La penna scorre veloce sul foglio bianco, scrivendo numeri e simboli chevengono calcolati nel mio cervello.
Alzo lo sguardo sull'orologio appeso al muro. Ancora cinque minuti.
"Ce la puoi fare" mi ripeto terminando l'esercizio. Passo a revisionarel'intero test come da programma e consegno la verifica allaprofessoressa 2 minuti prima della fine dell'ora. Secondo i miei calcoli, dovrei aver preso come minimo un sette e mezzo. Preferireiun otto, ma di solito sono pessimista per quanto riguarda lamatematica.
Mentre torno al mio banco, butto un occhio su quello dietro al mio. Alex statrascrivendo un esercizio dalla brutta copia sul foglio originale deltest. Lo vedo più rilassato del solito. Sorrido, sperando che le mie supposizioni non siano infondate e che riesca ad arrivare ad un 6pieno entro fine Aprile.
Pochi secondi dopo essere tornato al mio posto, il suono della campanella segna la fine del test di matematica.
<<Su, ragazzi. E' ora di consegnare. >> dice la prof nel suo marcato accento napoletano.
Tra espressioni allegre, preoccupate e indifferenti, tutta la classeconsegna i compiti finiti.
Laprof li raccoglie in un unico plico mentre noi rimettiamo a posto ibanchi che avevamo diviso per fare la prova.
Cordialisaluti e la prof lascia l'aula, portandosi dietro inconsapevolmenteuna miriade di insulti.
<<Cazzo, che stronza è stata a mettere 3 problemi di trigonometria? >>esclama qualcuno dall'altra parte dell'aula.
<<Personalmente, credo che non fosse così complicata >> mi diceAnna appoggiandosi al mio banco.
Annaè la ragazza più intelligente, matura, dolce e simpatica che abbiamai incontrato. Ed è anche la mia migliore amica. Ci conosciamo solodall'inizio del liceo ma è come se ci fossimo incontrati all'asilo.Con lei sto bene. Sarà che entrambi pratichiamo uno sport a livelloagonistico o che siamo dei geni a scuola, ma la nostra è unaprofonda amicizia.
Lesorrido.
<<Si, non era complicata. A parte qualcosa... >> dico facendolevedere la brutta.
Sisiede vicino a me e nel tempo che separa la fine della quinta ora el'inizio della sesta, confrontiamo le nostre brutte copie cercando dicapire come è andato il test.
<<Oddio, potete smetterla una buona volta di controllare quanto sonoandate bene le vostre prove? >> esclama una voce alle miespalle.
Sorridoal suo commento.
Alexmi appoggia pesantemente le mani sulle spalle e inizia a parlare avanvera su come ha puntato certi esercizi per raggiungere un sei.
Annascuote la testa.
<<Alex, sei il solito. Tra te e Jess non saprei dire chi è il piùpazzo >>
Jess.La puttana della classe.
Loso, non si dovrebbe parlare male delle tue amiche, ma su di lei hopiù che ragione. E' lo stereotipo della "vaccona" che fa visitaa tutti i cazzi del liceo, anche se lei non vuole mai sentirselodire.
Purtroppofunziona così la mente di ragazze simili. Sono puttane dichiarateche si vantano delle loro avventure, ma quando si sentono chiamareper quello che sono, mettono in campo la questione del rispetto.
Unclassico.
Edeccola li. Un metro e settanta per cinquantasette chili di totaleignoranza camminare verso di noi.
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.Our True Colors.
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