Epilogo

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Si erano svegliati. Si erano baciati dentro ad un Viaggio. Avevano fatto l'amore. Poi stanchi e soddisfatti, si erano rivestiti e avevano guardato fuori dalla finestra. Luci spente, ovviamente.

Era lì. Una sfera perfetta, azzurra, punteggiata di bianco. Non c'erano più continenti, solamente qualche macchia sparsa. Erano comparsi nuovi colori: viola e giallo. Ne erano scomparsi altri: verde e marrone. Era diversa, ma sempre la stessa. Argo se lo sentiva dentro al cuore. Kami osservava, la bocca spalancata. Argo giurò di averla sentita bisbigliare qualcosa. Mael nod Faredòn, forse? Non ne conosceva il significato, ma poco importava. Erano arrivati sulla Terra. Erano tornati indietro o quella era la loro destinazione finale?

Trovarono nella nave Jhaem uno di quei equipaggiamenti per atterrare su Hosann-Dahon. Due tute, composte da un materiale resistente, dotate di paracadute e di ali. Se solo Diana avesse saputo che queste tute si nascondevano nella nave che l'aveva scortata sull'Angelo. Se solo fosse accaduto, Argo non avrebbe mai incontrato Kami e non sarebbe ritornato a casa.

L'Angelo si avvicinava pericolosamente verso il pianeta, sulle finestre iniziarono a formarsi alcune gocce di condensa, i vetri incominciarono a scurirsi. Era l'ora. I due andarono dove c'era lo squarcio causato dall'attracco Edhenn. Dal buco nella nave non si distingueva nulla. Solo aria in movimento, che schizzava a velocità altissime. Bastò disattivare il comando della gravità e Argo e Kami furono catapultati fuori, pressappoco come accadeva prima di un Viaggio. La nave li sputò lontano.

L'Angelo da fuori sembrava un meteora in fiamme, nucleo bianco, la coda lunghissima, blu e rossa. Sfrecciò verso il basso e presto agli occhi di Argo divenne un insignificante puntino minuscolo. Entrambi avevano aperto le ali. Kami prese la sua mano, lo guidò verso la caduta. Gli raccontò che aveva sempre sognato quel momento, aveva sempre sognato un giorno di essere di nuovo spedita ad Hosann-Dahon, dopo aver scontato l'esilio sul satellite.

«Non è il mio pianeta forse, ma è comunque stupendo.»

Poi, arrivò il momento di aprire i paracadute. Dovevano essere aperti presto, altrimenti, con l'elevata velocità, sarebbero stati consumati dall'attrito dell'atmosfera.

«Quanto ci vorrà per atterrare?» chiese Argo.

«Su Hosann-Dahon la Discesa dura fino a quattro ore.»

«Che facciamo nel frattempo?»

«Viaggiamo.»

E Viaggiarono, abbracciati durante la caduta.

*****

Kami poggiò il piede in uno strato d'acqua poco profondo. Argo arrivò poco dopo. Gli era piaciuta molto la discesa, Kami sapeva che gli sarebbe piaciuta. Lo osservò posare con cautela un piede dopo l'altro. Inciampò su una roccia. A Kami venne da ridere. Si sganciò la tuta, poi aiutò pure lui.

Si guardò attorno. Non c'era nessuno. Nei Viaggi con Argo aveva assistito ai nefasti della Guerra. Aveva sperato che tutto si fosse risolto per il meglio. Ma si era illusa. Dopo più di un miliardo di anni la civiltà Terrestre era completamente scomparsa. Non era rimasto nulla. Solo distese infinite di acqua paludosa, di un colore violaceo e traslucido. Nessuna pianta, nessun animale. Solo la Terra. Eppure Kami si ritrovò a bisbigliare di nuovo: Mael nod Faredòn. Non esiste un solo dio, come avrebbero detto i Terrestri. Perché dovevano usare così tante parole? Mael nod Faredòn. Suonava anche meglio.

