Capitolo 6

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Arrivammo in un bar.
Scegliemmo un tavolino e ci sedemmo, subito arrivò la ragazza per prendere le ordinazioni.
-Io prendo un cappuccino e un cornetto vuoto- dissi.
-Anche io, grazie- disse Andreas sorridendomi.
La ragazza se ne andò e Andre continuando a ridacchiare mi disse:
 -Odio tutti i cornetti ripieni, mi piacciono solo quelli vuoti-
-Stessa cosa- arrossii

Presto ci portarono il tutto ed iniziammo a fare colazione. Intanto lui mi chiedeva un po' di cose su di me, sulle mie passioni, il mio carattere eccetera.
Tra una chiacchiera e l'altra finimmo tutto, tirai fuori il portafoglio quando Andre mi fermò le mani.
-Dai, sono in debito hai già pagato la cioccolata a me e Martina l'altra volta...-
-Ma quale debito, stai scherzando? Ti ho fatto io l'invito e quindi offro io- Insistette e andò alla cassa.

Uscimmo dal bar, non sapevo che dire, magari l'appuntamento era finito e dovevo semplicemente salutarlo e andare...
-Andiamo a fare un giro, ti va?- mi chiese
-Certo- risposi 
Mi mise il braccio dietro alla schiena e iniziammo a camminare.
-Ti porto dove sono stato per la prima volta qui a Roma-disse lui
-Va bene, sono curiosa- sorrisi

Poco dopo, mentre passeggiavamo, mi tolse il braccio dalla schiena e mi chiese:
-Se ti metto a disagio basta che me lo dici...-
-No, assolutamente... Anzi!- lo guardai stranita
-Stai tremando, per questo te lo chiedo-
-E' che ho un po' freddo. Non pensare di mettermi a disagio, con te sto bene- mi lasciai andare..
Si tolse subito la giacca e me l'appoggiò sulle spalle
 -Ci credo che hai freddo, hai solo la felpa-
Io sorrisi poi cademmo nel silenzio...

Ci fermammo
-Comunque anche io sto bene con te, davvero- spezzò il silenzio.

Ci abbracciammo, spontaneamente, era voluto da entrambi.
L'abbraccio più sincero che avessi mai dato, che avessi mai ricevuto.
-Grazie-
-Grazie a te- risposi

Qualche metro e arrivammo
-Eccoci, questo è il primo posto qui a Roma in cui sono stato.-
Era un parco, con una piazza circolare e delle panchine circondate da piante e alberi vari.
-Là c'è la palestra in cui ho avuto il mio primo saggio fuori da Fabriano- mi disse indicando un'edificio color bianco sbiadito.

Io lo guardavo, era come ascoltare un bambino elencare e descrivere tutti i suoi giocattoli.
Aveva la gioia negli occhi.


|CIAO A TUTTI, STO CONTINUANDO LA STORIA. VOLEVO CHIEDERVI SE ANDANDO AVANTI VOLETE CHE TRASCURI L'INFORTUNIO DI ANDREAS E FACCIA IN MODO CHE VADA AL SERALE SENZA PROBLEMI OPPURE PREFERIRESTE CHE FACCIA ACCADERE L'INFORTUNIO E CHE INVENTI IO IL PROSEGUO? 
COMMENTATE E, IN BASE ALLE RISPOSTE, DECIDERO' COME PROSEGUIRE.|

(Tu)tto ciò che desidero || Andreas Muller ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora