Capitolo 21-Epilogo

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- Ciao Esther, piccolina – esclamo avanzando a passo spedito e con il sorriso più falso del mondo verso quel cane diabolico –tanto lo so che mi odi anche tu tesoro, smettila di comportarti da brava cagnolina ubbidiente quando il tuo padrone è nei paraggi – spero per me che nessuno possa vedermi o sentirmi in questi momenti, sarebbe davvero umiliante, inoltre credo proprio sia il caso di smetterla, sempre che non voglia essere perseguitata da uno di quei fanatici del WWF per maltrattamento sugli animali o, e non so quale delle due sia l'ipotesi peggiore, essere scaraventata brutalmente fuori casa da Justin che tiene a quel maledetto cane come fosse sua figlia.
Parlando del diavolo il biondo compare dalla porta come un'apparizione mistica e, prima che possa farlo io, la primogenita di Satana gli corre incontro facendosi prendere tra le braccia.
Mi schiarisco la voce convinta che ormai tra noi due sia una battaglia persa, Esther avrà sempre la meglio su di lui – ehm...io sarei qui –
Justin ridacchia posando delicatamente l'amore della sua vita a terra – ciao piccola – dice allargando le braccia...oh, non l'avrai vinta così facilmente Bieber.
- Ah-ah, torna a pomiciare con il tuo cane, anzi tanto che ci siete potrei cedervi la nostra stanza, io starò più che comoda nell'appartamento che lei hai costruito in garage! –
- Non lo faresti mai –
- Col cavolo che non lo farei! Non ti immagini come sarebbe bello non dover dividere il letto con uno scimmione come te –
- Ah davvero, penso che stanotte te ne andrai nella camera degli ospiti –
- Perché proprio io? –
- Perché sei stata tu ad iniziare –
- Oh beh, se proprio insisti andrò a spostare le mie cose tesoro –
Faccio per voltarmi verso la rampa di scale che porta al piano superiore dove io e quell'idiota del mio ragazzo condividiamo un'enorme camera da letto, quando quest'ultimo mi afferra per il polso stringendomi al suo petto. Mi abbandono contro di lui afferrando il tessuto della sua maglia bianca tra le mani mentre mi bacia la fronte – mi sei mancata stamattina – afferma sorridendo contro i miei capelli.
Mi allontano solo per baciargli le labbra mentre ci trasciniamo verso il divano bianco in salotto.
Justin si siede tirandomi sopra di lui – com'è andata l'intervista? – mormoro spettinandogli i capelli che gli ricadono scomposti sulla fronte.
- Normale, abbiamo parlato del nuovo album, di te, della tua festa di compleanno della scorsa settimana e della nuova casa – ridacchia – nessuno se lo aspettava, ma io non ci credo davvero, non ci provo nemmeno più a stare lontano da te Mess –
Ed è vero.
Questa è la mia vita da un mese a questa parte, i nostri tour sono terminati, Justin sta registrando un nuovo album ed io sono semplicemente io, in pausa dal mondo, nascosta nella nostra nuova casa- che poi chiamarla casa è un eufemismo- a Miami e in perenne litigio con un quadrupede pulcioso, non male no?
Tutto sembra andare per il verso giusto, ogni cosa ha preso finalmente la piega giusta.
Io sto con Justin, mia nonna e mia madre sono al sicuro a Worcester e quest'ultima è diventata la mia più grande fan da quando un paio di mesi fa ho deciso di prendere in mano la situazione e mettere al suo posto la madre snaturata della mia povera sorellina, oh parlando di lei nessuno sa che fine abbia fatto; pochi giorni dopo il mio scherzo mio padre ha trovato un biglietto sulla credenza in cucina, a quanto pare la nobildonna ha deciso di svignarsela definitivamente, beh, almeno questa volta si è presa la briga di avvertire per lo meno; così il mio povero padre vive da solo in una città grande come Londra con una bambina di appena cinque mesi che lo tiene sveglio la maggior parte del tempo e due occhiaie profonde e viola che gli ricordano ogni santa volta, anche se nel migliore dei modi, che il karma esiste.
