Capitolo 5

58 7 0
                                    

Appena messo piede fuori dall'arena ognuno dei miei collaboratori si precipita alla propria auto impaziente di raggiungere il locale stabilito per terminare in bellezza la serata.
Sono le 23.30 e c'è un venticello leggero che mi fa venire la pelle d'oca, mi stringo di più nella mia giacca di pelle mentre vado incontro a Morgan e Kit accompagnata da Justin.

- Ora le starai alle calcagna per sempre? – osserva Kit ridacchiando in direzione del biondo che alza subito lo sguardo mettendo su uno dei suoi famosi sorrisetti.

- Geloso? –

- Non potrei mai. –

Sbuffo infastidita, sembra che litigare con qualcuno sia il passatempo preferito di Justin, adesso che ha finito con me deve sicuramente trovarsi un'altra vittima – smettetela! – sbotto.

- Non preoccuparti Mess – si intromette Morgan poggiandomi una mano sulla spalla – tra meno di un'ora non saranno più in grado di mettere insieme una frase di senso compiuto –

- A questo proposito – aggiunge Justin – vi dispiacerebbe darmi un passaggio? Non vorrei correre rischi stando ai trascorsi recenti –

- In realtà sì, ci dispiace e anche parecchio! – risponde Kit tendendo la mascella.

- Ignoralo – mi appresto a dire consapevole della bufera che scatenerò tra poco – c'è spazio in macchina –

- Oh andiamo Mess! – sbuffa il mio migliore amico – vuoi davvero ritrovarti a trascinare il suo culo ubriaco fino all'hotel alle tre del mattino con il rischio che ti ricopra la macchina di vomito? –

- Preferiresti lasciarlo in mezzo alla strada con il rischio che si schianti contro un albero? –

- Sempre meglio che continuare ad averlo tra i piedi, quel ragazzino è un vero rompipalle –

- Quel ragazzino – aggiunge Justin con un'espressione indecifrabile dipinta sul volto – è ancora qui e ti sente benissimo! – mi fa innervosire perché non riesco a capire cosa stia pensando, spero non voglia picchiarlo, sarebbe davvero stupido.

- Vogliamo smetterla e andare a divertirci una volta per tutti? – urlo cercando di attirare la loro attenzione, loro, e non di qualche poliziotto nelle vicinanze che potrebbe rinchiuderci tutti per schiamazzi notturni.

- Andiamo Mess, lasciamoli a discutere dei loro affari – dice Morgan prendendomi per mano – avete tutta la notte, se deciderete di non uccidervi sapete dove trovarci! – annuncia camminando verso la macchina.
Pochi istanti dopo anche gli altri due, seppellendo l'ascia di guerra, si apprestano a seguirci, devono aver preso sul serio la minaccia di lasciarli qui ad uccidersi.

Justin mi siede accanto guardando fuori dal finestrino, non si volta mai nella mia direzione, che sia arrabbiato?
In ogni caso non credo mi interessi, voglio solamente divertirmi per una sera.
Improvvisamente il mio cellulare si illumina iniziando a vibrare, leggo il nome di Harry sull'ID e provo una strana sensazione, non so, come se sapessi di non voler sentire la sua voce in questo specifico momento.

- Pronto? –
- Piccola! – risponde il mio ragazzo, sembra felice come al solito ma ha qualcosa di strano nella voce e quasi mi sento presa in contropiede.

- Ehi tesoro –
- Com'è andato il concerto? –
- Bene, piuttosto bene, anzi...in realtà è andato alla grande –
- Beh, sono felice per te amore –
- Già – rispondo.
- E cos'è successo dopo? –
-Niente Harry cosa dovrebbe essere successo? –
- Quindi tutto ok? –
- Certamente-

Justin si volta di colpo beccandosi un'occhiata interrogativa da parte mia, sembra quasi infastidito – fammi parlare con Harry – chiede, sembra più un ordine.

- L'ultima volta che ho controllato era il mio ragazzo, non il tuo – rispondo ridacchiando.

- Ho detto fammi parlare con Harry –

- Va bene, va bene, non ti scaldare – mormoro passando il telefono al biondo che subito se lo porta all'orecchio.

- Harry, non so come fai a non accorgertene –

- Non mi accorgo di cosa esattamente? – sento il mio ragazzo replicare dall'altra parte, non riesco a capire dove voglia andare a parare.