Si respirava. L'ossigeno c'era, nessuno lo creava, ma nessuno lo consumava. Tutto era fermo, chissà da quanto. Kami guardò Argo. Piangeva, chissà cosa stava pensando. Voleva saperlo, voleva Viaggiare ancora con lui. Ma a entrambi non sarebbe rimasto molto da vivere. Non si nutrivano da parecchio, almeno un giorno. Non bevevano da altrettanto. Quelle sensazione per Kami erano state secondarie, con tutto quello che era successo. Ma ora, ora sapeva che sarebbero tornate e presto i loro corpi si sarebbero spenti. Chi avrebbe resistito di più? Il Terrestre o lei, la Jhaem?

«Come è possibile che siamo ritornati qua?» chiese lui.

Kami pensò, in silenzio.

«La nostra rotta è rimasta immutata» continuò Argo. «Più lontano possibile dalla Terra, ai confini del conosciuto. Che qualcuno o qualcosa abbia deviato l'Angelo a tal punto?»

«Non lo so, Argo.»

«Altri pirati? O una di quelle vostre tempeste?» chiese Argo.

Non lo so, pensò Kami. Non lo so.

«O l'Universo è sferico e abbiamo fatto il giro?» Argo scosse la testa, mentre si guardava attorno, sguazzando con i piedi nell'acqua.

«Forse eri destinato a tornare qua» disse Kami.

«E perché?» Argo si voltò. Guardò Kami, poi riprese a vagare. «Non me lo spiego comunque. Siamo arrivati esattamente qua.»

«Forse Dio, alla fin fine, l'avete veramente trovato.» Kami osservò le sue scarpe affondare nella terra bagnata.

Argo sembrò non sentire. «Basta, sono stanco.»

Si sdraiò per terra, bagnandosi nell'acqua poco profonda. Kami si distese accanto a lui. Si presero per mano e si guardarono. Le lacrime di Argo gocciolarono sulla grande pozzanghera, fondendosi a quelle che molto probabilmente erano state quelle della Terra. Kami si lasciò andare. Appoggiò la testa, scavò con le dita la terra bagnata.

Una scossa.

Teneva ancora la mano di Argo, anche lui con gli occhi serrati, ma sembrò non accorgersi di nulla.

«Prepariamoci a morire, non c'è niente» disse lui.

Un'altra scossa. Serpeggiò per tutto il braccio, arrivò fino alla nuca. Kami immerse le dita profonde nel suolo. La scossa stavolta superò la nuca, la risalì, avvolse la sua testa. Vide un'immagine.

Un albero, un albero solitario, le radici che fuoriuscivano dall'acqua e dalla terra, venne abbattuto.

L'ultimo albero! Una voce aveva parlato.

Kami spalancò gli occhi. Argo piangeva ancora. Non se ne era ancora accorto. Ma certo, lui non poteva Viaggiare con nessuno. Nemmeno con la Terra. Il Viaggio a tre. In tanti avevano tentato, ma come si poteva fare? Kami provò.

«Argo, baciamoci un'ultima volta.»

Non gli diede nemmeno il tempo di spiccicare parola e poi lo baciò. Il primo Viaggio stava iniziando, tutto stava sfumando. In quel preciso istante, mentre incominciava a perdere la sensibilità in tutto il corpo, prima che potesse decidere quali ricordi rivivere, Kami scavò in profondità nel suolo della Terra con le sue dita.

Il secondo Viaggio iniziò.

«Dove siamo?» la voce di Argo proveniva da lontano.

Tutto era buio. Kami non riusciva a vederlo nemmeno. Stava per rispondere, stava per dire che non ne aveva idea, quando una voce femminile li avvolse. Proveniva da tutte la parti e da nessuna parte. Era anche dentro i loro corpi. Ma ce li avevano dei corpi?

Ancora non sono nata, disse. Osservate, mi sto per formare.

Kami vide una luce lontana. Vide fuoco, lava, rocce. Si sentì viva. La voce femminile parlò ancora.

Rivivrete con me la mia storia. Mi hanno distrutto, sono vecchia ormai, sto per morire. Ma come voi esseri viventi, provo piacere a rivivere i miei ricordi in punto di morte. È l'unica cosa che mi resta da fare.

Voi mi farete compagnia.


FINE












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