Di Kit e Morgan non ho più notizie dalla fine del tour, pare che si siano andati a vivere insieme ma non so assolutamente dove.
Un gran casino no?
- Tesoro? A cosa stai pensando? – chiede Justin scuotendomi la spalla.
- A quanto tutto sia cambiato nel corso di un anno. Adesso sono qui e non vorrei essere da nessun'altra parte –
- E' questo l'importante no? – dichiara baciandomi il collo lentamente.
- Justin – bisbiglio buttando la testa indietro.
- Mmmh? –
- A che gioco stai giocando? –
- Tra poco te ne accorgerai – mormora infilando le mani sotto la mia canotta bianca per poi accarezzarmi i fianchi delicatamente- toglila – sussurra.
Non me lo faccio ripetere due volte sbarazzandomene immediatamente.
Le sue labbra raggiungono le mie scapole baciandole delicatamente per poi posarsi sul mio lobo destro, lo morde piano occupandosi poi della sua maglia che aleggia fino al pavimento.
Passo le mani sul suo petto poi sulle spalle facendolo sospirare, lo bacio vorace come non faccio quasi mai, ma questa volta è diverso, deve sentire che ci sono e ci sarò sempre, non importa dove me ne vada o cosa mi passi per la testa, rimarrò in ogni modo indiscutibilmente legata a lui, sempre.
- Vuoi andare di sopra? – chiede sfilandomi gli shorts mentre stringo i suoi capelli biondi in due pugni.
Annuisco incapace di aprire bocca mentre Justin mi solleva tenendomi stretta con le gambe allacciate attorno alla sua vita arrivando fino alla camera da letto.
Mi posa sul materasso lasciando una scia di baci sul mio ventre mentre mi appresto a levare di mezzo i suoi jeans.
- Sei così bella amore mio – mormora baciandomi le labbra ancora e ancora – sono così innamorato Mess, come hai fatto? –
Ridacchio avvicinandolo ancora di più, come se fosse possibile stringerlo più forte.
E poi finalmente è mio, completamente e non c'è niente di più bello, niente che voglia di più, nulla che mi renderebbe più felice.
Lo amo così tanto che non riesco nemmeno a dirglielo.
- Mess – sussurra Justin affondando le dita nei miei fianchi - ci sono quasi -
- Anch'io Juss - mormoro ripetendo il suo nome, gli occhi serrati.
E poi in un attimo svanisce, mi lascia così vuota che a contatto con la realtà spalanco gli occhi.
Cos'è questa brutta sensazione adesso?
Sento gli occhi pizzicare di nuovo, come se non avessi pianto abbastanza negli ultimi mesi, ma pensavo di averlo superato, ero riuscita a tornare la vecchia me, purtroppo però ogni tanto la mia parte debole fa capolino rimettendo insieme i suoi resti e non c'è nulla che possa fare per accantonarla.
Justin mi stringe al suo petto nudo mentre le lacrime mi bagnano le guance, piccoli singhiozzi lasciano le mie labbra mentre le mani del biondo mi accarezzano delicate.
- Mess che succede? Perché piangi? –
- Non lo so – dico – davvero non lo so, ho questa brutta sensazione alla bocca dello stomaco e ho paura. –
- Paura di cosa piccola? –
Scuoto la testa – non lo so Justin –
- Non c'è niente di cui tu debba avere paura qui, hai capito? Io ti amo e non c'è niente che può farmi cambiare idea –
- Nemmeno Esther? –
- Esther se ne farà una ragione, ha sempre saputo di non essere la mia preferita –
- Voglio proprio vedere come glielo spiegherai –
Ridacchia posando la testa sulla mia spalla per poi chiudere gli occhi – sei stanco? – mormoro accarezzandogli i capelli.
- Non sai quanto – sbadiglia prima di addormentarsi completamente su di me.

****
- Mmh, che ore sono? – mormoro stropicciandomi gli occhi, il rumore della suoneria del mio cellulare che riempie la stanza.
