.7. Kiss me slowly

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Sono le 7.58 di lunedì mattina quando entro in aula.

Non c'è ancora nessuno.

Sospiro, stanco dalla pesante giornata di ieri.

Mia madre e mio padre hanno deciso di andare dai parenti a Milano il sabato sera, così ieri mi è toccato passare un'intera giornata fuori casa, con gente con cui parlo a malapena quando avrei preferito di gran lungo rimanere in casa.

E dormire. Tutto il giorno.

Mi siedo nel mio banco e appoggio la testa sullo zaino che quasi mi fa da cuscino.

Chiudo gli occhi solo un momento e cerco di rilassarmi per affrontare la giornata e soprattutto le prime due ore di educazione fisica.

Normalmente, non mi peserebbe affatto fare ginnastica alle otto del mattino, ma oggi non ce la faccio.

Vorrei tanto essere rimasto a casa...

<< Ehm... >> sento qualcuno schiarirsi la gola vicino a me.

Tiro su la testa assonnato e vedo che Valentina è sulla porta della mia classe.

<< Ciao >> la saluto sorpreso.

Lei mi sorride con un'espressione un po' triste e si avvicina a me sedendosi sul banco di fronte al mio.

<< Ti vedo stanco >> mi dice subito.

Io annuisco piano.

<< Si, ieri è stata una giornata pesante. >> le rispondo.

Lei annuisce.

<< Avrei potuto alleggerirtela se mi avessi detto dove andavi. O con chi eri. O cosa facevi. In realtà sono giorni che mi stai distante,Fede. >> mi dice frustrata.

Io la guardo e mi sento incredibilmente in colpa.

In colpa perchè lei è una ragazza perfetta, bella, ha tutto ciò che dovrebbe avere. Ma non fa per me. Io non la amo. Eppure, il senso di colpa che provo mi impedisce di rivelarle ciò che provo veramente.

<< Mi dispiace, non volevo parlare con nessuno in questi giorni. Non solo con te, Vale. Credimi. >> le dico.

Lei sospira, spostandosi i lunghi capelli castani dietro le orecchie.

Due grosse e profonde iridi marroni mi scrutano e cercano di leggermi, di capirmi ed io ho quasi l'impressione che ci stia riuscendo se non fosse che subito dopo, Valentina mi sorride dolce, come se avesse dimenticato la mia assenza ingiustificata degli ultimi giorni.

<< Ok Fede, io voglio provarci sul serio con te. Ma devi volerlo anche tu. Quindi, te lo chiedo adesso per non rifarlo poi in futuro: tu vuoi stare con me? >>

La verità? No, non voglio stare con lei. Non voglio perchè non la amo, perchè non siamo fatti per stare insieme, perchè io voglio altro.

Voglio qualcun altro.

Ma non posso dirle che non voglio stare con lei perchè ciò significherebbe tradire ciò che mi ha chiesto Alex, ovvero far finta che tra lui e me non ci sia più di una semplice amicizia.

E la mia relazione con Valentina è come una sorta di schermo, una copertura nel mondo esterno.

So che così la farò soffrire, ma io non voglio rinunciare a ciò che c'è tra me ed Alex. E se ciò include che Valentina sia la mia ragazza, ok. Lo sarà.

Le sorrido annuendole e dicendole che è quello che voglio.

Lei ricambia il sorriso e quando suona la campanella, segno che lei deve tornare nella sua classe, si avvicina a me e mi bacia.

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