«Quanti anni fa avete conquistato Hosann-Dahon?» chiese Argo, mentre prendeva posto a fianco di Kami, seduta a gambe incrociate davanti alla vetrata.
«Oh, tanto tempo fa» rispose lei. «Tanto tempo.» Distolse lo sguardo dallo spazio profondo e accennò un sorriso. Argo ebbe la sensazione di essere rimasto a fissare la Jhaem come un ebete. E forse fu così.
Il suo sorriso scomparve, divenendo quasi una smorfia. Voltò lo sguardo ancora verso l'esterno e appoggiò il mento sulle ginocchia. «Secondo il vostro modo di contare è passato almeno un milione di anni.»
«Ma allora...» Argo cercò le parole per continuare. «Allora quella scena, quella scena era inventata.»
Kami gli mollò un ceffone. Poi tornò a guardare fuori, con un'espressione disgustata. Eppure era ancora così bella...
«Ho forse offeso qualche altro vostro dio?» Argo si massaggiò la guancia dolorante.
«Voi Terrestri siete così stupidi,» Kami lo fissò, «così maleducati e senza rispetto per una razza pura come la nostra. Non vi meritate davvero tutti quei ricordi che possedete. Se esistesse un modo per farlo, ti strapperei tutti i neuroni, dal primo all'ultimo, e li farei miei. Di sicuro servirebbero di più a me che a te. Infame, sei capace solo di offendere.»
«Dai, Kami.» Lei era sempre bellissima, qualsiasi espressione avesse sul viso. Eppure aveva la sensazione di perderla, per quel poco che l'aveva avuta. «Devi perdonare la nostra ignoranza. Non a caso non siamo sopravvissuti. Voi avete portato avanti la nostra specie. Perdonami.»
«Noi non abbiamo portato avanti un bel nulla. Noi abbiamo creato una razza pura da una razza marcia.» Rivolse ad Argo uno sguardo sprezzante. «È ben diverso. Terrestre.»
Argo chinò la testa. Rimase così per almeno un paio di minuti. Cercò di apparire il più rammaricato possibile, cercò a tutti i costi di non perderla ancora.
«Quella scena non era inventata, Terrestre.» Kami parlò, gonfiando il suo petto. «Quella scena è la scena, l'inizio della nostra storia. L'inizio di una nuova razza, l'inizio di un nuovo pianeta, la nascita di un nuovo Dio, del vero Dio, Hosann-Dahon.»
«E come fai a sapere esattamente cos'è successo? Un milione di anni fa...Quella scena sembrava vera. I suoni erano reali, percepivo il calore provenire dal campo di battaglia. Come può essere?»
«Oh, non la ricorda la mia mente.» Lei sorrise, per un attimo Argo credette di averla recuperata. «Sono i miei geni, i geni di tutti gli Jhaem. Di mio padre e mia madre, dei miei nonni prima di loro. E dei loro nonni ancora prima. Il ricordo non muore.»
«Non capisco, spiegati meglio.»
«Non mi sorprende che tu non capisca, Terrestre.» Si alzò in piedi e mi guardò dall'alto verso il basso. «Se non siete in grado di farlo è per lo stesso motivo per cui tu ora non capisci.»
Argo cercò di rispondere, ma lei fu più veloce. «Ah, tieni chiusa quella fonte di improperi.» Incominciò a camminare per la stanza con un orribile sorriso stampato in faccia. Per la prima volta Argo odiò la sua espressione.
«Quando i nostri genitori si uniscono, ci trasmettono le loro sembianze, attraverso i geni. E trasmettono anche ricordi. Anzi, soprattutto ricordi. Come se essi fossero racchiusi in geni, vengono copiati nelle cellule appena formate, in rapida crescita nel ventre della donna. E quando nasciamo, sappiamo già tutto. Dobbiamo imparare solo a riviverlo, dobbiamo solo imparare a Viaggiare.»
«Quindi avete la storia impressa nelle cellule? Sapete già tutto, senza averlo imparato?»
«Esattamente. »
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Futuro Remoto
Ficção CientíficaArgo dorme da milioni di anni, in una nave spaziale alla deriva nell'Universo. Quando si sveglia è solo, l'intero equipaggio scomparso nel nulla, divorato dal tempo. Ciò che rimane nella nave - lasciti di una missione destinata a fallire - sono le u...