SETTEMBRE

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Siamo già a settembre e rinizio il lavoro. Sono contenta di rivedere i miei colleghi e anche i miei pazienti, in più ho sentito le amiche e vogliamo organizzare una serata tutte insieme per raccontarci le nostre estati. Mentre sono in studio, a sistemare l'agenda, "feels like Home" suona

«Ciao Ric»

«Piccola che fai?»

«Sto aspettando un paziente. Tu che fai?»

«Stavo pensando al nostro matrimonio»

«Ne possiamo parlare stasera?ora devo scappare!»

«Mi stai dando il ben servito?»

«Beh se vuoi vederla in questa maniera allora sì, ma ti amo»

«Sì, sì, ciao moglie, ti amo!»

Attacco e torno al lavoro e alle 18 torno a casa, trovando già Ric che mi aspetta con un calice di vino

«Tieni» lo prendo e faccio un sorso poi osservo le sue labbra e capisco che mi sta per dire qualcosa che non mi piacerà

«spara Ric! Visto il bicchiere di vino, so che mi vuoi far ubriacare per qualcosa!»

Lui riempie di nuovo il bicchiere «mi ha chiamato mia madre».

Nel sentire quella frase mi tolgo le ballerine, butto in terra la borsa e mi sdraio sul divano, mettendomi una mano sul volto

«le ho detto che ci sposeremo» continua.

La situazione sta degenerando «pensi che basti questo bicchiere di vino, per non farmi pensare a tua madre e al nostro matrimonio? Sono certa che avrò un incidente misterioso il giorno della cerimonia». Mi versa il vino e si siede accanto a me, massaggiandomi i piedi, che si mette sulle gambe muscolose

«almeno lo sa, e l'ha accettato»

Tolgo il braccio dagli occhi e lo guardo sbalordita «davvero?»

«Beh sì, più o meno»

«Oddio, allora mi chiamerà e vorrà rovinarmi il giorno più bello della mia vita!»

«No, principessa. Decidi tutto tu, volevo solo avvertirti che mia madre lo sa e che, probabilmente, verrà a trovarci» e si alza, scappando a rispondere al cellulare, che suona

«Ric, non ti azzardare a rispondere» ma è troppo tardi perché si chiude in stanza a parlare. Maledetto! E io che dovrei farci con la notizia che sua madre verrà a trovarci? Spero solo mi dica i giorni, cosicché possa andarmene prima. Quando torna, lo attendo a braccia conserte sbattendo i piedi per terra, nervosa

«Allora? Tua madre?»

«Non ti preoccupare» e mi bacia sulla fronte

«Non mi devo preoccupare? Mi hai appena detto che tua madre viene a trovarci! È come se mi dicessi che sta arrivando un uragano, ma che non mi devo preoccupare ad uscire di casa!»

Scoppia a ridere «non la farò venire!»

«Non puoi non farla venire! Quella arriva su una scopa quando vuole!cazzo, Ric, mi odia e mi insulta ogni volta!»

«Penso abbia perso i suoi poteri da quando esisti!»

Sbuffo, ma rido anche io

«dai, vieni qui» dice, spalancando le braccia, dove mi ci infilo.

Io e Te. Secondo CapitoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora