capitolo 1

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Ed eccoci qui... Nuova città, nuova casa, nuova vita...così dice mamma, ma da quando sono scesa da quel maledetto aereo mi sembra che qui la mia vita sia ancora peggiore di quella che conducevo a Chicago.

Sono Meg Haron, ho 17 anni e sto per iniziare la mia nuova vita a New Harley con mia madre, i miei tre fratelli e Abby, la mia sorellina di tre anni e mezzo.
Mio padre? È morto.
Hahaha scherzo ma viaggia sempre per lavoro ed è come se non sapessi chi fosse, come se ci avesse abbandonati. Non ci ha visti crescere e mandare un assegno e una lettera al mese non vuol dire essere un buon padre. Probabilmente non sa neppure del trasferimento.

"Ehi, peluche aiuta a scaricare invece di cazzeggiare" mi riprende Josh, il mio fratello gemello.

"Smettila di chiamarmi con quello stupido nome" mi chiamava così Aaron quando eravamo piccoli perché ero 'tenera è morbidosa con gli occhi di nutella'...ok.
Aaron è il più grande di tutti noi ha 20 anni ed è il migliore tra tutti sotto questo tetto. Il nostro legame è inestimabile. Gli voglio molto bene, mi è sempre stato vicino. 'Se qualcuno ti tocca io gli spezzo le gambe' mi aveva detto quel giorno in cui tornai a casa e dissi di essermi fidanzata. Avevo circa 8 anni e lui mi prese per il braccio e mi trascinò in camera sua chiudendoci dentro a chiave. Mi prese il mignolino e mi fece la promessa. Ci avevo creduto come una stupida, ma forse lui dovrebbe imparare a osservare meglio ciò che gli capita intorno...

"Meg, puoi andare a svegliare Matt e far scendere Abby? SENZA SVEGLIARLA!" Urla mia madre

Annuisco e vado alla macchina.
Per poco non cado all'indietro quando vedo che Matt si affaccia al finestrino e urla facendo una boccaccia.
Matt è il mio fratellino minore, ha 6 anni ed è molto simpatico.

Quando apro la porta mi ritrovo un Matt che ride e una Abby che piange. Fantastico! Ora mamma sgriderà me ovviamente!
E infatti...

"Cavolo Meg! Ti avevo detto di non svegliare Abby! Ma perché non ascolti mai? E non girare gli occhi al cielo! Sai quanto mi da fastidio quando lo fai. E guardami mentre ti parlo! Non so più che fare con te" e mi sembra di sentirla sussurrare un 'se solo tuo padre fosse qui'. Ultimamente le manca molto: tutte le sere la sento piangere nella sua camera ma quando le chiedo al mattino come sta dice che va tutto bene. Non la capisco più... perché cambia tutto? Quando una cosa va bene deve sempre esserci qualcosa che vada male! Basta se sto qui un altro secondo scoppio!

"Io me ne vado" giro i tacchi e mi dirigo...da qualche parte...che...non so dove vado ma troverò un posto che sarà solo mio.

"Peluche non vuoi vedere la casa con noi?" Quando mi giro vedo che Aaron mi guarda un po' tristemente

"No...no grazie. Sceglietemi una camera grande" e faccio un grande sorriso finto alla quale Aaron risponde con uno dei suoi sorrisi bellissimi...come lui. Insomma è proprio carino! Ha i capelli castani chiaro...nocciolosi direi e gli occhi verdi...un tratto di famiglia che io sono l'unica a non aver ereditato dal papà. Questo mi fa sentire ancora più lontana da lui.

Inizio a camminare e dopo quelli che credo essere venti minuti noto un parchetto con un lago e dei giochi per i bambini. Mi siedo sulla panchina più lontana possibile dai giochi, sospiro pesantemente e chiudo gli occhi, cullata dal dolce scroscio che l'acqua compie infrangendosi sulle piccole rocce ai lati di esso. Inizio a pensare a quando ero andata in vacanza con papà in Brasile e quando lui mi caricava in spalla per portarmi a fare un giro a largo. A quel ricordo divento triste, mi manca molto e ogni giorno di più...ma ho smesso di soffrirci da molto tempo ormai. Ero tranquilla a rimuginare quando...

Wanna Stay Young ForeverDove le storie prendono vita. Scoprilo ora