- Non ne ho idea – bisbiglia il biondo passandosi una mano tra i capelli per poi buttarsi di nuovo sul cuscino – magari è importante, dovresti rispondere –
Annuisco recuperando il telefono dal comodino.
Controllo l'ID leggendovi il nome di mio padre e controllando poi l'ora il che mi fa pensare che in Inghilterra sia ancora notte inoltrata, papà non mi chiamerebbe mai a quest'ora se non ci fosse qualcosa di importante considerando che ha una bambina piccola di cui occuparsi.
Rispondo con le mani tremanti poggiandomi il cellulare all'orecchio – papà? –
- Mess – lo sento dall'altro lato del telefono, ha la voce più roca del solito, quasi incerta mentre pronuncia il mio nome.
- Papà che succede? –
- Come stai tesoro? –
- Io sto bene papà, tu? Tu come stai? –
- Non lo so – ridacchia – non lo so proprio. Tua nonna è venuta a prendere Natalie oggi pomeriggio, ha detto che mi serviva una pausa, ma adesso sono solo. Tu non ci sei, Nat non c'è...tua madre non c'è –
- Papà io...- sospiro incapace di aggiungere nulla, senza sapere come aiutarlo questa volta.
- Io amo tua madre Mess, sono innamorato di lei come il primo giorno...l'ho persa Mess. Aiutami, aiutami a ritrovarla –
- Io non so cosa fare papà, vorrei aiutarti ma non so...- respiro di nuovo profondamente girandomi verso Justin che mi guarda interrogativo, la guancia premuta contro il cuscino e le sua braccia forti che lo stringono, solo ora comprendo cosa devo fare, combattuta di nuovo tra l'amore della mia vita e l'uomo che la vita me l'ha donata – prendo il primo volo domattina, non fare cazzate mentre non ci sono – dichiaro riagganciando.
Justin è sull'attenti adesso con uno sguardo così sorpreso e spaesato che quasi mi fa male – cosa significa prendo il primo volo? –
- Significa quello che hai sentito Justin –
- Quindi hai intenzione di tornare a casa? Così, senza nemmeno sentire quello che ho da dire prima?-
- Non c'è niente che tu debba dire, sono debitrice alla mia famiglia per tante cose e se c'è qualcosa che posso fare per aiutare coloro che mi hanno messa al mondo la faccio, senza pensarci due volte –
- No puoi dire sul serio, ti ho lasciata andare una volta Mess, se te ne vai adesso è finita. E tutto per cosa? Per sistemare le cazzate di tuo padre? –
- Non ti permettere di parlare in questo modo di mio padre Justin – esclamo rossa di rabbia fino allo stremo – la prima cosa che ha fatto appena ti ha incontrato è stato ringraziarti per qualcosa che lui non ha potuto fare, ti ha accolto in casa sua benché fossi quasi un estraneo per lui Justin! –
- L'ha fatto per te! –
- E' proprio questo il punto! Se c'è qualcosa che posso fare per lui non esiterò a farla –
Mi alzo in piedi vestendomi velocemente, non ce la faccio più a reggere questa situazione, Justin che si arrabbia, io che devo partire di nuovo e la mia vita che sembrava aver preso la piega giusta ricominciare improvvisamente da capo nel giro di dieci minuti.
- E adesso dove stai andando? – esclama.
- Devo schiarirmi le idee, non aspettarmi per cena –
Scendo le scale dirigendomi poi in garage per recuperare l'auto ed esco a tutta velocità dal vialetto di casa infilandomi nel traffico di Miami.
Non sento neppure gli occhi pizzicare, mi accorgo che sto piangendo solo perché le mie guance si bagnano a fiotti copiosi e ho la vista appannata.
Ha davvero intenzione di lasciarmi?
Non può pensarlo davvero.
Io devo andare da mio padre, non ho altra scelta, non può pretendere di farmi decidere tra lui e la mia famiglia; paradossalmente lo sceglierei sempre, ma messa alle strette non posso voltare le spalle ai miei genitori, mi hanno cresciuta, sono il frutto di qualcosa che c'era e – sono sicura- c'è ancora.
