Capitolo 12

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L'ho davvero fatto.
Cazzo, l'ho sul serio fatto, sono andata a letto con Justin.
Non mi sembra vero, ma non perché me ne penta o cose simili, assolutamente no, mi sembra del tutto irreale perché è stato davvero troppo bello.
Sono stata sul punto di mettermi a piangere un paio di volte, mi sentivo come in fiamme e non riesco a capire se la cosa mi renda felice o mi metta una paura assurda, probabilmente entrambe le opzioni.
Ma torniamo a focalizzarci sulla situazione generale: sono diventata sorellastra di una mocciosetta urlante che mio padre ha concepito con una bagascia tutta curve e lacrime di coccodrillo, mia madre mi odia per averglielo tenuto nascosto ed io ho tradito il mio ragazzo con il biondino spelacchiato, ma ciò che è peggio- e credetemi, è davvero peggio- penso di provare qualcosa per lui e sono nei guai fino al collo!
- Justin? – lo scuoto osservandolo con le labbra corrucciate – mi hai sentito? –
- Sei sicura di sentirti bene? – domanda scrutandomi la faccia – hai sentito quello che hai appena detto? –
- Oh sì, e sto più che bene –
- E cosa vorrebbe dire che devi tornartene a casa Mess? Sei nel bel mezzo di un tour mondiale...siamo nel bel mezzo di un tour mondiale! –
- E con questo? –
- Mess ascoltami – dice alzando la testa dal mio petto nudo per prendermi il viso tra le mani incastrando i miei occhi nei suoi – capisco che tu sia preoccupata e che non veda l'ora di mettere apposto le cose con tua madre, ma non puoi abbandonare tutto e saltare sul primo aereo per Londra come se non avessi un contratto tra le mani, non è semplice come sembra, potresti perdere ogni cosa in un attimo, io lo so come gira questo mondo, non c'è spazio per le sorprese, belle o brutte che siano. –
- Pensi che non lo sappia? – sbotto – lo so che se davvero dovessi andarmene senza avvertire nessuno non ci metterebbero più di due secondi a dare fuoco al mio contratto e spedirmi definitivamente a casa, ma sei davvero sicuro che mi importi? Justin, adesso l'unica cosa che voglio è raccogliere i pezzi di ciò che è rimasto della mia famiglia e non sarai tu o uno stupido pezzo di carta ad impedirmelo, non ti ho chiesto di venire con me cazzo! –
- E credi che ti lascerei andare da sola con il rischio che qualcuno debba venire a raccoglierti dopo che sarai svenuta sul marciapiede di casa tua reduce da un altro attacco di panico o che magari combini qualche altra cazzata?! – esclama sbuffando per poi poggiare la testa sulla testiera del letto.
- Anche se fosse? Non sarebbero di certo problemi tuoi, voglio dire – ridacchio nervosa – abbiamo fatto sesso, non siamo mica destinati ad una vita felice, due bambini e un cane, no? –
- Ah è così che la pensi? Beh mia cara apri gli occhi, per quanto ne so stai ancora con Harry ma non ti sei fatta molti scrupoli a venire a letto con me –
Oh no, non può averlo detto sul serio ed io non posso aver tradito il mio ragazzo storico per un tale stronzo manipolatore – evidentemente deve aver significato qualcosa – aggiunge – oppure la nostra cara miss moralità in realtà è un'apatica del cazzo a cui non importa niente di nessuno all'infuori di se stessa e del suo fottuto ego? –
- Datti una calmata porca puttana! – grido alzandomi dal letto.
Afferro la prima maglietta che trovo sul pavimento e cammino per la stanza alla ricerca del mio portatile, sarà sicuramente sepolto in mezzo alla montagna di cianfrusaglie che infilo alla rinfusa in valigia ogni volta che sono costretta a fare i bagagli, solo Dio sa quanto odi l'ordine, è come se mi ricordasse di quanto in realtà sono pronta ad incasinarmi da sola, è tutto così asettico quando sai già come vanno le cose – cosa stai facendo adesso? – chiede il biondo ancora steso sul materasso, mi volto solamente per lanciargli un'occhiata indecifrabile e, una volta trovato il computer mi siedo per terra a gambe incrociate.
Pochi istanti dopo le mani di Justin si posano sulle mie spalle.
- Potresti per piacere evitare di toccarmi? – chiedo mantenendo una strana calma, quasi glaciale mentre continuo a muove imperterrita le dita sui tasti del pc.
- Oh andiamo – esclama il biondo sedendosi dietro di me – che posso dire? Mi dispiace? –
- Ottimo –
- Beh in realtà no, perché pensandoci bene non mi dispiace affatto, te lo sei meritata –
- Sicuro – rispondo atona.
- Ma non puoi continuare a fare così –
- Posso eccome –
- Per favore –
- Mmh-mmh –
- Mi dispiace – mormora portando le labbra sotto il mio orecchio, lì dove la sua bocca si incastra perfettamente con la curva del collo, inizia a lasciare baci morbidi e bagnati che mi fanno rabbrividire tanto che la pelle d'oca mi punge le braccia, smetto di scrivere solo per strofinarmele addosso spostando il capo in avanti.