- Stasera, dopo il concerto è successo qualcosa – oh no. No. Non sta davvero pensando di parlargli di quello.
Mi prendo subito il capo tra le mani girandomi per guardarlo, scuoto vigorosamente la testa sperando che colga la mia tacita, non troppo probabilmente, richiesta di tapparsi quel becco parlante.
Inizio a sentirmi nel panico, penso che in questo momento potrei davvero picchiarlo. Oh credetemi, se decidessi di arrabbiarmi sul serio tornare in hotel guidando da ubriaco sarebbe l'ultimo dei suoi problemi.
Justin mi guarda mentre continuo a scuotere nervosamente la testa e sorride – quell'imbranata della tua ragazza è caduta dal palco, è stato così esilarante che non ho potuto non immortalare la scena, non ti arrabbi se posto la foto su Twitter vero? –
- Amico mi hai fatto prendere un colpo cazzo, beh ho l'impressione che non sarò io ad arrabbiarmi se deciderai di postare quella foto...un attimo, ma cosa ci facevi al suo concerto? –

- Volevo sentire con le mie orecchie se quello che si dice su di lei sia vero – risponde con nonchalance.

- Oh, ottimo –

- Ti passo la tua signora Styles, freme dalla voglia di parlarti. –

Fortunatamente Harry non fa altre domande e riesco ad attaccare mentre Morgan parcheggia l'auto davanti al locale.
Scendo dalla macchina e subito mi affianco al biondino spelacchiato che sotto certi aspetti mi ha appena salvata da un interrogatorio infinito e l'obbligo di ammettere cose che non ho il coraggio di affrontare.

- Justin? –

- Mmh –

Mi avvicino a lui colpendolo sul braccio con un pugno.
- Ahi! – esclama – e questo per cos'era? –
- Per esserti anche solamente permesso di spifferare al mio ragazzo cose di cui nemmeno tu dovresti essere a conoscenza – dichiaro – ma grazie –
- E questo invece è per...? –
- Per averci ripensato e avermi coperta –
- Dovresti davvero dirglielo Mess –
- No –
- Ma per quale diavolo di motivo?! – grida – E' il tuo ragazzo! –
- Perché è troppo complicato, non saprebbe gestire la situazione e si farebbe prendere dal panico –
- Wow –
- Cosa wow? –
- Hai davvero un bel pezzo di ragazzo –
- Geloso? –
- Non potrei mai –

Entriamo nel locale fianco a fianco ma senza rivolgerci la parola nemmeno una volta.
Dentro è tutto diverso. La musica è altissima, puzza di alcool – non che mi dispiaccia-  e quella che ha tutta l'aria di essere erba.
Sospiro, finalmente posso accendermi una sigaretta, qui non ho paura che qualcuno possa riconoscermi. Ne pesco una dal pacchetto che ho infilato nel fondo della borsa ma come al solito non riesco a trovare un fottuto accendino.
- Cerchi questo? – esclama una voce alle mie spalle – ce l'ho dall'altro giorno, mi ero scordato di ridartelo –
- Non fa niente Justin –
- Cos'hai? –
- Io? – rido – io sto benissimo, probabilmente è solo astinenza da bevande alcoliche, sento che se non avrò un drink entro i prossimi cinque minuti potrei seriamente dare di matto –
- Tu hai un serio problema con l'alcool Mess –
- Forse, anzi, ne sono quasi sicura – aggiungo prendendo un ultimo tiro dalla mia sigaretta per poi buttare il mozzicone all'indietro con il pericolo di accecare qualche povero passante ignaro.
- Beh, l'accettazione è il primo passo verso la soluzione del problema. –
- Non ho mai detto di volerlo risolvere – esclamo.
Mi incammino verso il bar convinta che il biondo mi stia seguendo e mi siedo sul primo sgabello libero che trovo, scuoto i capelli e presso le labbra assieme mentre decido con cosa iniziare.
Il barista mi rivolge subito uno sguardo divertito e si avvicina inarcando un sopracciglio – ma tu hai l'età per bere tesoro? –
Lo osservo per un attimo e picchietto le unghie sul bancone, non so se alzarmi raggiungerlo e fare in modo che non possa avere figli in futuro o ignorarlo – Ho diciannove anni – borbotto.
- 'Fa lo stesso, sei ancora troppo piccola bambolina – risponde sorridendo, si appoggia sul tavolo e continua a fissarmi cosa che mi infastidisce e non poco, non sopporto quando la gente mi fissa, discorso contorto per una cantante vero? Dovrei essere abituata a stare al centro dell'attenzione, in mezzo alle persone, tuttavia mi rincresce dire che non è così, non ancora per lo meno.
- Smettila di flettere i muscoli, sembri un totale imbecille – dico constatando che non accenna al minimo spostamento, ma anzi inizia a muoversi come un completo idiota che cerca di flirtare senza nemmeno avere la più pallida idea di come si faccia.
- Sai tesoro, potrei fare un'eccezione per te, sembri un viso conosciuto, avanti smettila di tenere il broncio. –
Stringo le mani, sta veramente esagerando, maledetta me e la mia voglia di divertirmi per una sera, una stupida sola serata.
Justin accanto a me si muove velocemente trovandosi in pochi attimi faccia a faccia con lo sfortunato barman che indietreggia spaesato- ascolta amico – dice il biondo tra i denti – ascoltami bene, magari lei per te sarà solo un volto conosciuto ma sai benissimo chi sono io, lei è con me questa sera, non ha l'età per bere e nemmeno per essere infastidita da un'idiota come te perciò adesso mi porti subito due dei drink più alcoli che hai ed io in cambio farò finta di niente, tu avrai la tua bella mancia ed io non ti farò ritrovare con il culo per terra, intesi?-
Il barista deglutisce – io lo so chi sei tu – dice rivolgendosi di nuovo a me – sei la ragazza del cantante di quella band da quattro soldi che piace tanto a mia sorella, adesso te la fai con un altro? –
Lo guardo con gli occhi spalancati e cerco di fermare Justin prima che faccia qualsiasi cosa di cui potrebbe pentirsi – io non me la faccio proprio con nessuno! – esclamo – Justin – dico guardandolo negli occhi, le pupille leggermente dilatate – possiamo andarcene? –
Annuisce e in pochi minuti siamo all'aperto.
Prendo una boccata d'aria fresca e mi guardo intorno – e adesso? – già, e adesso? Non possiamo prendere la macchina e lasciare gli altri a piedi, Morgan mi ucciderebbe per non parlare poi di Kit, di lui sì che c'è da avere paura, potrebbe rasarmi a zero i capelli e rimpiazzarli con una parrucca di pelo di scimmia per quanto ne so.
- Taxi? – chiede cercando il cellulare nella tasca dei jeans.
- Escluso, non ci sono taxi in giro a quest'ora –
- Autobus? –
- Hai battuto la testa da piccolo o è il freddo che ti congela i neuroni? – esclamo – la fermata più vicina è a tre miglia da qui! –
- Allora non ci resta altra scelta: dobbiamo camminare –
- Tu devi essere completamente impazzito! –
- Mess ascoltami, non ci sono taxi, la fermata dell'autobus è a tre miglia da qui mentre l'hotel ne dista solo uno e non possiamo prendere la macchina, a meno che tu non voglia tornare dentro e farmi finire in carcere per omicidio, in tal caso finiresti dentro anche tu per avermi aiutato, non vedo altre possibilità –

