia parlando" risposi sbeffeggiandolo.
Mentre uscivamo dalle celle, fece una cosa che mi prese alla sprovvista...mi abbracció. Non lo fece con della malizia, ma lo fece come se volesse trasmettermi dell'amore?!?!......erano, peró, molto simili a quelli che mi faceva mia mamma.
G: "grazie, era quello che mi serviva" gli dissi riconoscente
M: "non c'è di che, per gli abbracci sono sempre disponibile" disse con quell'aria furbetta
G: "non ci fare l'abitudine,però, playboy"
M: "sperare non costa niente"
G: "sperare é come sognare...solo un'illusione, tanto vale rimanere con i piedi per terra"
M: "lo so, ma sicono che la speranza é l'ultima a morire, perciò ci si attacca a quella" finí il discorso sospirando.

Ci accomodammo a tavola, mangiammo col nostro gruppo in fretta e furia e ci dirigemma al campo di addestramento, dove ci aspettava Lucio
Lu:" siete in ritardo"
Le: "non é vero....siamo puntualissimi"
Lu: "non secondo il mio orologio"
G: "allora é meglio che tu lo faccia controll....." neanche finita la frase che me lo ritrovai praticamente davanti.
Lu: "senti pivelli a....se vuoi sopravvivere qui dovrai imparare a tenere la testa bassa, sono stato sufficientemente chiaro???"
G: "si, signore" gli risposi quasi con disgusto. Non mi é mai piaciuto sottostare a delle regole.....prevedo un'innumerevole serie di guai
Lu: "molto bene....ora forza, cominceremo con la corsa"

Gemma PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora