.8. I can't help, but love you, even though I try not to.

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Passano quasi due settimane e la bugia che mando avanti con Valentina e col mondo diventa sempre più grande ed opprimente.

Faccio fatica anche solo a guardare la mia ragazza negli occhi pensando a ciò che in realtà provo per Alex.

E mi sento incredibilmente in colpa. Perchè lei è bellissima e dolcissima. La ragazza perfetta per tutti tranne che per me.

Camminiamo mano nella mano, ci baciamo, ci sorridiamo e viviamo come se fra noi tutto vada a meraviglia. Ma ad essere sinceri, tutto quello che faccio lo faccio con gli occhi chiusi. E ad occhi chiusi non posso che immaginare un'altra persona a cui stringo le mani o a cui do un bacio.

La verità è che in queste settimane tutto è cambiato.

Io sono cambiato, Alex è cambiato. I miei sentimenti per lui sono cambiati.

Si sono amplificati, si sono fatti più forti. Ogni momento che passo da solo con lui è prezioso, vorrei che si raddoppiasse il tempo che ho a disposizione da passare solo con lui.

Amo come mi sento quando stiamo insieme e amo ogni singola parte di lui, ma ho paura. Ho paura che tutto questo possa finire e ho paura distare male. Di correre troppo.

Ma d'altronde, Alex non è il tipo che riflette sulle cose. Si butta e basta.

La domanda è, sono capace di farlo anche io?



E' l'ora di educazione fisica di un terribile lunedì mattina. Stiamo correndo nella pista d'atletica fuori da scuola.

Io non sento altro che i miei respiri e il battito del mio cuore nel petto. Mi sento teso e rilassato allo stesso tempo quando corro da solo.

Ma sono anche irritato. Irritato con Alex, che sta correndo insieme a Michela e Jessica.

Lui sembra non essersi accorto della mia irritazione.

Sono stato io stesso giorni fa a dirgli di non escluderle dalla sua sua vita. Insomma, non sarebbe stata credibile la nostra copertura se lui non avesse cercato di mantenere una specie di facciata da cretino morto di figa con quelle due.

L'ho fatto per noi, perchè potessimo viverci senza preoccuparci dei giudizi del mondo.

Ma non avevo fatto i conti col mio cuore che nel frattempo si era ingigantito e si era illuminato di un nome che inizia con la lettera A.

Mi volto e lo vedo correre ad una andatura troppo lenta mentre ride e fa lo scemo con quelle due.

La mia mente si annebbia dei ricordi di quella sera in cui le labbra di Alex hanno toccato quelle di Michela.

Una fitta bruciante mi colpisce lo stomaco e inizio a star male di gelosia.

Ho paura di Alex sotto questo aspetto, ho paura che io per lui sia solo una cosa passeggera, che tutto questo sia solo un gioco o magari una scommessa presa con se stesso.

Scuoto la testa pensando che la mia mente è degna di essere paragonata a quella di una comune protagonista di un romanzo rosa adolescenziale.

Spingo più forte i muscoli fino a farmeli bruciare ma le risate di quelle ragazze e di Alex mi colpiscono la testa e il petto come coltelli affilati.

Mi fermo dopo il quarto giro di pista e corro in bagno per bagnarmi il viso accaldato.

Il ragazzo riflesso nello specchio di fronte a me è un vero cretino.

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