- Justin, smettila – bisbiglio, la sua bocca ancora sul mio collo.
- Non voglio che ti allontani ogni volta che cerco di avvicinarti – sussurra.
- Non mi sto allontanando – sospiro – ma a casa c'è qualcuno che ha bisogno di me più di quanto possa mai ammettere di averne, non posso voltare le spalle a mia madre e per quanto mi costi ammetterlo nemmeno a mio padre, mi hanno cresciuta meglio di così –
- Sai in che cosa ti stai cacciando Mess? –
- Oh sicuro che lo so, è per questo che tu te ne starai qui –
Strabuzza gli occhi – cosa? –
- Devo farlo da sola Justin, non posso presentarmi a casa con la versione in carne ed ossa del poster a grandezza naturale che mia cugina Sophie tiene chiuso nell'armadio di camera sua –
- Oh...e questa cugina è sexy almeno? –
- Non sai quanto – dichiaro guardandolo di traverso – ogni volta che apre l'armadio ti guarda come se volesse rinchiuderti nel castello di Barbie- il biondo apre la bocca per richiuderla subito dopo visibilmente preso in contropiede – dai Justin, non fare così, potrai provarci quando avrà l'età legale giusta per parlarle senza essere rinchiuso per violenza verbale e pedofilia –
- Aspetterò – dichiara scurendosi però pochi istanti dopo – ma non mi fa comunque impazzire l'idea che tu te ne vada a casa da sola con tutto quello che bolle in pentola in questo periodo, senza contare il fatto che Morgan smuoverà mezzo mondo per sapere dove ti sei cacciata, quando finalmente riuscirà a trovarti e scoprirà che io sapevo tutto poi ci torturerà a morte –
- Beh, tu potresti sempre far finta di niente finché non mi farò viva –
- Stai scherzando spero! Quell'uomo sarebbe capace di farmi criptare il cellulare dalla CIA, organizzare una spedizione di salvataggio e nel frattempo bersi uno scotch senza nemmeno spettinarsi il ciuffo! –
- Comunque – dico stropicciandomi gli occhi stanchi per poi tornare a stendermi sul letto – parto tra nove ore –
- Nove ore? – esclama stendendosi accanto a me –sul serio? –
- Esattamente – sbadiglio appoggiando la testa sul cuscino.
Justin si volta nella mia direzione ed io sento qualcosa vacillare, come una diga che sta per rompersi, guardo quegli occhi scuri e so che in realtà non vorrei proprio dover partire, senza sapere nemmeno se e quando tornerò, vorrei solo poter rimanere, con i ricordi della notte appena passata a tenermi compagnia mentre lo guardo addormentarsi piano e rispirare calmo contro il mio collo, dirgli che mi basta solo sfiorarlo per tremare come una foglia, che con lui non mi sento mai come divisa a metà e non mi manca quello che non avevo nemmeno prima, che a Harry nemmeno ci penso adesso e non è normale perché non mi sento affatto in colpa.
- Mess? – bisbiglia con la voce impastata dal sonno – cosa pensi di fare adesso? –
- Torno a casa e poi non lo so, credo dipenda da cosa succederà –
- Tu lo ami Harry? –
Lo fisso per un istante, con gli occhi spalancati e mi sento strana, non ho paura, non sono nemmeno confusa come pensavo sarei stata, tuttavia non riesco a rispondere, Justin annuisce lentamente portando la sua bocca sulle mie labbra, ma non mi bacia, aspetta che lo faccia io e in un certo senso riesco a capirlo, non può essere la seconda scelta di qualcuno, non se lo merita; allaccio le mie mani ai suoi capelli spingendolo vorace contro di me in un impeto di bisogno estremo lo bacio come se volessi passargli attraverso, come se potessi fondermi con lui fino ad annullare completamente me stessa, mi allontano solamente quando sento il mio controllo venire a meno, so che devo fermarmi se non voglio terminare la nottata con il ricordo delle sue mani ancora su di me.
- Buonanotte Justin – mormoro accasciandomi contro il cuscino.
- Buonanotte Mess – risponde mentre posa la testa contro il mio petto abbandonando le braccia sui miei fianchi.
Non mi addormento subito, non ci riesco, passo le mani tra i suoi capelli ascoltando il suo respirare ritmico che mi solletica le braccia nude, chiedendomi cosa sia questa sensazione alla bocca dello stomaco che preme e formicola come un peso leggero e se io sia pronta a reprimerla per un po', anche se solo per il tempo di sistemare tutto.
"Una cosa è certa" penso fissando il soffitto "quello che sto facendo con Justin non è normale, è qualcosa che si fa con il proprio ragazzo ed io con Harry non mi sono mai comportata così" e mi spaventa essere consapevole che forse qualcosa sta davvero cambiando.

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