- E se dovessero che so...derubarci, rapirci o ucciderci? –

- Beh in tal caso li pregherei di risparmiare il mio sedere sexy in cambio del tuo bel faccino come riscatto e me la darei a gambe –

- Sei il mio eroe! – esclamo portandomi una mano alla fronte.

- Non preoccuparti, ti lascerebbero andare nel giro di pochi minuti, provaci tu a fare i conti con la stronza che c'è in te! –

- Davvero divertente – rispondo fingendo una risata – adesso muoviti prima che cambi idea –
Mi incammino lungo la strada buia controllando questa volta che Justin mi stia effettivamente seguendo, non lo ammetterò mai ma l'idea di camminare da sola senza di lui non mi entusiasma poi tanto in questo preciso istante.
Parlando del diavolo il biondo mi raggiunge e mi circonda le spalle con un braccio come se fosse la cosa più naturale del mondo, mi volto verso di lui continuando a camminare con un cipiglio interrogativo stampato in faccia – Justin – lo chiamo – cosa diamine stai facendo? –

- Ti proteggo dai ladri no? –
- Apprezzo il gesto, ma non sono la tua ragazza quindi se non ti dispiace...- cerco di sottrarmi dalle sue braccia staccandomi da lui di qualche passo, ma non riesco a capire perché mi sento come insoddisfatta una volta allontanatami.
- Non scherzare Mess, se fossi stata la mia ragazza avrei fatto questo –
Si avvicina prendendomi per le braccia e facendomi scontrare contro di sé si abbassa alla mia altezza, sento il cuore che inizia a pompare molto più veloce del normale e le guance che vanno a fuoco, la schiena, dove lui sta ripetutamente passando le mani si riempie di brividi e formicola come se fossi sul punto di svenire – cosa diavolo...- cerco di bloccarmi accorgendomi delle sue labbra ad una distanza pericolosissima, basterebbe un minimo movimento per ritrovarmele addosso.
Improvvisamente si volta, guarda la mia faccia sconvolta e scoppia a ridere – avresti dovuto vederti! –
Mentre siamo ancora pericolosamente vicini sento un rumore strano, ma non ci do molto peso finché non vedo quella che ha tutta l'aria di essere la luce del flash di una macchina fotografica- beccati! – grida qualcuno da un punto che non riesco a localizzare dall'altro lato della strada, vedo solo una sagoma sfocata e poi siamo di nuovo noi due.
- Cazzo Justin siamo fottuti! –

CelebritiesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora