C A P I T O L O 30

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Blue.

Sei mesi.

Sono passati sei fottutissimi mesi da quando la mia strada si è separata da quella di Luke. Sono all'ottavo mese di gravidanza. Liz mi aiuta più che può, sia con il denaro sia con il morale. Ogni volta che viene mi ripete che suo figlio è un bastardo senza cuore e che se potesse, mi adotterebbe. Oh, quasi dimenticavo, mia madre e Dan si sono trasferiti a New York dopo aver saputo della gravidanza.

Per quanto riguarda il biondo per ora so solo che si trovano a Sydney per un intervista, ma sinceramente non credo che mi verrà a trovare, almeno non dopo quel che ci siamo detti sei mesi fa.

Mi alzo dal divano, posando la tazza fumante di te sul tavolino. Accendo internet sul telefono, ritrovando il mio Instangram pieno di notifiche. Ormai non posto quasi più niente su quell'app, l'ultima foto risale a tre mesi fa ed è un'immagine di una colazione tra me e Dakota.

Prima di capirci qualcosa, mi arriva una chiamata da Mae. Non la sento da molto tempo, ma non ci siamo perse di vista dopotutto.

"Blue prima di tutto non urlare. Sei su Twitter?"

"Mm no, perché?" Domando, alzandomi in piedi a fatica e andando verso la porta, lentamente.

"Appena puoi, facci un salto. E non uccidere Luke."

'Perché dovrei ucciderlo?' Mentre questa domanda mi frulla in testa, apro la porta rossa, trovandomi davanti l'ultima persona che mi sarei mai aspettata.

Luke.

"Devo andare Mae." Chiudo la chiamata, lasciando che un'aria sorpresa compaia sul mio volto.

"Lucas." Mormoro, più a me che a lui, mentre lui sorride lievemente, lasciando che una fossetta compaia sulla sua guancia.

"Ehm...io non so se hai già visto i vari social network, ma in ogni caso mi sono preparato un discorso e ti prego di non chiudermi la porta in faccia." Annuisco, invitandolo dentro e chiudendo la porta dietro di me, e sedendomi cautamente sul divano, sotto lo sguardo attento di Luke.

"Parla." Ordino, spegnendo internet e rivolgo la mia attenzione verso il biondo seduto davanti a me.

"Sono un coglione. Un fottuto coglione che ha avuto paura. Paura di perdere te, la bambina, ma soprattutto di perdere quel che finalmente avevamo costruito insieme. Ho avuto paura di non essere all'altezza, ho avuto paura di fare la fine di tuo padre. Diamine non ho mai voluto allontanarti e men che mai rompere con te. Ma l'ho fatto e non passa giorno in cui non mi penta di quella decisione. Quindi sono qui, con il cuore in mano a dirti quanto mi dispiace di averti abbandonato nel momento del bisogno. Ma se tu me lo permetterai, io ti prometto che ti rimarrò fedele. E prob-" Okay, non ne posso più.

Mi alzai -sempre lentamente- e mi avvicinai a lui. Anche lui si alzò, avvicinandosi a me. Mi alzai sulle punte, prendendolo per il colletto e poggiando le mie labbra sulle sue. Diamine se mi era mancato! Sento il piercing al labbro premere contro il mio labbro bollente, procurandomi brividi lungo la schiena. Quando ci staccammo -per riprendere fiato- lo guardai fisso negli occhi, prima di stampare sulla sua guancia l'impronta della mia mano.

"Questo è per avermi abbandonato." Lui si toccò la guancia, sorridendo bilenco.

"Okay, me lo merito." Sorrisi anche io, prima di baciarlo nuovamente.

***

Mancano due giorni a Natale e la mia pancia cresce sempre di più -come la mia fame- e Luke che corre dalle scale ogni tre per due con magliette di ricambio o reggiseni bianchi in mano non aiuta.

Manca una settimana al nono mese, ma sento che partorirò presto.

Fisso l'albero di Natale con aria assorta, nonostante sia il periodo più caldo, sento il freddo arrivare fino alle ossa. Appena vedo Luke arrivare, mi alzo in piedi -capitemi, sono due ore e mezzo che sono seduta su questo divano e non non sento più una chiappa- immediatamente il biondo corre verso di me, mentre io sbuffo, avvicinandomi al camino tentando invano di scaldarmi un po'.

"Blue che fai?" Mi blocco sul colpo, abbassando gli occhi sul pavimento e notando una grossa chiazza bagnata per terra.

"L-luke.." Il biondo mi si avvicina, sbiancando quando vede il pavimentò bagnato sotto di me. Prende immediatamente il borsone -uno dei tanti nascosti in casa- e mi aiuta a raggiungere la macchina. Si mette al volante, iniziando a mormorare parole d'incoraggiamento mentre cerca di evitare il traffico delle strade di Sydney.

"Luke ancora una parola buona e giuro che faccio partorire te al mio posto. STAI ZITTO E GUIDA."

Il biondo impallidisce, iniziando a imprecare contro alcuni automobilisti stupidi.

Quando raggiungiamo l'ospedale, io non sento altro che dolori dappertutto. Luke mi porta in braccio fino ad una barella, iniziando ad urlare per attirare l'attenzione di una dottoressa -che fortunatamente per me- arriva subito. Mi portano in una stanza, lasciandomi lì con il mio ragazzo che sembra più morto che vivo.

"Chiamo gli altri okay?" Annuisco leggermente, tornando a concentrarmi sul respiro, come mi ha suggerito la dottoressa.

Dopo mezz'ora, arriva il resto del gruppo in pompa magna. Subito iniziano a parlare uno sopra l'altro e l'unico che mi rimane vicino è Luke. Emetto un lamento di dolore, zittendo tutti. Calum chiama un infermiera, che arriva subito e guarda proprio . Chiama un'ostetrica e mi portano via da quella stanza. Ci siamo. Luke mi segue come un cucciolo smarrito ma quando gli chiedono se vuole entrare, annuisce guardandomi. Lo fanno vestire -sembra un puffo- e subito è al mio fianco -pallido- ma c'è.

Iniziano a dirmi di spingere e per ogni spinta sento sempre più dolore.

Quando finalmente sento la bambina piangere, sospiro sollevata. L'infermiera chiede a Luke se vuole tagliare il cordone ombelicale e lui sviene. Lo fisso preoccupata, ma quando sento russare il biondo, mi sollevo.

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È SUCCESSOOOOO HA PARTORITOOOO!

Domani Epilogo.

-Mats💘

Anonymous Letters☪ Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora