Capitolo 10

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- Forza, avvia la chiamata! – mi esorta Justin seduto sul letto della mia stanza mentre io percorro avanti e dietro il perimetro del tappeto rosso consapevole che se mi fermassi scoppierei di nuovo a piangere, per oggi di lacrime ne ho versate abbastanza.
- Justin riflettici un attimo okay? Mio padre è uno stronzo, ma è pur sempre mio padre, se io adesso chiamassi mia madre li perderei entrambi ed io voglio la mia famiglia nella mia vita, è già troppo difficile non riuscire a vederli per mesi interi – dichiaro affiancandolo sul letto.
- Credi che non lo sappia? I miei sono divorziati da anni e se tutto va per il verso giusto riesco a tornare a casa per Natale o nella settimana di pausa alla fine del tour. Fai quella telefonata, sarà meglio per tutti –
Deglutisco e prendo in mano il telefono, è arrivato il momento di fare ciò che avrei dovuto fare molto tempo fa, quindi compongo il numero e ascolto impassibile il primo squillo.
Mia madre risponde quasi subito, con la sua voce squillante che altro non fa se non allargare la voragine che sento nello stomaco, ho esaurito ogni singola briciola di coraggio che possedevo e peggio del peggio sento che è soltanto colpa mia.

- M-mamma? –
- Mess, tesoro che è successo? –
La mano di Justin mi accarezza piano il braccio mentre respiro profondamente – devo parlarti – dico con voce tremante, il mio tono è talmente freddo che mi fa quasi paura.
- Beh, deve essere importante, coraggio raccontami tutto –
- Riguarda papà –
- Mess, mi stai spaventando, va' dritta al punto per favore –
Guardo Justin sentendomi come scaraventata nel buco più nero e profondo dell'universo, il respiro inizia a farsi pesante e sento caldo, tuttavia non voglio allontanarmi da lui, mi perderei ancora – respira – sussurra il biondo nel mio orecchio mentre le sue mani mi accarezzano lasciando una scia di brividi che mi scuotono dal mio stato di trance apparente, mia madre attende ancora dall'altro capo del telefono.
- Mamma, io non so come dirtelo, papà non è in viaggio di lavoro –
- Non dire stupidaggini tesoro, dove dovrebbe essere? –
- Per favore ascoltami. Sono mesi e mesi che provo a dirti tutto, ma è difficile mamma, difficilissimo. Ho abbandonato da molto tempo l'idea di avere una famiglia perfetta perché so che le famiglie non lo sono mai, ma volevo provarci. Mamma ti prego credimi se ti dico che l'ho fatto perché mi sembrava la cosa da giusta da fare. –
- Mess io non capisco, sta' tranquilla tesoro, parlami –
- Mamma, papà ti tradisce, da più d un anno ormai –
- Stai scherzando? -
- No mamma. Era a casa con una donna, avevo pensato si trattasse di lavoro, ma ho scoperto che non era affatto come credevo, sono svenuta e papà mi ha pregato di tenere il segreto almeno per un po', che poi ti avrebbe raccontato tutto, ma poi quella donna è rimasta incinta e adesso che papà ha un'altra figlia io non riuscivo più a nasconderlo, mamma mi dispiace –
- Allora è tutto vero – sento dei singhiozzi dall'altra parte del telefono e mi viene da vomitare, due lacrime scivolano lungo le mie guance mentre mi accascio sulla spalla di Justin. Sento tutto il dolore di mia madre come scorresse lungo la mia pelle ed peggio di ciò che avrei mai potuto immaginare, è così reale ma allo stesso tempo stento a credere di averlo davvero fatto.
Mia madre singhiozza ancora lasciandosi scappare qualche sospiro di tanto in tanto, è distrutta e sapere che in parte è anche colpa mia mi uccide.
- Mamma, mamma mi dispiace – piango.
- No, non fare così – risponde gelida – sei davvero la figlia di tuo padre, sei così...un casino, un caos tremendo-
- Mamma ti prego –
- Me l'hai tenuto nascosto! Mess, sei stata dalla parte di tuo padre pur sapendo quanto sbagliato fosse ciò che stava facendo e adesso che ho appena perso le due cose più importanti della mia vita vieni a chiedermi perdono? Devi essere completamente impazzita –
- Ma non mi hai persa mamma, non mi perderai mai –
- Oh sì invece -
Poi riattacca.
E' davvero finita?
Mi sento vuota, non provo niente, nemmeno il dolore che mi riempiva lo stomaco pochi secondi prima, come se mia madre con le sue parole avesse spazzato via tutto quello che c'era dentro di me e adesso dovessi cercare i pezzi ma non voglio in realtà, perché forse senza sentire niente si sta meglio in fondo, no?
Mi sdraio sul materasso con la faccia premuta sul cuscino, Justin è accanto a me, ma non si azzarda a toccarmi, non parla, come se avesse paura di inclinare qualcosa che è in equilibrio precario dentro di me, ma non si può piegare qualcosa che è già rotto. Poi improvvisamente sento di nuovo tutto e fa malissimo, non so più che cosa sto provando, se il dolore sia fisico oppure no, so solo che ho bisogno di qualcosa o di qualcuno, ma è tutto confuso. Mi gira la testa, ho il respiro pesante e il sudore mi imperla la fronte, la bocca impastata, non riesco a parlare e la vista appannata dalle lacrime, sento le braccia di Justin che mi tirano contro il suo petto e premono forte sui miei fianchi mentre la sua bocca è premuta dietro al mio orecchio – respira – mormora – okay Mess? Cerca di respirare, piano, come faccio io –
Cerco di regolarizzare il respiro seguendo le indicazioni del biondo che adesso mi accarezza i capelli lentamente – va tutto bene – dice, ma sono convinta che non ci creda nemmeno lui.
- Come hai fatto? – chiedo sentendo la testa alleggerirsi.
- Fatto cosa? –
- Questo –
- Non lo so – ammette – è stato spontaneo –
- Harry non è mai riuscito a calmarmi così –
- Beh ...-
- Non so cosa fare – lo interrompo – ho solo tanta voglia di dormire e dimenticarmi tutto –
- Dormi allora –
- Ma tu? – chiedo stringendomi contro di lui.
- Io cosa? –
- Quando mi sveglio ti trovo qui? –
- Dove dovrei andare? Hai tu le chiavi della stanza –
- Quindi mi stai dicendo che finalmente ho la possibilità di ucciderti ed occultare le prove senza che nessuno si accorga di niente? –
Ridacchia baciandomi la fronte – dormi, idiota - dice prendendo posto accanto a me.
Cosa succede se si arriva così lontano e si ha paura di aver combinato qualcosa di troppo grande per poter tornare indietro?
Io non lo so, so a malapena cosa farò domani per non parlare dei giorni a venire e non ho più nessuna sicurezza; so che il mondo perfetto in cui pensavo di vivere in realtà non esiste come non c'è nulla di veramente infrangibile, perché prima o poi tutto si rompe, cambia aspetto e non più come lo ricordavi, ma c'è una cosa, una sola di cui in questo momento sono veramente sicura, Justin è qui, sorride mentre mi guarda assopirmi lentamente ed è bellissimo e io ho paura di aver combinato un guaio.

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