Improvvisamente il mio cellulare inizia a squillare, sorrido sicura del fatto che sia Justin, probabilmente si è accorto di quanto sia stato stupido. O no?
Leggo l'ID e tutto ciò in cui avevo creduto si sgretola di nuovo.
- Pronto? – rispondo tirando su con il naso, le lacrime che ancora scivolano lungo il mio viso.
- Mess? –
- Scusa Kylie, posso richiamarti dopo? Non è proprio il momento –
Ho conosciuto Kylie circa quattro mesi fa in occasione di una festa in casa Jenner-Kardashian, siamo diventate ottime amiche e sono riuscita ad inserirmi fin da subito nel giro di Justin, proprio per questo non ci metto molto a fare due più due: il mio ragazzo deve senza dubbio aver chiamato Kendall per raccontarle tutto e quest'ultima ha senz'altro lasciato a Kylie, l'unica che riesce a farmi ragionare nei miei momenti no, l'incarico di parlarmi.
- Se puoi richiamarmi dopo? Col cavolo! Justin sta dando di matto Mess, ti prego torna da lui adesso. Dove sei? Non starai mica guidando vero? –
- In realtà sì –
- Mess, torna a casa, sei sconvolta, non puoi guidare in questo stato! –
E in un attimo crollo, inizio a singhiozzare disperatamente, mi brucia la gola e ho lo stomaco in subbuglio tanto che devo accostare se non voglio correre il rischio di ammazzarmi – aiutami Kylie – mormoro tra le lacrime – io non voglio lasciarlo, ma devo andare a casa –
- Lo so tesoro – dice calma – lo sai com'è fatto Justin, è testardo, ma vedrai che capirà. Ti ama Mess, lo conosco da quasi tre anni, ne ha avute di ragazze, ma non l'ho mai visto innamorato come lo è di te –
Annuisco asciugandomi le lacrime – torno a casa Ky, domani –
Sospira – so anche questo, quando ci ha chiamato era così fuori di sé che sarebbe stato impossibile non capirlo. 'Fa quello che devi fare Mess, lui lo capirà ed io sono qui se hai bisogno di me –
- Grazie Kylie, ringrazia anche Kendall, vi voglio bene –
- Anche noi te ne vogliamo tesoro –
Percorro ancora un paio di kilometri facendo poi inversione.
Il vialetto di casa è spento, non è affatto un buon segno, di solito Justin si scorda sempre di spegnere le luci prima di andare a dormire.
Metto le chiavi nella serratura girandole piano per poi spingere il portone ed entrare in casa.
L'allarme è disattivato, i cuscini del divano sono sparsi sopra al pavimento di marmo e il vaso di porcellana nera che ci regalò Pattie non è più sul tavolo di vetro ma in mille pezzi sparsi lungo il tappeto.
- Justin? – chiamo senza ottenere alcuna risposta – Justin? –
Salgo di corsa le scale raggiungendo camera nostra ed è lì che lo trovo, seduto sul letto con la testa tra le mani, una delle quali fasciata.
- Justin – dico correndogli incontro, gli prendo il viso tra le mani costringendolo a guardarmi negli occhi, i suoi adesso rossi come il sangue, le guance rigate dalle lacrime, una visione che mi stringe il cuore.
Poso le mie labbra sulle sue e lo abbraccio senza smettere di accarezzargli i capelli – mi dispiace – dico – amore mi dispiace tanto –
- Dispiace anche a me piccola mia –


****
La mia vita è così, ho vinto tante volte e perso altrettante, forse anche di più.
Ho capito che il mio sogno è stato bello finchè è durato, che una famiglia perfetta è solo l'illusione di un'esistenza che ti ha dato tutto senza volere nulla in cambio all'inizio, ma che poi si è ripresa tutto all'improvviso e che anche le cose bellissime finiscono nonostante non ti lascino mai davvero se non decidi di farlo tu per prima.
Anche con Justin è stato così, lo è ancora ed è finita senza neppure fare rumore.
Io rimango qui, col cuore pieno di lui sempre e basta, mi rassegno, probabilmente non sono capace a tenermi le cose belle.


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