Uom di povero stato e membra infermeche sia dell'alma generoso ed alto,non chiama sé né stima ricco d'or né gagliardo,e di splendida vita o di valente persona infra la gente non fa risibil mostra;ma sé di forza e di tesor mendico lascia parer senza vergogna, e noma parlando, apertamente, e di sue cose fa stima al vero uguale.Magnanimo animale non credo io già, ma stolto,quel che nato a perir, nutrito in pene,dice, a goder son fatto,e di fetido orgoglio empie le carte, eccelsi fati e nove felicità, quali il ciel tutto ignora,non pur quest'orbe, promettendo in terra a popoli che un'onda di mar commosso, un fiato d'aura maligna, un sotterraneo crollo distrugge sì, che avanza a gran pena di lor la rimembranza.
-'La Ginestra', Leopardi Giacomo.
Capitolo 1.
Mamma era molto stanca in quei giorni. Si alzava al mattino già nervosa.
In famiglia si respirava una brutta atmosfera, e ciò perché la nonna non stava bene già da un po'.
La nonna .... E che nonna. Ancor oggi non mi spiego come abbia fatto a crescere 9 figli. Beh, ce ne vuole, di pazienza, di tempo, di forza, di soldi ... cioè, oggi mantenere un figlio è difficile, figuriamoci 9.
Ho sempre invidiato questa sua 'Big family', così come la chiamavo.
Sono figlia unica, sfortunatamente, e chi come me lo è, può capire che non c'è cosa più brutta.
Chi ha fratelli o sorelle si lamenta del letto condiviso, dell'armadio diviso a metà, della macchina che si può prendere solo organizzandosi con i turni , ma credetemi, tutto ciò è molto meglio della solitudine.
Mamma probabilmente si era resa conto di ciò solo con la maturità. Spesso le parlavo di adottare un fratello, o una sorella, ma lei di altri figli di no n ne voleva sapere. Era molto gelosa della sua 'polpettina', ma quest'ultima con il tempo cresceva e di sentirsi chiamare così non ne voleva più sapere.
Gli adolescenti crescono, e hanno bisogno dei propri spazi.
A me, invece, più delle volte andava bene. Amavo sentirmi chiamare così, soprattutto da Lei, ma negli ultimi mesi le cose stavano cambiando.
Probabilmente ho sempre affrontato questa mia solitudine sfogandomi con lo studio. Da piccola, essendo al centro dell'attenzione dei miei, i libri passavano in secondo piano. Amavo scrivere, ma non studiare. Con il passare degli anni, invece, avevo trovato nello studio una sorta di corazza. Una sorta di vestito che indossi e che ti rende intelligente, libera e brava.
Amavo portare a casa voti alti, per essere adulata da mia mamma .. e anche da mio padre, che faceva e fa tanti sacrifici per mantenere i miei studi.
Per questo, quando alla fine del trimestre la scuola organizzava i fatidici incontri scuola-famiglia, ci tenevo che mia mamma andasse.
Era un martedì comune.
Entrai dalla porta e posai, come di mio solito, la cartella sul pavimento. Mi diressi nella stanza e accesi il computer. Iniziai a trascrivere i miei appunti di inglese, dato che la mia prof aveva spiegato un nuovo autore. Amavo e amo la letteratura, per questo dopo le lezioni riportavo tutto ciò che avevo ascoltato in classe su un foglio word, che potevo poi stampare e studiare nella seconda parte del pomeriggio. Era comodo e facile lavorare così, anche se mi portava via, spesso, molte ore.
Dopo una mezz'ora mamma rientrava dalla sua mattinata dalla nonna. Probabilmente erano state ore molto impegnative , perché era particolarmente nervosa. Come il suo solito, si tolse le scarpe e le posò nello sgabuzzino . In silenzio mi avvicinai a Lei, per salutarla.
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Battlefield
General FictionMi chiamo Martina, ho 19 anni e una storia da raccontare. Dopo un'adolescenza felice, un giorno , tutto cambia. Una malattia, un rapporto madre-figlia e la vita. Il tutto, concentrato in 2 anni e tanto amore che vi lascerà senza fiato. Grazie a tutt...